DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA…
Gianluca Paolucci per “la Stampa”
I pm milanesi Giordano Baggio, Stefano Civardi e Mauro Clerici sono indagati dalla procura di Brescia per le vicende relative all'inchiesta Mps condotta dai tre magistrati. Il fascicolo, assegnato alla pm Erica Battaglia, è in fase di indagine preliminare e lo scorso 15 luglio è stata chiesta la proroga delle indagini. L'ipotesi di reato è l'omissione di atti d'ufficio. Il filone riguardante le responsabilità di Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, rispettivamente presidente e amministratore delegato tra il 2013 e il 2016, sono state al centro di un lungo braccio di ferro tra procura e giudici.
Nel maggio scorso i tre pm si sono spogliati del fascicolo, dopo che il gip Guido Salvini aveva respinto l'ennesima richiesta di archiviazione delle posizioni degli ex vertici della banca senese, ordinando una nuova perizia e assegnando altri 45 giorni per svolgere indagini nel filone che riguarda la contabilizzazione dei crediti deteriorati dell'istituto.
Dopo la riassegnazione del fascicolo, nelle settimane scorse, la Guardia di finanza ha effettuato una serie di acquisizioni di documenti e sentito manager della banca, consulenti e funzionari della Bce. I tre pm hanno complessivamente avanzato per sei volte richieste di assoluzione o archiviazione per Profumo e Viola, in due distinti filoni: oltre a quello dei crediti deteriorati, c'è anche un distinto filone che riguarda la contabilizzazione dei derivati Alexandria e Santorini per il quale i due manager sono stati condannati in primo grado nell'ottobre scorso.
L'indagine della procura di Brescia è partita da una denuncia di Giuseppe Bivona. La procura di Brescia, competente per gli accertamenti sui magistrati milanesi, sta già indagando per omissione di atti d'ufficio, in un diverso fascicolo, il procuratore Francesco Greco.
Greco, secondo quanto trapelato, non avrebbe avviato tempestivamente le indagini in seguito alle dichiarazioni rese nel dicembre del 2019 da Piero Amara, avvocato siciliano interrogato per la vicenda del complotto Eni, su una fantomatica associazione segreta in grado di condizionare nomine in magistratura e in incarichi pubblici (loggia Ungheria). Indagini aperte solo 5 mesi dopo, con le iscrizioni il 12 maggio di Amara, del suo collaboratore Alessandro Ferraro e dell'ex socio Giuseppe Calafiore. Per la stessa vicenda è indagato anche il pm Paolo Storari.-
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