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PSICOSI NUOVE DI ZECCA - IN VALTELLINA, UNA ZECCA TROVATA SULLA CARCASSA DI UN CAMOSCIO È RISULTATA POSITIVA ALLA MENINGOENCEFALITE DA ZECCHE, UNA MALATTIA VIRALE CHE COLPISCE IL SISTEMA NERVOSO E CHE PUO' INFETTARE ANCHE GLI ESSERI UMANI - LA PATOLOGIA È ENDEMICA IN MOLTE AREE BOSCHIVE DELL'EUROPA, ANCHE IN ITALIA, MA SI TRATTA DELLA PRIMA VOLTA CHE VIENE RISCONTRATA NELL'ARCO ALPINO - L'EPIDEMIOLOGO LUIGI LOPALCO: "IL RISCHIO DI TRASMISSIONE ALL'UOMO RESTA BASSO. TUTTAVIA BISOGNA…"

Estratto dell'articolo di Donatella Zorzetto per www.repubblica.it

 

meningoencefalite da zecche

Un camoscio positivo alla meningoencefalite da zecche (TBE): è stato trovato nei boschi delle alpi Orobie, in Valtellina, a Rasura, il 13 aprile scorso. […] Un ritrovamento preoccupante - sostengono gli esperti - "per la gravità della trasmissività della meningoencefalite, malattia virale, all'uomo". Casi come questo erano stati segnalati nell'autunno scorso anche in provincia di Lecco.

 

AVVIATE LE ANALISI

[…] Sul caso l'Ats della Montagna precisa: "Le analisi sono in corso e ad oggi non è stata accertata alcuna positività su animali selvatici (camoscio nel caso in questione). La positività è stata invece accertata solo sui parassiti (zecche) reperiti sull'animale e si stanno ancora eseguendo tutte le analisi del caso al fine di appurare, per quanto possibile, l'origine dell'infezione".[…]

 

Zecca 3

COS'È LA MENINGOENCEFALITE DA ZECCHE

Ma quali sono le caratteristiche della malattia virale di cui stiamo parlando? L'Istituto Superiore della Sanità spiega che "la meningoencefalite da zecche (TBE: Tick Borne Encephalitis), o meningoencefalite primaverile-estiva, è una malattia virale acuta del sistema nervoso centrale, causata da un arbovirus appartenente al genere Flavivirus, molto simile ai virus responsabili della febbre gialla e della Dengue". […]

 

COSA SUCCEDE SE SI INFETTA UNA PERSONA?

Zecca di cervo

Dopo che una persona è stata morsicata da una zecca, nel 70% dei casi circa, si manifesta un'infezione senza sintomi, o comunque con sintomi poco rilevanti, che può passare inosservata. Nel restante 30% dei casi, dopo 3-28 giorni dal morso di zecca si ha una prima fase con sintomi simil influenzali come febbre alta, mal di testa importante, mal di gola, stanchezza, dolori ai muscoli e alle articolazioni per 2-4 giorni. Poi la temperatura scende e in genere non ci sono ulteriori conseguenze.

 

Nel 10-20% di questi casi, dopo un intervallo senza disturbi di 8-20 giorni, inizia una seconda fase caratterizzata da disturbi del sistema nervoso centrale (encefalite, paralisi flaccida a esito mortale nell'1% dei casi). Nei bambini e nei più giovani la Tbe mostra generalmente un decorso più mite, con progressivo aumento della severità al progredire dell'età.

Puntura zecca

 

COSA FARE

Il vaccino contro la TBE, da tempo in uso in molti Paesi dell'Europa centrale e settentrionale, è stato registrato di recente anche in Italia con procedura di mutuo riconoscimento comunitario. Il vaccino è entrato in commercio sul territorio nazionale all'inizio del 2006. Il ciclo vaccinale di base prevede la somministrazione di tre dosi (all'età di 0, 1-3 mesi, 9-12 mesi) con richiami a cadenza triennale, per via intramuscolare, preferibilmente nella regione deltoidea. Esiste anche la possibilità di seguire un ciclo accelerato di vaccinazione, che però non garantisce gli stessi risultati del ciclo classico, in termini di risposta anticorpale.

 

LOPALCO: "IL VIRUS SI ALLARGA A TUTTO L'ARCO ALPINO"

Zecca 2

Sull'argomento interviene l'epidemiologo Pier Luigi Lopalco. Che spiega: "Il virus della TBE è endemico in molte aree boschive dell'Europa. Dalla Scandinavia fino a tutto l'Est dell'Europa il virus si è diffuso fino all'Austria e la Svizzera. In Italia era certamente presente nelle aree boschive montane del Nord Est, dove negli ultimi anni sono stati anche segnalati casi nell'uomo. La presenza di un animale infetto in Piemonte è il segno che la presenza del virus, come era prevedibile, si è allargata a tutto l'arco alpino".

 

zecca

"Il rischio di trasmissione all'uomo resta basso, in quanto è necessaria la puntura di una zecca infetta per trasmettere la malattia. Tuttavia bisogna osservare alcune precauzioni quando si frequentano le zone endemiche. Intendo che, dopo una passeggiata nei boschi è sempre buona prassi controllare che sul corpo non si sia attaccata una zecca e, in caso affermativo, va staccata immediatamente. Il rischio di trasmissione, infatti, aumenta con il prolungarsi del periodo di permanenza della zecca" […]