NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON…
Estratto dell’articolo di Davide Frattini per il “Corriere della Sera”
Gerusalemme Il nome Herzi è quello di uno zio che aveva combattuto ed era stato ucciso nella guerra dei Sei Giorni, quando il capo di stato maggiore Halevi è nato a Gerusalemme nel 1967. A 18 anni ha indossato la divisa e non l’ha più tolta, la terrà ancora fino al 6 marzo: il giorno che ha scelto per le dimissioni cade poco dopo la fine della prima fase prevista dall’intesa che ha fermato questi 16 mesi di guerra contro Hamas, poco dopo il ritorno a casa degli ultimi tra i 33 ostaggi israeliani da rilasciare da qui a una quarantina di giorni.
benjamin netanyahu herzi halevi
[...] Herzi Halevi ha deciso che non sarà lui a comandare le truppe di Tsahal, l’acronimo che in ebraico indica le Forze di Difesa israeliane. Si tira fuori così dalla diatriba politica, l’ufficiale meno politico che sia arrivato al dodicesimo piano della Kirya, il quartier generale alla periferia di Tel Aviv, pur travolto appena insediato nel gennaio 2023 dalle manifestazioni di protesta contro il piano giustizia anti-democratico del governo, cortei a cui partecipavano anche i riservisti dalle forze speciali all’aviazione.
attacco di hamas del 7 ottobre 4
Ed è stato lui a dover navigare le accuse isteriche della coalizione al potere, gli infantili «possiamo fare a meno di voi» di qualche ministro, fino ai massacri del 7 ottobre del 2023, quando gli oppositori sono stati i primi a presentarsi in caserma.
Halevi si era preso subito la responsabilità per la mattanza — 1.200 israeliani uccisi nei villaggi a sud — a differenza di Netanyahu che ancora evita di considerarsi implicato, nonostante sia al potere da 13 degli ultimi 15 anni e la strategia di contenimento dei fondamentalisti — valigie di dollari consegnate dal Qatar ai terroristi con il suo beneplacito — si sia dimostrata tragicamente fallimentare.
«Tsahal sotto il mio comando — scrive il capo di stato maggiore nell’annuncio — ha fallito nella missione di proteggere i cittadini. Questa disfatta mi accompagnerà ogni giorno, ogni ora e sarà così per il resto della mia vita».
[...]
Le forze che Halevi si è trovato a condurre da capo di stato maggiore erano state profondamente trasformate dai predecessori con investimenti per accelerare la supremazia tecnologica, innovazioni pagate con il budget annuale di 25 milioni di dollari che si sono rivelate friabili di fronte all’assalto brutale e artigianale perpetrato da migliaia di paramilitari fondamentalisti.
Per 472 giorni coordina un’offensiva che — come sostengono le Nazioni Unite — ha riportato lo sviluppo di Gaza indietro di 69 anni, in cui i palestinesi ammazzati sono 47 mila, lui che dopo il conflitto del 2009 — il primo da quando Hamas aveva tolto con le armi il controllo della Striscia all’Autorità palestinese — aveva criticato altri comandanti sul campo per «non aver trasmesso ai soldati gli standard morali».
Benjamin Netanyahu Herzi Halevi
Lo spirito di vendetta dopo l’orrore del 7 ottobre — scrive il settimanale britannico Economist — «ha spinto verso l’abisso il concetto di guerra etica che gli israeliani avevano cercato di costruire».
il kibbutz di be’eri, assaltato il 7 ottobre da hamas foto di micol flammini 10il video del sequestro delle soldatesse israeliane da parte dei terroristi di hamas il 7 ottobre
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