DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Fabio Amendolara e Giacomo Amadori per "La Verità"
L'ultimo sberleffo ai giornalisti, tutti presi a estrarre i coccodrilli dai cassetti con l'elenco dei misteri dell'«uomo dei misteri», Flavio Carboni lo ha messo a segno dopo che è uscito di scena. Tutti i media (a parte La Verità) hanno raccontato che la sua dipartita era avvenuta a Roma, a causa di un infarto, anziché in Sardegna, come in effetti è avvenuto.
Eppure, già nella mattinata di lunedì, a poche ore dal decesso, sul sito Olbianova era stato pubblicato un necrologio che annunciava, oltre al curioso divieto di «assembramenti e condoglianze», che la camera ardente sarebbe stata allestita «nel padiglione ex Audi vicino all'hub vaccinale di Olbia».
Come poteva essere arrivata nell'isola dalla Capitale la salma di Carboni ancora calda? Era stata catapultata sopra al Tirreno? In più nell'annuncio funebre, c'era un importante indizio: a dare il triste annuncio della morte, oltre ai tre figli, una nuora e l'«adorato nipotino», era la compagna Antonella, la sua anima gemella in Sardegna e non Maria Laura, la consorte «romana».
FLAVIO CARBONI - IL VILLAGGIO SARDO MARINELEDDA GOLFO ARANCI
In realtà Carboni è morto nel suo regno, a pochi chilometri da Porto Rotondo, dove negli anni Ottanta faceva il bello e cattivo tempo, acquistando e vendendo terreni e immobili. Persino Villa Certosa, divenuta la residenza di Silvio Berlusconi, era stata sua. Per la precisione è deceduto nel villaggio di Marineledda, circondato dal verde dei giardini condominiali, in un'abitazione con un panorama che toglie il fiato, di fronte a una spiaggia di sabbia bianchissima, quella di Marinella.
La casa è di proprietà di un settantaduenne avvocato originario di Ossi, Giovanni Maria Spanedda, magione che Carboni aveva in uso: «È morto tra le braccia della compagna Antonella, vivevano insieme da 28 anni. Le ha detto a un certo punto: "Mi sento male, mi sento male" bam! Morto!» ricostruisce con noi l'avvocato. Il quale è arrivato pochi istanti dopo: «Era ancora caldo», racconta in preda all'emozione.
«Ci sono rimasto secco anche io. Era spirato da un minuto, all'una in punto». Carboni aveva problemi di cuore? «Assolutamente no... era di una vitalità che noi ce la sogniamo... prendeva l'aereo... andava destra e a sinistra... ci sono rimasto molto male quando ho saputo... era tranquillo... non aveva nessun problema e poi arriva questo maledetto ictus, vaffa caz morto».
IL NECROLOGIO DI FLAVIO CARBONI
È arrabbiato perché tutti i giornali hanno scritto che è spirato a Roma, creando problemi per l'organizzazione della cerimonia d'addio prevista per oggi a Olbia: «È stato uno sbaglio enorme anche perché domani (oggi per chi legge, ndr) al funerale dovrebbe essere presente anche il presidente Berlusconi, amicissimi erano».
Ricordiamo sommessamente al nostro interlocutore che sono in corso le votazioni per il Quirinale, ma l'avvocato insiste: «Sì verranno Berlusconi e altri». Quali altri? «Non lo so perché molti stanno prenotando ora i voli perché sono cascati nell'errore di Roma». Spanedda conferma, se ce ne fosse ancora bisogno, che il suo amico è proprio deceduto a Olbia: «È morto a casa mia nel villaggio di Marineledda.
La mia abitazione è attaccata alla sua, io vivo nella casa a fianco». In effetti il legale possiede mezzo villaggio, una ventina di immobili tra bungalow (12), locali commerciali (3) e depositi. Quando parla del tempo trascorso insieme al faccendiere, la voce si increspa: «Mi telefonava tutte le mattine alle 7 "Come stai? Pronto?"». Lui dormiva poco, dalle 9-10 di sera fino alle 4 del mattino, poi si metteva a scrivere... è quella sua chiamata è una cosa che stamattina (ieri per chi legge, ndr) mi è mancata», ammette sempre più provato.
«Ho trascorso tre anni al suo fianco... sono stati tre anni turbolenti per il lavoro... però sono stati tre anni di grandi soddisfazioni...». Insieme hanno portato avanti due progetti: quello sul grafene, il super materiale in cui Carboni credeva moltissimo e che voleva utilizzare per depurare l'acqua e quello di un libro di memorie. «Doveva portarlo domani (oggi per chi legge, ndr) dall'editore».
Non ha fatto in tempo. «Poveraccio», esclama l'avvocato. Quindi annuncia: «Lo pubblicheremo noi». Il professionista ricorda come sia nato il mémoire: «Lo ha scritto Flavio da solo, ci ha impiegato circa un anno. Io e la mia collega Luisella Corda lo leggevamo man mano che finiva un capitolo per vedere se ci fosse qualcosa di storto. Non si è fatto aiutare da nessun giornalista, ci ha messo tanto tempo, è stato un lavoraccio».
E quali sono gli argomenti al centro del volume? «Contiene la sua verità sul crac del Banco Ambrosiano, su Licio Gelli, sulla strage di Bologna, su tutto quello che ha vissuto in prima persona. È scottante quel libro, non è fatto tanto per fare, contiene la sua verità. Più di lui certe cose non le sa nessuno. Si parla anche delle guerre che sono state portate avanti in Polonia per far cadere il comunismo e il muro di Berlino».
La famosa intelligence cristiana, l'Entità «Lui ne è stato il protagonista», conferma il legale. Negli ultimi mesi il suo nome era tornato di moda perché Cecilia Marogna, la presunta esperta di intelligence ingaggiata dal cardinale Angelo Becciu, lo aveva citato come suo contatto e punto di riferimento. L'ennesimo link di Carboni con il Vaticano.
Ma le rivelazioni di Spanedda non sono finite: «Stavamo ancora festeggiando, fino a quattro ore prima della sua morte, per il grafene, perché ormai aveva raggiunto un accordo con un'importantissima azienda per pubblicare i risultati di questa benedetta scoperta, anche il professor Petrik era contentissimo, stava per arrivare dalla Russia». Una storia che Carboni ripeteva a pappagallo da almeno sei anni.
Le ricerche erano state portate avanti con il controverso inventore russo Viktor Petrik, con un passato in politica (su Youtube lo si può vedere all'opera con i suoi esperimenti, mentre sfoggia una chioma degna dello scienziato di Ritorno al futuro). Per anni Carboni ha provato a ottenere finanziamenti pubblici soprattutto dall'Ue per commercializzare i suoi presunti brevetti registrati negli Stati Uniti d'America, in particolare quelli riguardanti il trattamento dell'acqua per renderla potabile.
Per i suoi affari sul grafene era stato anche indagato, ma poi assolto. Il sospetto degli investigatori era che il denaro inviato negli Usa per i brevetti fosse un sistema di riciclaggio di denaro sporco. Le accuse, come detto, sono cadute. L'avvocato Spanedda è convinto che gli studi finanziati da Carboni siano utili per l'intero pianeta: «Il grafene permetterà di purificare l'acqua, anche quella marina.
Si potranno bonificare tutte le spiagge. Le prove sono state già state fatte in Sicilia. Eravamo solo un po' in ritardo perché aspettavamo che Flavio concludesse il libro. Tenga presente che muoiono tante persone per l'arsenico nell'acqua e noi, in futuro, le salveremo». In attesa che gli scienziati leggano i risultati delle ricerche di Carboni e che il mondo sia un posto migliore, a noi, poveri profani, desta più curiosità la notizia del memoriale del faccendiere più famoso d'Italia.
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