DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Mirko Bellis per www.fanpage.it
Matthew Jolley, un sacerdote inglese di 32 anni, aveva creato un profilo falso su una popolare piattaforma social per gay. Con il nickname di “Breed me”, si faceva passare per un 13enne bisessuale alla ricerca di bambini piccoli da abusare. In chat ha incontrato un uomo che si è detto disposto a concedere il proprio figlio di appena 2 anni.
Jolley non sapeva che dall'altra parte dello schermo non c’era un padre pervertito, ma un poliziotto sotto copertura che lo ha arrestato. Venerdì scorso, in video conferenza dal carcere di Liverpool dove è rinchiuso da un mese, il prete pedofilo si è dichiarato colpevole di induzione alla prostituzione minorile ed è stato condannato a 3 anni e 4 mesi di reclusione.
Secondo quanto riportato dalla stampa locale, nel 2015 Jolley diventa sacerdote dell’Arcidiocesi di Liverpool. Viene destinato alla parrocchia di Widnes, una città della contea del Cheshire, nel nord-ovest dell'Inghilterra. L’ecclesiastico, prima di essere arrestato, era da poco ritornato dal Belgio e aveva in programma di trasferirsi a Roma per un periodo di studio di due anni.
Abituale frequentatore di chat per omosessuali, Jolley finisce nel radar della polizia quando nei suoi messaggi comincia a scrivere di voler fare sesso con bambini di 2 anni. È in quel momento che un agente sotto copertura si finge il padre di un piccolo di questa età disposto a concedere al sacerdote il proprio figlio per denaro. Dalla testimonianza del poliziotto, inoltre, è emerso Jolley era interessato sia ai maschi che alle femmine, senza limiti di età, “purché fossero carini”. La conversazione tra il prete pedofilo e l’agente di polizia è quindi passata su una piattaforma di messaggistica istantanea in grado di garantire la privacy delle comunicazioni. È qui che Jolley, credendosi al sicuro, ha cominciato a chiedere all'uomo foto e video di carattere pedopornografico. Una disgustosa trattativa conclusa con l’appuntamento a casa di quella che credeva la sua piccola vittima. Ad aspettare il prete, però, c’era la polizia. Jolley quando ha visto gli agenti ha opposto resistenza e ha cercato di scappare ma è stato subito arrestato come sospetto colpevole di abusi su minori.
Mark Shanks, l’avvocato difensore di Jolley, ha dichiarato che il suo assistito è “profondamente imbarazzato e sconvolto” dal suo comportamento. “Il suo sacerdozio è finito – ha assicurato il legale – e quando uscirà dal carcere si cercherà un altro lavoro”. Nel suo verdetto, il giudice Jeremy Lasker ha usato toni molti duri nei confronti del prete pedofilo: “Le sue parole, azioni e intenzioni mi sembrano del tutto incompatibili con gli insegnamenti della Chiesa cattolica”.
Dopo la condanna, l’agente Louise Murphy, membro del team investigativo per gli abusi sui minori del Cheshire, ha dichiarato: "Jolley, attraverso le sue comunicazioni online, ha dimostrato di essere attratto sessualmente dai bambini piccoli e che avrebbe fatto tutto il possibile per soddisfare il proprio desiderio sessuale”. “Questo caso – ha concluso il detective – invia un chiaro messaggio a chiunque commetta tali reati: nessuno è al di sopra della legge e sarà assicurato alla giustizia, indipendentemente da chi sia e cosa faccia”.
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