amy schumer vino bicchiere

LEVATEJE ER VINO! SECONDO UNA RICERCA BERE PIU' 5-6 BICCHIERI A SETTIMANA ACCORCIA LA VITA - ALLARME IN ITALIA: BOOM DI SUPERALCOLICI, IN 8,6 MILIONI A RISCHIO (TRA CUI 800MILA MINORENNI) - FACCI: "NON SARANNO CERTE RICERCHE A DARE ALLA TESTA? IN REALTA' LA PRIMA CAUSA DI MORTE NEL MONDO NON E' L'ALCOL MA..."

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Da www.affaritaliani.it

 

vino rosso

ALCOL: SUPERARE 5-6 BICCHIERI A SETTIMANA RIDUCONO ASPETTATIVE DI VITA

Attenzione, 5-6 bicchieri di vino a settimana accorciano la vita. È questo l’allarme scattato a seguito di uno studio pubblicato sulla rivista Lancet.

Il consumo di 5-6 bicchieri di alcol a settimana, o, più precisamente poco più di 5 pinte di birra o 5 bicchieri di vino da 175 millilitri l'uno, pari a 100 grammi di alcol o 12,5 unità alcoliche, in ogni caso meno della quantità limite comunemente raccomandata, accorcia la vita.

vino

 

ALCOL, CON OLTRE 5-6 BICCHIERI A SETTIMANA SALE RISCHIO MORTE: LO STUDIO

Lo studio ha coinvolto - in 19 paesi ricchi - un totale di 599.912 individui non astemi. Circa il 50% del campione ha riferito di consumare più di 100 g/settimana di alcol, l'8,4% del campione addirittura 350 g/settimana. Superati i 100 g/settimana di alcol consumato, si rileva un aumento del rischio di morte per tutte le cause.  Rispetto a chi ha riferito di limitarsi a un consumo settimanale inferiore a 100 grammi, per coloro che consumano 100-200 g/settimana, 200-350 g/settimana, o più di 350 g/settimana si stima una aspettativa di vita a 40 anni più bassa (circa 6 mesi, 1-2 anni, o 4-5 anni, in meno rispettivamente).

SONNIFERO NEL VINO

 

L'ALCOL ACCORCIA LA VITA: I CONSIGLI PER I BEVITORI DI ALCOL

Il consiglio dell'autrice principale  di questo studio sull’alcol Angela Wood, della University of Cambridge

"Il messaggio chiave per la salute pubblica di questa ricerca è che se tu consumi abitualmente alcolici, bere meno potrebbe aiutarti a vivere di più, riducendo il tuo rischio di molte malattie cardiovascolari"

 

ALCOL, 8,6 MLN ITALIANI A RISCHIO E 800 MILA SONO MINORI

Il consumo di alcol in Italia sta cambiando: meno bicchieri durante il pasto, molti di più "occasionali", il cosiddetto binge drinking, i superalcolici, gli aperitivi ad alto tasso alcolemico. 

 

BIRRA E VINO

La Relazione del Ministro della Salute al Parlamento sugli interventi realizzati in materia di alcol e problemi correlati, pubblicata oggi, conferma il trend degli ultimi anni, con un dato allarmante: sono 8,6 milioni gli italiani a rischio (di cui 800 mila addirittura minorenni). Esagera con il bicchiere quasi un uomo su quattro (23,2%), mentre le donne si confermano più morigerate (solo il 9,1% è a rischio).

cocktail al savoy

 

 A fronte di una riduzione del consumo di vino durante i pasti, si registra un progressivo aumento di consumo di bevande alcoliche occasionale e al di fuori dei pasti, condizione ancor più dannosa per le patologie e le problematiche correlate. I dati relativi al 2016 mostrano infatti una diminuzione rispetto all'anno precedente dei consumatori giornalieri, mentre cresce la quota dei consumatori occasionali di alcol (dal 42,2% del 2015 al 43,3% del 2016) e quella di coloro che bevono alcolici fuori dai pasti (nel 2014 erano il 26,9%, nel 2015 il 27,9%, nel 2016 risultano il 29,2%). 

 

BIRRA E VINO

ALCOL: BOOM SUPERALCOLICI E BINGE DRINKING, 8,6 MLN A RISCHIO

Le fasce di popolazione più a rischio per entrambi i generi sono quella dei 16-17enni, che non dovrebbero consumare bevande alcoliche, e quella dei "giovani anziani" (65-75 anni). Circa 800.000 minorenni e 2.700.000 ultra sessantacinquenni, infatti, sono consumatori a rischio per patologie e problematiche alcol-correlate. Le quote percentuali di consumatori a rischio di sesso maschile sono superiori a quelle delle donne per tutte le classi di età, ad eccezione di quella dei minorenni, dove invece le differenze non raggiungono la significatività statistica. 

 

BIRRA E VINO

Nella fascia giovanile, il binge drinking (assunzione di numerose unità alcoliche al di fuori dei pasti e in un breve arco di tempo) rappresenta l'abitudine più diffusa e consolidata. Nel 2015 il fenomeno riguardava il 15,6% dei giovani tra i 18 e i 24 anni di età, di cui il 22,2% maschi e il 8,6% femmine. Nel 2016 il fenomeno riguarda il 17% dei giovani tra i 18 ed i 24 anni di età, di cui il 21,8% maschi e l'11,7% femmine.

 

Si conferma infine la tendenza già registrata negli ultimi 10 anni che vede una progressiva riduzione della quota di consumatori che bevono solo vino e birra, soprattutto fra i più giovani e le donne, mentre aumenta la quota di chi consuma, oltre a vino e birra, anche aperitivi, amari e superalcolici, aumento che si registra nei giovani e giovanissimi, ma in misura percentuale maggiore negli adulti oltre i 44 anni e negli anziani. 

 

 

2. CHI DICE CHE IL VINO FA MALE O E’ UBRIACO O E’ IPOCRITA
 
FILIPPO FACCI per Libero Quotidiano
 

VINO - LA CANTINA

Loro fanno sempre lo stesso studio, noi rispondiamo sempre con lo stesso articolo. E sarà sempre così, sinché i media - cioè noi - non impareranno a comprendere l' assurdità potenziale di certi studi e metodi statistici propinati di continuo a tutti, roba in grado di dimostrare qualsiasi cosa: ma niente da fare, siamo invasi da continue "valutazioni dei rischi" nei campi dell' epidemiologia e della tossicologia e pubblichiamo qualsiasi studio, anche se il giorno prima ce n' era un altro che diceva il contrario. Il lettore ringrazia.
 
Dunque aggiorniamoci: lo studio, stavolta, l' ha pubblicato la rivista inglese Lancet e dice che bere più di 5-6 bicchieri di vino a settimana accorcia la vita: meno di un bicchiere al giorno, cioè. Si tratta di una quantità inferiore ai limiti raccomandati in vari paesi (tra i quali l' Italia) ma nelle traduzioni che abbiamo letto si rileva genericamente un «aumento del rischio di morte» a carico di chi beve di più, ossia «a 40 anni un' aspettativa di vita più bassa» di circa 6 mesi, 1-2 anni o 4-5 anni a seconda delle quantità. E già così potrebbe essere una sciocchezza, perché lo studio (statistico) potrebbe anche solo evidenziare un dato noto a tutti: a bere di più sono i più poveri, e più sono poveri e peggio si curano e quindi muoiono prima, quindi - statisticamente - chi beve di più muore prima. Ma sarebbe già un ragionamento sofisticato. Perché il punto, dicevamo, è che a seconda dei giorni leggiamo praticamente qualsiasi cosa.
 

FILIPPO FACCI

 Nel gennaio 2016, l' autorità sanitaria britannica (il Chief Medical officer, che in precedenza aveva già maledetto la carne rossa) per esempio ha annunciato che il vino rosso fa male sempre: sempre, capito? Non basta bere poco, e neanche pochissimo come adesso dice Lancet, quindi non è vero - come da saggezza popolare - che mezzo bicchiere al giorno sia benefico per cuore e tumori e demenza, e sono tutte balle anche quelle su vostro nonno che beveva come un otre benchè centenario Senza contare che coloro che mi hanno commissionato questo articolo - prosit - dovrebbero essere al camposanto: perché anche poco alcol aumenta il rischio di tumori, stop, fine, così diceva l' autorità sanitaria britannica. Ma ecco, ora Lancet dice una cosa diversa. E potremmo pubblicare altrettanti studi finto-autorevoli (molto asseverativi nei toni) che dicono altre cose ancora, dopodiché che dovremmo fare? Stai a vedere che c' è da recuperare ancora il caro e vecchio buon senso. Perché è vero, l' abuso di alcol, va da sé, è una delle peggiori piaghe umane e sociali: i morti per alcolismo - assodati, non statistici - fanno impallidire quelli per qualsiasi droga o tabacco od obesità. Ora, però, è nel mirino anche il consumo più moderato, ossia quella dannosità da alcol che è sempre parsa percepibile a chi lo consuma.
 

il vino in valigia

Altrimenti, se il punto fosse solo imbracciare uno studio piuttosto che un altro, potremmo sempre pubblicare l' indagine della International Agency for Research on Cancer (sotto gli auspici della sacrosanta Organizzazione Mondiale della Sanità) secondo la quale l' alcol non può esser considerato un agente cancerogeno. E, tanto per fare un po' di casino, pubblicare anche una ricerca resa nota dal Daily Telegraph secondo la quale l' acqua con pochi sali minerali è associabile alle malattie cardiache, mentre altri tipi di acqua possono causare l' Alzheimer. Non stiamo scherzando, sono studi veri e seri. E statistici. Quello che non vi dicono chiaramente, in realtà, è che l' alimentazione in sostanza è la prima causa di morte nel mondo: e lo sappiamo almeno dagli anni Sessanta, da quando il World Cancer Research Fund annunciò che il quaranta per cento dei tumori avrebbe potuto essere evitato cambiando dieta.

FILIPPO FACCI

 
L' attenzione spasmodica al rapporto tra salute a alimentazione risale più o meno ad allora, e da allora abbiamo letto qualsiasi cosa: che fa male lo zucchero e il sale, i carboidrati e la carne, certa frutta e certa verdura, il latte e i formaggi, l' olio, il burro, la margarina, il cioccolato e le merendine, le caramelle, il caffè, l' acqua gassata e quella del rubinetto, la Coca-Cola, il vino e ovviamente tutti gli alcolici, nondimeno i fumi di cucina, le pentole, quelle antiaderenti, i contenitori di plastica, le bottiglie di plastica, le lattine, il forno a micro-onde, i fritti, i conservanti, i quattro salti in padella, i pesticidi e il cibo in scatola. Morale: i libri più venduti in Occidente sono rispettivamente i manuali di cucina che servono a ingrassare e i prontuari dietetici che servono a dimagrire.

vino rosso

 

il vino ha un buon rapporto alcol calorie

Per tornare al vino, non si scappa: prima o poi, sulle bottiglie di vino, arriveranno anche da noi le etichette terrorizzanti tipo quelle dei pacchetti di sigarette. Fa niente se l' Italia non è assolutamente un popolo di forti bevitori in confronto a Canada e Scandinavia, per citarne un paio. Ecco, il Canada: là è vietato bere per strada e i bar sono dipinti di nero perché i bevitori non si intravedano; se prendi la birra al supermercato, e l' appoggi sul sedile dell' auto, possono darti una multa da salasso perché la birra non si deve vedere. Negli Usa non è molto diverso: resta che le possenti campagne anti-alcol non hanno portato a grandi risultati, ma fanno scuola lo stesso. Così dall' America abbiamo importato l' etilometro (il cosiddetto palloncino) e sia benedetto, anche se i limiti in qualche caso paiono perlomeno criticabili. A proposito: uno studio australiano, benché datato 1991, dimostrò statisticamente come i guidatori che avevano bevuto due bicchieri avevano una modesta probabilità in meno di avere degli incidenti rispetto a chi non aveva bevuto niente. No, non è una battuta neanche questa: lo studio fu a cura dell' Australian Institute of Public Policy. E con questo che cosa vorremmo dimostrare? Niente, sul vino. Qualcosa, però, su certi studi.

BORDEAUX CITTA VINO - 1bottiglie del vino ingredienti

 

 

 

 

 

 

 

 

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