NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON…
Tonia Mastrobuoni per “la Repubblica”
Appena un paio di mesi fa si definiva "un crauto nel cuore", un tedesco fino al midollo.
Adesso Karl Lagerfeld ha cambiato umore e ha minacciato di stracciare il passaporto, di rinunciare alla cittadinanza tedesca. Non sa ancora se prenderà quella francese, nonostante viva a Parigi e nonostante «Macron mi piaccia e anche Brigitte», cioè sua moglie.
Ma intanto le politiche migratorie della cancelliera lo hanno talmente indignato che lo stilista si è ricordato che «non gli piacciono le nazioni», di essere "cosmopolita" e «neanche tedesco, bensì anseatico». Il che non è del tutto incompatibile con l'essere tedeschi, ma tant'è.
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A scoppio piuttosto ritardato, Lagerfeld si è accorto che la Germania ha accolto tra il 2015 e il 2016 oltre un milione di profughi: «Era proprio necessario quando la Francia, che si considera la patria dei diritti umani, ne ha accolti 30mila?», ha sottolineato, in un' intervista con il settimanale Le Point. Distratto forse dalle sfilate, dal cucito e dalle feste, Lagerfeld deve aver bucato le tragedie a Calais e alla frontiera con l' Italia, i migranti trattati come bestie nella sua amatissima Francia.
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Lagerfeld è noto per le sue raffinate analisi politiche: l'anno scorso osservò, sempre a proposito dei profughi, che «non è che uno possa ammazzare milioni di ebrei anche se decenni prima - per poi far entrare milioni dei loro peggiori nemici». Che classe.
Al settimanale francese che lo ha intervistato questa settimana, invece, lo stilista ha regalato la seguente chicca: Merkel sarebbe «la figlia di un pastore che non può accettare il male fatto dalla Germania dopo il 1933». Schiere di analisti si interrogheranno a lungo sul significato di queste parole.
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Altra analisi politica arguta del direttore creativo di Chanel: «L' Afd non esisteva, ma con una frase (Merkel, ndr) ha alienato due milioni di voti e ha spedito 100 di questi neonazisti in Parlamento», con riferimento ai 92 parlamentari della destra populista tedesca.
E se c' è un partito che applaudirà alle sue parole, sarà proprio quello di Alice Waidel e Alexander Gauland.
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