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L’EMERGENZA SOCIALE CHE LA POLITICA NON VUOLE VEDERE: LE PAGHE DA FAME - TRA PRECARIETÀ, ORARI RIDOTTI E CONTRATTI PIRATA, IN ITALIA VIVONO IN POVERTÀ QUASI 6 MILIONI DI LAVORATORI - UN DIPENDENTE SU TRE NON ARRIVA A GUADAGNARE 12 MILA EURO LORDI ALL'ANNO - IL NOSTRO È L'UNICO TRA I PAESI OCSE AD AVER REGISTRATO UN VALORE NEGATIVO (-2,9%) NELLA VARIAZIONE DEI SALARI MEDI TRA IL 1990 ED IL 2020. IN FRANCIA, NEGLI ULTIMI TRENT'ANNI LE RETRIBUZIONI SONO AUMENTATE DEL 31%...

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Estratto dell’articolo di Luca Monticelli Francesco Moscatelli per “la Stampa”

 

POVERTA' IN ITALIA

Abbiamo imparato il significato di "working poor" vent'anni fa con i film di Ken Loach, venendo a conoscenza di una grande massa di lavoratori che non guadagnano abbastanza da superare la soglia della povertà. Un fenomeno che adesso sembra diventato tipicamente italiano, visto che il nostro è l'unico tra i Paesi Ocse ad aver registrato un valore negativo (-2,9%) nella variazione dei salari medi tra il 1990 ed il 2020. In Francia, solo per fare un esempio, in questi ultimi trent'anni le retribuzioni sono aumentate del 31%.

 

[…] un quarto dei lavoratori italiani è a rischio povertà. Se gli occupati in Italia sono oltre 23 milioni, ecco che ci troviamo di fronte a una platea di 5 milioni e ottocentomila persone in grande difficoltà. Precari, immigrati, part time, personale a servizio della gig economy, giovani del Sud e donne: sono loro gli "ultimi" che fanno fatica ad arrivare a fine mese.

SOLDI POVERTA

 

L'economista Ocse Andrea Garnero […]: «Il lavoro povero deriva dai bassi salari, ma soprattutto dal fatto che molti dipendenti sono costretti a lavorare meno ore di quante vorrebbero. L'Italia ha il dato più alto dei Paesi Ocse di part time involontario. A questo bisogna aggiungere il precariato». […]

 

Mezzo milione di lavoratori, soprattutto giovani e donne, non solo fanno fatica a vivere dignitosamente, ma non avranno neanche una pensione sufficiente. […] Il reddito medio di 211 mila collaboratori nel 2021 è stato di 8.500 euro lordi, 11 mila per gli uomini e 7 mila per le donne, che costituiscono il 60% del totale. La fascia di età fino a 34 anni rappresenta il 48% e guadagna in media 5.700 euro, mentre gli adulti da 34 a 64 anni sono il 49% e guadagnano 11 mila euro lordi all'anno. I senior, oltre i 65 anni, sono poco più del 2% e hanno un reddito lordo annuo di quasi 15 mila euro.

volontari caritas

 

Ci sono poi 341 mila professionisti che hanno portano a casa 15.800 euro lordi: 18.400 euro gli uomini e 13.200 le donne, che sono circa la metà. Le partite Iva under 34 sono il 33% e guadagnano mediamente 12.300 euro lordi l'anno, quelli tra i 35 e i 64 anni hanno un reddito lordo medio di 17.600 euro. Gli over 65 sono il 3% del totale e dichiarano circa 18.300 euro.

 

«Il 30% dei lavoratori dipendenti guadagna meno di 12 mila euro lordi all'anno», evidenzia Elena Granaglia, docente di Economia di Roma Tre e membro del coordinamento del Forum Disuguaglianze e Diversità, che aggiunge: «Il grosso del lavoro povero si riscontra in settori come il turismo, ma anche nei servizi alla persona. […]».

 

nuove povertà

[…] l'incidenza dei bassi salari tra le donne è molto più alta che tra gli uomini, sia in termini di salario annuale che settimanale. […] è la diffusione dei contratti part-time a penalizzare le donne rispetto agli uomini. Inoltre, i giovani (tra i 16 e i 34 anni) hanno un'incidenza di bassi salari quasi doppia rispetto al gruppo più anziano (tra i 50 e i 65 anni).

 

[…] su mille contratti depositati ce ne sono 800 pirata: «Sempre più datori di lavoro puntano al ribasso, oltre al problema della retribuzione mensile questi contratti sono più deboli per quel che riguarda gli straordinari, la malattia, la maternità e in generale le tutele legate alla persona». […]

nuove povertà