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Estratti dell'articolo di Francesca Pierantozzi per il Messaggero
Non gli agenti nervini del Novicok, né le molecole impalpabili del sarin, ma un pugno ha ucciso Alexei Navalny: un pugno solo, secco, dritto in mezzo al cuore. Ne è sicuro Vladimir Osechkin: «È una vecchia tecnica degli agenti del Kgb».
Osechkin assicura di aver avuto le informazioni da fonti che conosce bene: attivista russo rifugiato dal 2016 in Francia, a Biarritz, nel 2011 ha creato il sito gulagu.net proprio per denunciare le violazioni dei diritti umani nelle carceri di Putin. Ci ha passato qualche anno anche lui.
Osechkin ha riportato al britannico Times quello che gli ha raccontato qualcuno che lavora all'IK-3, il carcere oltre il circolo polare artico dove Navalny è morto alle 14 e 17 di venerdì 16 febbraio. Prima di morire Navalny era stato lasciato al gelo per più di due ore e mezzo.
VLADIMIR PUTIN E IL TE - MEME BY EMILIANO CARLI
La temperatura quel giorno è scesa anche sotto i meno trenta. In condizioni così estreme, i detenuti resistono in genere molto meno all'aperto, lui invece era stato lasciato terribilmente a lungo, in un cortile da solo, senza nessun altro detenuto, senza testimoni, in una sorta di cella senza tetto, un buco nel cemento dove si intravede appena il cielo di cui si ricordano bene tanti prigionieri tornati da quel penitenziario: in quel cortile, dicono tutti, è ancora più insopportabile stare fuori d'inverno, non passa nessuna luce, soltanto il gelo».
«Penso che lo abbiamo stremato dal freddo, rallentando al massimo la circolazione del sangue. A quel punto diventa molto facile uccidere: se hai esperienza, bastano pochi secondi, un colpo secco, devi solo essere addestrato. È un vecchio metodo degli agenti speciali del KGB».
Secondo Osechkin, Navalny non è stato il primo a morire così dentro le mura dell'IK-3: questo significa che nel penitenziario ci sono guardiani addestrati a uccidere col pugno al petto. L'assassinio sarebbe stato preparato da giorni, con «l'evidente coinvolgimento delle autorità di Mosca». «Da quello che so dalle mie fonti - ha detto ancora Osechkin al Times - l'operazione è stata preparata. È stato un ordine arrivato direttamente da Mosca, altrimenti nessuno avrebbe potuto mettere fuori servizio le telecamere».
(...) Al Times Osechkin ha riportato anche la testimonianza di un uomo che è riuscito a vedere il corpo di Navalny, ormai inghiottito da qualche laboratorio di medicina legale nonostante le ripetute richieste della famiglia di poter riavere la salma. I «lividi» di cui si è parlato fin dall'inizio, sarebbero in realtà concentrati sul petto, e del tutto «compatibili» con l'ipotesi di una morta causata dal pugno al cuore. Un addetto dell'ambulanza che ha trasportato il corpo di Navalny aveva invece parlato di ecchimosi compatibili con un tentativo di rianimazione con massaggio cardiaco. Sempre di ieri è la notizia che il vice direttore del Servizio penitenziario federale russo Valery Boyarinev è stato promosso colonnello e che un altro alto funzionario dei servizi di sicurezza,
(...) I russi hanno dichiarato che l'esame autoptico del corpo di Navalny durerà almeno 14 giorni. «Una contro-autopsia sarà difficile da effettuare - ha commentato ieri Philippe Charlier, un esperto francese - tutto dipenderà da come sarà riconsegnato il corpo. I russi potrebbero addirittura consegnare alla famiglia soltanto le ceneri».
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