roberto vannacci il mondo al contrario

“CARI GAY, NON SIETE NORMALI. FATEVENE UNA RAGIONE” – LE INCREDIBILI SPARATE DI ROBERTO VANNACCI, GENERALE DELL’ESERCITO CHE GUIDA L’ISTITUTO GEOGRAFICO MILITARE, CONTENUTE NEL SUO LIBRO, "IL MONDO AL CONTRARIO": UN TRIPUDIO DI TRIVIALITÀ E DICHIARAZIONI FILO-PUTINIANE INACCETTABILI PER UN MILITARE DI GRADO - "CHI VIENE IN ITALIA, INVECE DI RINGRAZIARE, STUPRA. NON COME IN RUSSIA DOVE LE COSE SONO BEN GESTITE” - L'ESERCITO PRENDE LE DISTANZE, MA INTANTO IL VOLUME, AUTOPRODOTTO, SCALA LA CLASSIFICA DI AMAZON - IL TWEET DEL MINISTRO DELLA DIFESA, CROSETTO: "NON UTILIZZATE LE FARNETICAZIONI PERSONALI PER POLEMIZZARE CON LE FORZE ARMATE. SARÀ AVVIATO L'ESAME DISCIPLINARE"

 

 

Estratto dell’articolo di Matteo Pucciarelli per “la Repubblica”

 

il mondo al contrario roberto vannacci

“Cari omosessuali, normali non lo siete, fatevene una ragione!”, punto esclamativo incluso casomai non si fosse capita l’assertività. E poi, attacchi al femminismo, all’ambientalismo, ai clandestini – delinquenti e stupratori per antonomasia, par di capire nel leggere – e a chiunque vorrebbe farci credere che le razze non esistono.

 

Il tutto condito da un linguaggio triviale e sessista. Libro numero 3 in classifica dei saggi su Amazon, uscito pochi giorni fa e autoprodotto, a colpire è soprattutto il ruolo dell’autore: Roberto Vannacci, 55 anni, generale di lungo corso, già a capo dei paracadutisti della Folgore e oggi alla guida dell’Istituto geografico militare.

 

[…] Ma Vannacci sin dal titolo ribalta la realtà: Il mondo al contrario, lo ha intitolato. Ovvero: viviamo in una dittatura delle minoranze (gay, clandestini, animalisti, marxisti, radical chic eccetera) e a tutti gli altri “normali” tocca subirne angherie ed influenze. La vittoria elettorale della destra in Italia, l’occupazione del potere compreso quello informativo della tv di Stato, un generale spostamento dell’asse politico e culturale a destra a livello internazionale, nulla può di fronte al vittimismo, autentico filo conduttore del ragionamento del generale: noi pochi legati al culto della Patria, della Nazione, del cameratismo, della bandiera, del suolo e degli avi, incompresi e segregati nelle celle del “politicamente corretto”. […]

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[…] “Ritengo che nelle mie vene scorra una goccia del sangue di Enea, Romolo, Giulio Cesare (…) Mazzini e Garibaldi”. Mica come quei vucumprà che “vendono ciarpame”, mica come “Paola Enogu italiana di cittadinanza, ma è evidente che i suoi tratti somatici non rappresentano l’italianità”.

 

Al generale con lunghe esperienze all’estero l’ambientalismo proprio non va giù, e nel ripetere la solita cantilena del “i cambiamenti climatici ci sono sempre stati” alternato con “gli altri Paesi inquinano più di noi”, individua in quelli poveri i reali responsabili: siccome lì muoiono di fame se ne infischiano delle regole, quindi all’occorrenza si riscaldano bruciando il copertone di un camion, “è la povertà e il sottosviluppo a produrre più di ogni altro l’inquinamento”.

 

Alla “volubile ragazza dai lunghi capelli mori”, la “meteoropatica ambientalista” che “frignava” di fronte al ministro Gilberto Pichetto Fratin, alla “tenera figliuola che sembra uscita dalla saga della famiglia Adams”, Vannacci avrebbe “anche dispensato uno spassionato consiglio per utilizzare meglio le scariche di adrenalina indotte da questa sua paura per i cambiamenti climatici”: non viene specificato quale ma forse non ce n’è bisogno.

 

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[…] Ma “che piaccia o no non nasciamo uguali su questa terra” e quindi chi arriva in Italia facendo ovviamente finta di scappare da guerre, fame e persecuzioni dovrebbe “ringraziare immensamente per la compassione e la generosità”. Invece in Italia passano il tempo a compiere crimini, a stuprare – questa dello stupro a opera dei neri è una fissazione dell’autore -, non come in Russia dove le cose sul fronte immigrazione sono ben gestite.

 

Particolarmente truculento è il capitolo sulla legittima difesa, che per l’autore è sacra. Se il ladro ti entra in casa “perché non dovrei essere autorizzato a sparargli, a trafiggerlo con un qualsiasi oggetto mi passi tra le mani”, “se pianto la matita che ho nel taschino nella giugulare del ceffo che mi aggredisce, ammazzandolo, perché dovrei rischiare di essere condannato?”.

 

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E i figli per la coppie gay? Sia mai. Se “non è nella natura dell’uomo essere cannibale”, perché dovrebbe esserlo per il diritto alla genitorialità delle coppie arcobaleno? Che – si specifica – non sono normali, perché la normalità è l’eterosessualità. Se a voi tutto sembra normale, invece, è colpa delle trame della lobby gay internazionale che ha vietato “termini che fino a pochi anni fa erano nei nostri dizionari: pederasta, invertito, frocio, ricchione, buliccio, femminiello, bardassa, caghineri, cupio, buggerone, checca, omofilo, uranista, culattone che sono ormai termini da tribunale”.  […]

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