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Estratto dell'articolo di www.repubblica.it
Una giornata sugli sci rovinata da una brutta caduta su una lastra di ghiaccio. L’impatto a terra è tanto forte da costare al protagonista della storia fratture costali multiple e tre fratture alla clavicola destra. Ma è in ospedale che arriva l’amara sorpresa: niente operazione, perché ci sono troppi pazienti che hanno bisogno di interventi. E la priorità spetta “a chi è della regione”. È successo a Bolzano a un architetto trevigiano, Salvatore Pandolfo, che ha raccontato la sua storia a il Mattino di Padova.
Il direttore del comprensorio sanitario di Bolzano, Umberto Tait, spiega invece che quello che è successo è stato “determinato da scelte e circostanze di natura esclusivamente clinica” in un momento, quello delle feste di Natale, in cui le strutture della zona sono particolarmente affollate.
È il 3 gennaio. L’uomo si trova insieme alla moglie sulle piste di Carezza, in Alto Adige, quando scivola su una lastra di ghiaccio. Cade sbattendo la testa e la spalla, e riporta danni al costato e alla clavicola. Pandolfo viene soccorso e trasferito all’ospedale di Bolzano, dove viene ricoverato nel reparto di chirurgia vascolare toracica per controllare eventuali danni ai polmoni. “A quel punto – racconta l’architetto – mi dicono che serve aspettare due, tre giorni per prendere una decisione e vedere come evolve la situazione”.
“La frattura della clavicola non necessitava di trattamento in regime di urgenza”, spiega Tait, ricostruendo la vicenda. “La permanenza del ricovero in chirurgia vascolare si giustificava con il tipo di trauma toracico riportato nella caduta e non con la frattura di clavicola, la quale – da sola – avrebbe portato a dimissioni già al pronto soccorso e non a ricovero”.
Il 7 gennaio la decisione dei medici di operarlo alla clavicola. “Mi hanno confermato, assieme al primario, la disponibilità per la mattina seguente”, ricorda ancora Pandolfo. “Tanto che, qualche minuto dopo, arriva un altro medico per farmi firmare tutti i documenti che sottopongono ai pazienti prima di un intervento”. La mattina dopo era tutto pronto per la sala operatoria.
Alle 11 la spiacevole svolta: l’operazione non si poteva più fare. “Diamo la priorità ai pazienti regionali, hanno detto”, ha riferito Pandolfo. Una risposta che viene ripetuta alla coppia: “La responsabile mi ha detto che dovevano dare priorità ai pazienti regionali e ne avevano troppi di cui occuparsi”. Dopo poco, l’architetto viene dimesso.
Un “equivoco dal punto di vista comunicativo” secondo l’Azienda sanitaria, secondo cui a Pandolfo era stato spiegato che sarebbe rientrato tra le operazioni dell’8 gennaio come riserva, senza quindi la certezza di essere operato.
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