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Gianluigi Nuzzi per “la Verità”
PAPA BERGOGLIO A RIO DE JANEIRO
Qualcosa si muove in uno dei settori più delicati, poco «moderni» e lontani dai riflettori della curia: la giustizia vaticana. L'ufficio della pubblica accusa, una sorta di Procura, amplia il suo organico, raddoppiando il numero dei promotori di giustizia. Al professor Gian Piero Milano, si aggiunge il professor Roberto Zanotti al quale andrà una specifica e delicata competenza sui reati di natura finanziaria che ancora oggi costituiscono i più gravi tra quelli consumati nel piccolo Stato.
Per portare avanti queste indagini Zanotti avrà la collaborazione dell' ex comandante generale della Guardia di finanza (2012-2016), Saverio Capolupo, classe 1951, nato a Capriglia Irpina e uno tra i più fini conoscitori della legislazione in materia economico finanziaria, con buone relazioni con alcuni prelati nei sacri palazzi. Zanotti ha consolidato con Capolupo un rapporto solido soprattutto negli anni di condivisione alla scuola superiore di polizia tributaria di Ostia, dove Zanotti ha insegnato come docente e conferenziere e Capolupo ne era al vertice.
Questo permetterà al nuovo promotore di formare una squadra di investigatori specializzati dal primo marzo quando il generale arriverà come consulente Oltretevere. Sono mosse che indicano una ristrutturazione dell'ufficio della pubblica accusa, ma anche della polizia giudiziaria visto che questa vedrà arricchirsi di nuovi elementi provenienti dai carabinieri e dalla Guardia di finanza, come annunciato dallo stesso Milano all'inaugurazione dell' anno giudiziario. Sebbene lo Stato sia molto piccolo, circola una quantità enorme di denaro tra le offerte che si ricevono, gli investimenti che vengono compiuti e i lavori affidati.
Pressoché assenti i reati contro la persona, quelli invece societari e contro la pubblica amministrazione che vengono scoperti lievitano ogni anno, grazie ai primi cambiamenti introdotti da Bergoglio subito dopo il suo arrivo. Ma sebbene Francesco sia arrivato ormai da sei anni, siamo ancora all' inizio. La giustizia vaticana mai è stata considerata come priorità da chi sta portando avanti la «rivoluzione dolce» in nome del Pontefice. Eppure, i dati che arrivano fanno capire quanto si potrebbe lavorare.
Nel quinquennio 2013-2017, ad esempio, è stato disposto - secondo i dati diffusi dal promotore Milano - il sequestro complessivo di: euro 21,8 milioni di euro, 4,7 milioni di dollari, 1,4 milioni di dollari australiani. Somme sequestrate in indagini delle quali il Vaticano non diffonde nessuna informazione, cosa che non ha precedenti in alcun Paese del Vecchio continente. Dove, in genere, sulle inchieste si danno sempre informazioni affinché tutti sappiano di chi fidarsi e di chi no. Ma il piccolo Stato, da monarchia assoluta, fa scelte differenti. Anche sotto questo pontificato.
Bisogna capire se queste manovre anticipano una più radicale riforma del pianeta della giustizia vaticana, che finora è sempre rimasto a velocità ridotta per soddisfare plurime esigenze: evitare scandali e sovraesposizione certo, ma anche affidarsi quasi unicamente alla giustizia divina.
Una posizione di continuità con Giovanni Paolo II e Benedetto XVI che pare invece ora destinata a cambiare radicalmente con Francesco. Riorganizzazione degli uffici sì, ma anche riforma dei codici visto che quello in vigore, il codice Zanardelli, risale al 1889 e vien considerato - a ragion veduta - un tantino antiquato, per usare un eufemismo.
Un altro punto importante riguarda proprio la gendarmeria retta da Domenico Mimmo Giani, ex sottoufficiale della finanza: uno degli ultimi laici ad avere ruoli di rilievo sia con Bergoglio, sia con Ratzinger. Puntualmente - e da sempre - si rincorrono le voci di un suo avvicendamento, cosa che si è verificata anche nelle ultime settimane con i boatos curiali che lo davano ormai sulla via del tramonto.
Tanto che in segreteria di Stato si starebbero verificando i profili di tre suoi successori, due finanzieri e un ufficiale proveniente dall'Arma. Ma i ben informati fanno notare che la cosa sarebbe stridente con la recente nomina del suo vice, l'ingegnere Gianluca Gauzzi Broccoletti, considerato uomo di fiducia dello stesso Giani e segno di stima che la gerarchia vaticana ripone nell'attuale numero uno, comandante ormai dal 2006. È quindi ipotizzabile che anche questa volta Giani rimarrà al suo posto e che i rumor siano figli di scontri di potere che sempre si consumano nei diversi dicasteri.
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