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Andrea Pasqualetto per il ''Corriere della Sera''
«Nessuna rapporto sessuale indebito con quella ragazza, questa è una diffamazione». Deciso, sintetico e molto seccato, l'avvocato Piero Longo ha voluto chiarire subito la sua posizione. L'ha fatto ieri davanti al pm di Padova, Roberto D'Angelo, in un interrogatorio serale chiesto dallo stesso magistrato che lo sta indagando con l'accusa di violenza sessuale sulla figlia della sua ex compagna. A difenderlo, il collega di sempre: Niccolò Ghedini, entrambi legali di Berlusconi in varie vicende processuali, entrambi senatori in tempi diversi.
«L'avvocato Longo ha spiegato l'assoluta inconsistenza e infondatezza di ogni ipotetico illecito - ha spiegato Ghedini all'uscita -. Si tratta in realtà di un atto dovuto legato a dichiarazioni "de relato" rilasciate dai suoi aggressori». Storia delicata. Nasce tutto dall'indagine sul pestaggio subito dallo stesso Longo lo scorso 30 settembre, del quale la violenza sessuale potrebbe essere il movente. Riavvolgendo il nastro a quel giorno: ore 23.30, centro storico di Padova, si presentano in tre sotto il palazzo dove abita il legale.
Con la figlia dell'ex oggi trentunenne, Rosy, c'è anche una coppia di amici più maturi, lei commercialista, lui maestro di sci. Suonano e risuonano il campanello fino a che Longo scende così infastidito da mettersi in tasca la pistola. Volano calci, pugni e pure due pallottole, in aria. Nella confusione, un urlo: «Questo si chiama abuso di minore!». La voce è quella del maestro di sci e a sentirla è un condomino. Ecco, gli inquirenti sono partiti da quell'urlo per cercare il movente di tanta ferocia.
Il pm ha interrogato gli aggressori, sentito i vicini di casa, i parenti e altri ancora. Alla fine ha trovato varie testimonianze convergenti: Rosy avrebbe confidato a tutti di aver avuto un primo rapporto con Longo a 14 anni. Quella sera, ai due amici, aveva raccontato anche di essere stata legata affettivamente a lui per molti anni e di sentirsi esasperata dal fatto che da qualche tempo Longo aveva deciso di troncare il rapporto impedendole qualsiasi contatto. Verità? Esagerazioni?
Comunque sia, raccolta la confidenza, i fidanzati avrebbero deciso di aiutarla a modo loro. «L'idea era quella di avere un colloquio con lui - spiega Rosy al telefono -. Non mi capacito di come possa essere degenerato il tutto, anche perché io sono rimasta fuori e non ho proprio visto nulla. Non avrei mai voluto dare una lezione a quella persona, alla quale ho sempre voluto bene e mi ha cresciuta».
Gli abusi? «Non voglio parlare di questa cosa. Comunque, non ho mai subito violenze e non ho mai denunciato nulla e nessuno». Va detto che il codice penale condanna i rapporti sessuali con una quattordicenne anche quando c'è il consenso. Nell'interrogatorio di ieri, dopo aver negato qualsiasi «indebito rapporto», Longo si è soffermato sulla dinamica dell'aggressione. Per le indagini difensive ha messo in campo il generale Luciano Garofano, ex comandante del Ris di Parma.
Ma il punto delicato è un altro: il movente. Ci sono almeno tre verbali considerati importanti dagli inquirenti, oltre ad alcune intercettazioni telefoniche. «Abbiamo già provveduto a denunciare le diffamatorie dichiarazioni - ha avvertito Ghedini, pensando ai due aggressori -. Sono stati lasciati in libertà nonostante l'estrema gravità della condotta». Pronta la replica degli avvocati Cesare Cicorella e Claudia Bagattin, difensori dei due: «Quelle di Ghedini sono esternazioni opinabili rispetto a una vicenda il cui accertamento spetta all'autorità giudiziaria, senza bisogno di improprie interlocuzioni di parte». In questa brutta vicenda, anche le poche parole sospirate dalla madre di Rosy: «Sono distrutta. Spero non sia vero degli abusi ma penso che la Procura farà emergere la verità».
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