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DAGOREPORT - DA IERI SERA, CON LA VITTORIA IN GERMANIA DELL’ANTI-TRUMPIANO MERZ E IL CONTENIMENTO…
“IO SONO NOBILE E MI TI COMPRO. TI SPACCO LA TESTA E NON TI PAGO I PANINI” - È IL DELIRIO PULCIARO E UN PO’ COJONE DEL GIOVANE CONTE ROBERT FILO DELLA TORRE DI SANTA SUSANNA CHE SI E’ RIFIUTATO DI PAGARE IL CONTO DI 8 EURO AL BAR: “VENGO DALLA PIÙ IMPORTANTE FAMIGLIA DI ROMA. VI FACCIO LICENZIARE” - LA STORIA E IL PROCESSO
Marco Carta per “il Messaggero”
valeria mangani roberto filo della torre
«Io sono nobile e mi ti compro. Ti spacco la testa e non ti pago i panini». Si è rifiutato di pagare il conto di 8 euro per protestare contro i modi sgarbati del barista. Poi se l'è presa anche con i carabinieri, intervenuti a sedare la lite. «Vengo dalla più importante famiglia di Roma. Vi faccio licenziare».
roberto filo della torre e cristina
È così che il giovane conte Robert Filo della Torre di Santa Susanna si è ritrovato ieri mattina a processo per diversi reati fra cui resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento e insolvenza fraudolenta di fronte al giudice monocratico. Sotto accusa per aver consumato a scrocco due panini.
I fatti risalgono al marzo del 2013, quando il giovane nobile, ora 29enne, si reca in un bar di via del Tritone per uno spuntino notturno. Sono circa le 3 del mattino e il conte, dopo aver divorato i suoi pasti, si rifiuta di pagare il conto. Sostiene di essere stato trattato male ed inizia ad offendere il barista: «Sei un miserabile e vecchio. E comunque io i panini non te li pago».
Tra i due volano parole grosse. La lite è furiosa. Tanto che vengono chiamati anche i carabinieri, che, però, presto divengono bersaglio della furia del conte Filo della Torre. Che dopo aver colpito con calci lo sportello della macchina di servizio, «provocando la rottura del pannello interno», come si legge nel capo d' imputazione, se la prende anche coi militari. Uno di loro viene preso a schiaffi. Agli altri fa pesare le proprie origini: «Nasco dalla più importante famiglia di Roma. Siete due sottoposti di mio padre. Con i miei soldi vi posso comprare». Ora il conte rischia di pagare cara quella notte brava di quasi sei anni fa.
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