coronavirus milano

IL PICCO DEVE ANCORA VENIRE – L’IMPENNATA DEI CONTAGI A MILANO ARRIVERÀ INTORNO AL 20 MARZO: LA CRESCITA È COSTANTE E SECONDO I MODELLI MATEMATICI LA CURVA CONTINUERÀ A SALIRE ALMENO PER UN ALTRO MESE – ORMAI È TARDI PER FARE QUALSIASI COSA: IERI IL TASSO DI CASI POSITIVI ERA VICINO AL 10%, STANNO CRESCENDO I RICOVERI IN TERAPIA INTENSIVA E PRESTO, COME HANNO DIMOSTRATO TUTTE LE ALTRE, ARRIVERANNO L’AUMENTO DEI MORTI…

 

 

 

 

Gianni Santucci per www.corriere.it

 

tamponi drive in a milano 3

Le previsioni anticipate dal Corriere dieci giorni fa indicavano una soglia. Oltre mille nuovi «positivi» al giorno a Milano per fine febbraio. La crescita, costante, è arrivata: e ha rispecchiato lo scenario disegnato in anticipo dai modelli matematici. Ieri 1.145 contagiati in provincia (457 in città), giovedì erano 1.072. Vuol dire oltre 4 mila nuovi contagiati negli ultimi 5 giorni. Quasi 40 per cento in più rispetto a due settimane fa. Se si considera l’intera Lombardia (ieri 4.557 «positivi») va anche peggio. Il problema è il futuro: perché l’ondata è ripartita, e avrà una curva di crescita che durerà almeno 30 giorni.

 

CORONAVIRUS, FASE DUE A MILANO

Le «campane» epidemiche hanno infatti un andamento non modificabile. Intervenire ora potrà servire a limitare una parte dei danni. Ma il contagio è ripartito e non si può bloccare, perché oggi vediamo solo i primi segnali di quel che è già successo (e non di quello che deve ancora accadere), dunque non arginabile.

 

Si poteva fare due settimane fa. Oggi è tardi. E la nuova ascesa, secondo più esperti consultati dal Corriere, i cui dati sono stati incrociati con l’ultimo report dell’Institute for health metrics and evaluation (centro di ricerca statunitense creato dalla fondazione di Bill Gates), non si arresterà almeno fino al prossimo «picco» che dovrebbe arrivare intorno al 20 marzo. Ieri il tasso di casi positivi sui circa 50 mila tamponi elaborati è arrivato vicino al 10 per cento, con una percentuale doppia rispetto a un paio di settimane fa. È probabile che la nuova ondata sia meno drammatica delle precedenti, ma sarà comunque pesante.

protesta a milano contro le misure anti coronavirus 2

 

Le autorità sanitarie si organizzano per gestire le conseguenze. Perché mentre la politica lombarda rivendicava con orgoglio di poter «trascorrere» l’attuale settimana ancora in «zona gialla», la pressione sugli ospedali mostrava i primi segnali di sofferenza. Ieri il saldo tra nuovi ingressi e dimissioni dai reparti Covid lombardi è arrivato a 4.034 ricoverati (più 10) e 416 persone assistite in terapia intensiva (più 9). Ma quel che più conta è la tendenza.

 

navigli pieni di gente 5

Nei report interni che allargano lo scenario sugli andamenti, si vede chiaramente che dal 10 febbraio, considerando sempre intervalli di tre giorni (periodo migliore per mettere a fuoco il trend), il saldo dell’occupazione nei reparti Covid è sempre stato in aumento. A quella data i ricoverati nei reparti lombardi erano meno di 3.500: oggi sono oltre 4 mila. E se si considera che questo è solo il numero di letti occupati, dietro si scopre che in meno di due settimane i nuovi ricoverati sono stati oltre mille.

 

attilio fontana e letizia moratti

Discorso analogo vale per le terapie intensive, dove l’occupazione è iniziata a risalire con andamento fisso dal 16 febbraio e da allora non s’è mai arrestata. L’R(t) su Milano (indicatore che definisce il movimento espansivo o regressivo dell’epidemia - sopra o sotto la soglia di 1) sei giorni fa è arrivato oltre 1,2, e tutto fa pensare che stia continuando a crescere.

milano vuota coronavirus

 

E dopo, come tutte le altre ondate hanno dimostrato, arriverà l’aumento dei decessi. I modelli matematici stimano che il numero dei morti (ieri 48 in tutta la Regione) andrà a crescere fino a un «picco» spostato in avanti di circa 7-10 giorni rispetto alla curva dei contagi, e quindi almeno fino a fine marzo. Proprio l’Institute for health metrics and evaluation ha previsto per l’Italia un numero di decessi variabile fra i 28 e i 33 mila da qui all’inizio di giugno, e in questo numero potrebbero esserci almeno 4-5 mila decessi soltanto in Lombardia.

coronavirus fase due bar riaprono a milano 19