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L’ULTIMO COLPO DI SCENA DEL CASO GARLASCO – GIUSEPPE SEMPIO, PADRE DI ANDREA, È INDAGATO PER LA PRESUNTA CORRUZIONE DELL’EX PROCURATORE AGGIUNTO DI PAVIA, MARIO VENDITTI: AVREBBE PAGATO TRA I 20 E I 30MILA EURO PER FAR ARCHIVIARE IL FIGLIO, INDAGATO PER LA MORTE DI CHIARA POGGI – IL PRINCIPALE INDIZIO A CARICO DEL SETTANTADUENNE È LA NOTA RITROVATA IN CASA, IN CUI SCRIVEVA: “VENDITTI GIP ARCHIVIA X 20.30. € EURO» E «4-2-2016 GIP (VENDITTI) PROCURATORE DI PAVIA) SE ARCHIVIA L'INDAGINE DOVREBBE METTERE IL NOME DEL SOGGETTO SULLA ARCHIVIAZIONE (SEMPIO ANDREA) COSÌ NON PUÒ ESSERE INDAGATO X LO STESSO MOTIVO IL DNA”. IN QUEL PERIODO SONO STATI RILEVATI MOVIMENTI DI DENARO INUSUALI PER LE ABITUDINI DEI SEMPIO: DAGLI ASSEGNI EMESSI DALLE DUE SORELLE A GIUSEPPE PER UN IMPORTO DI 43 MILA EURO AI SUCCESSIVI PRELIEVI IN CONTANTI…
Estratto dell’articolo di Andrea Siravo per “La Stampa”
Fino a ieri c'era solo il presunto corrotto, l'ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti, ma non il suo ipotizzato corruttore.
Con un invito a nominare un consulente tecnico di parte per attività tecniche non ripetibili, la procura di Brescia mette nero su bianco che sarebbe stato Giuseppe Sempio, padre di Andrea, l'uomo dietro la «proposta o la comunque ipotizzata corresponsione» al magistrato, oggi in pensione, di una somma di denaro, tra i 20 e i 30 mila euro, per favorire l'archiviazione dell'indagine del 2016-2017 aperta nei confronti del figlio per l'omicidio di Chiara Poggi.
Nell'atto relativo alle operazioni di copia del contenuto dei pc, telefoni e altri device prelevati a Venditti e ai due carabinieri all'epoca in servizio alla sezione di pg (non indagati) si riportano le ipotesi di reato contestate ai due indagati dal procuratore Francesco Prete e dalla sostituta Claudia Moregola: corruzione e corruzione in atti giudiziari.
Gli indizi a carico del settantaduenne erano, di fatto, già noti dallo scorso 26 settembre quando, a seguito di una serie di perquisizioni, era emersa l'esistenza dell'inchiesta sul presunto insabbiamento della prima indagine sull'amico d'infanzia di Marco Poggi.
Non quel giorno, ma il 14 maggio precedente, i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano avevano sequestrato il quaderno in cui Giuseppe Sempio, come da lui stesso ammesso, aveva scritto a mano le frasi: «Venditti gip archivia x 20.30. € euro» e «4-2-2016 gip (Venditti) procuratore di Pavia) Se archivia l'indagine dovrebbe mettere il nome del soggetto sulla archiviazione (Sempio Andrea) così non può essere indagato x lo stesso motivo il Dna».
In quel periodo sono stati rilevati movimenti di denaro inusuali per le abitudini dei Sempio: dagli assegni emessi dalle due sorelle a Giuseppe per un importo di 43 mila euro ai successivi prelievi in contanti.
Nella deposizione del 26 settembre Giuseppe Sempio, quando non era ancora iscritto nel registro degli indagati, ha fornito una spiegazione sul senso dell'appunto: «Dovrebbe essere una previsione di quanto avremmo dovuto pagare agli avvocati alla fine della faccenda».
Ha anche spiegato che i soldi ricevuti dalle zie di Andrea erano serviti esclusivamente per pagare gli avvocati dell'epoca, i legali Massimo Lovati, Federico Soldani e Simone Grassi. «Eravamo in balìa loro - ha messo a verbale - non avevamo chiesto a nessuno, e nessuno ci aveva detto a quanto sarebbero ammontate le loro parcelle. Pagavamo tutto quanto necessario, per poter andare avanti e tirar fuori Andrea, facendo le cose che andavano fatte».
VENDITTI - NOTTE PRIMA DEL RIESAME - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA
Che fosse solo lui a maneggiare quella somma in contante e a cosa servisse lo ha spiegato anche la moglie Daniela Ferrari: «Dagli avvocati ci andavano sempre mio marito e mio figlio, e quando tornavano dicevano che servivano soldi per avere le carte». Proprio su alcuni degli atti d'indagine del fascicolo di otto anni fa si concentrano oggi gli inquirenti bresciani.
A partire dalla consulenza tecnica del genetista degli Stasi sul match del Dna di Sempio con quello sulle unghie di Chiara. […]
«Ha corrotto l’ex procuratore» Indagato anche il padre di Sempio
Garlasco, il riferimento a Venditti tra gli appunti. La madre: era mio marito a gestire i conti
Cesare Giuzzi,Pierpaolo Lio
[…] Per l’avvocato Aiello l’ultimo atto dei pm «non è una parodia, ma è accaduto veramente»: «Come mai non si segue la via ordinaria del Riesame? In una vicenda già densa di dubbi e incertezze non si attende un giudicato valido per tutte le parti del processo? E soprattutto non si rispetta la decisione di un giudice terzo?».
Il legale attacca anche l’indagine della Procura di Pavia su Sempio, da cui ha tratto origine il procedimento bresciano: «La Cassazione che condanna Alberto Stasi parla di un solo autore dell’omicidio, se si vuole cercare un concorrente nel reato, si deve prima revocare il giudicato, almeno nella parte in cui parla di un solo concorrente. Chi la pensa diversamente o commette un falso ideologico grave o ambisce legittimamente ad andare nei talk show».
I pm, insieme ai finanzieri del nucleo Pef e del Gico di Brescia, diretti dai tenenti colonnelli Antonio Ranaudo e Pietro Mazzarella, insieme ai colleghi del Nucleo investigativo di Milano, guidati dai colonnelli Antonio Coppola e Fabio Rufino, stanno estendendo le indagini non solo ai movimenti di denaro legati alla corruzione (comprese le cifre donate ai Sempio dai parenti) ma ad altro.
Il nuovo fronte è legato all’origine del procedimento del 2016, culminato poi nell’archiviazione del 23 marzo 2017. Gli inquirenti cercano le tracce della consulenza tecnica firmata da Pasquale Linarello che per conto della difesa di Stasi confrontò i risultati del Dna sulle unghie della vittima con il profilo genetico di Sempio. Consulenza depositata dallo studio Giarda (che assisteva Stasi) assieme a un esposto della madre, Elisabetta Ligabò, alla squadra mobile di Milano e quindi alla Procura generale il 13 dicembre 2016.
chiara poggi stefania paola cappa
Fu poi la sostituta pg Laura Barbaini il 20 dicembre a inoltrarla all’aggiunto pavese Venditti e alla Corte d’appello di Brescia per valutare la revisione della condanna a Stasi. Quei documenti vennero poi dati in copia da Brescia al legale dei Poggi, l’avvocato Tizzoni, che aveva presentato istanza. Secondo i pm, però, si trattava di atti segretati e l’invio a Brescia fu anomalo perché i legali di Stasi non avevano presentato istanza di revisione. Poi l’esposto e la consulenza Linarello non si sa come finirono ai legali di Sempio il 13 gennaio. Circostanza confermata a verbale dall’allora consulente Luciano Garofano sentito nei giorni scorsi.
chiara poggi stefania paola cappa
CHIARA POGGI ALBERTO STASI
SETTIMANALE GIALLO - MARCO POGGI NON ERA IN ALBERGO CON I GENITORI IL 13 AGOSTO 2007
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elisabetta ligabo alberto stasi 1
l ex procuratore di pavia mario venditti
GIUSEPPE SEMPIO DANIELA FERRARI
il padre di andrea sempio - giuseppe sempio
MARIO VENDITTI E ANDREA SEMPIO
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