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Francesco Rigatelli per “La Stampa”
«Con il ritorno al chiuso per il freddo i contagi sono destinati ad aumentare, perché la pandemia non è finita. Questo dipende da chi non si vuole vaccinare in Italia e da chi non ha i mezzi per farlo nel terzo mondo».
Walter Ricciardi, professore ordinario di Igiene all'Università Cattolica e consulente del ministro della Salute Speranza, affronta i due nodi da sciogliere nei prossimi mesi e probabilmente anni.
Ricciardi, cosa hanno deciso i ministri della Salute e delle Finanze al G20?
«L'incontro di ieri è servito per creare un coordinamento internazionale che consenta di vaccinare il 40 per cento della popolazione mondiale nel 2021 ed il 70 entro metà 2022».
Percentuali ambiziose?
«Molto e per raggiungerle la chiave è passare dal meccanismo attuale delle donazioni di vaccini alla sospensione dei brevetti, al trasferimento tecnologico e all'aumento della produzione. Su questo non c'è ancora accordo, anche perché tra Ue e Usa restano opinioni diverse sui brevetti e sul ruolo di guida dell'Oms».
Le varianti sembrano sopite, sono ancora un rischio?
«Si producono in continuazione e vanno monitorate. La Delta è molto forte e occupa il campo, ma la vaccinazione globale limitando la circolazione del virus ci proteggerebbe ancora di più dalle mutazioni».
Quanto allarmano i dati italiani?
WALTER RICCIARDI PIAZZA PULITA
«Se raggiungessimo il 90 per cento di vaccinati entro l'anno potremmo aspettarci un incremento dei contagi inferiore al 10 per cento. Va detto che per la gran parte degli italiani la situazione è già buona. Sono i non vaccinati a correre dei rischi: se nei prossimi mesi i contagi cresceranno saranno quasi esclusivamente loro a finire in ospedale».
A cosa è dovuto l'aumento di casi attuale?
«Al fatto che viviamo più al chiuso, perché fuori fa freddo. Milioni di italiani non sono vaccinati e restano esposti alla contagiosità della Delta. Il clima rigido indebolisce anche il sistema immunitario e rende più permeabili al virus».
walter ricciardi al meeting di rimini
L'indice Rt è a 0,96 e la settimana prossima potrebbe salire sopra l'1. Cosa significa?
«È il segnale che il contagio da regressivo sta diventando incrementale, anche se di poco. Poi contano il numero dei casi e delle ospedalizzazioni, entrambi leggermente in crescita».
Le regioni rimarranno bianche?
«Credo di sì, i contagi cresceranno ma non tanto da mettere in crisi il sistema sanitario. Gli indicatori sono giustamente diversi dall'anno scorso, perché i vaccini hanno cambiato la situazione».
Terza dose per tutti?
walter ricciardi al meeting di rimini 1
«Va data dopo sei mesi agli over 60 e ai fragili per evitare che aumentino i contagi, poi presumibilmente anche ai più giovani».
Quanto durerà la terza dose?
«Non si sa, almeno sei mesi. Fino alla fine della pandemia potrebbero essere necessari altri richiami come per l'influenza».
Resta essenziale la mascherina?
«Per forza al chiuso, soprattutto in luoghi affollati, anche tra vaccinati».
walter ricciardi al meeting di rimini 2
L'immunità data da Johnson&Johnson quanto dura?
«Circa otto mesi, ma l'Ema suggerisce per prudenza un richiamo con un vaccino a Rna a partire da due mesi».
Come convincere i non vaccinati?
«Bisogna spiegare loro tramite i medici di base che fa più paura la malattia del vaccino».
walter ricciardi giovane attore 1
E i No Vax?
«Sono circa il 3 per cento, ma c'è un 7 che ha paura e può essere convinto prima che sia troppo tardi».
Secondo Crisanti invece di demonizzarli li si potrebbe obbligare a portare una mascherina Ffp2, che ne pensa?
«Capisco la provocazione e la condivido dal punto di vista tecnico, ma si tratta pur sempre di adulti che non possono essere obbligati a proteggersi. Non so poi se i più contestatori si metterebbero la mascherina».
Bisognerà vaccinare anche i bambini?
«Sì, per trasformare la pandemia in una bassa endemia senza serbatoi di centinaia di migliaia di bambini che vanno a scuola, si infettano e trasmettono il virus a casa».
Ha visto che Novavax ha chiesto l'autorizzazione al Regno Unito?
«È una buona notizia per il mondo, perché sarebbe un vaccino in più con una tecnologia diversa, ma per il Regno Unito non cambia nulla. La strategia di Johnson resta fallimentare».
Che ruolo può giocare l'influenza?
«È un fattore confondente nelle diagnosi e può contribuire a ingolfare gli ospedali, per questo va suggerito a tutti di fare anche il vaccino antinfluenzale. Eventualmente insieme alla terza dose. I due ceppi di influenza circolanti quest' anno sono insidiosi, per cui meglio tutelarsi».
Quando finirà la pandemia?
«Per definirla conclusa servono 40 giorni senza contagi in tutto il mondo. La speranza è che ciò possa avvenire nel 2023. Nel frattempo grazie ai vaccini, ai richiami e alle misure di sanità pubblica stiamo e staremo bene facendo una vita quasi normale. Le pillole tipo Merck e gli anticorpali come quello di Rappuoli sono terapie promettenti, ma non sostitutive della strategia vaccinale».
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