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Andrea Ossino e Francesco Salvatore per “la Repubblica”
ALBERTO TARALLO TEODOSIO LOSITO
Tre lettere d'addio scritte a mano dallo sceneggiatore e produttore Teodosio Losito e un testamento, altrettanto manoscritto, dove nomina erede universale il compagno Alberto Tarallo. Questi gli elementi dietro ai quali potrebbe nascondersi la verità sulla morte dell'amministratore unico della Ares Film, il cui corpo è stato trovato l'8 gennaio del 2019 nella villa di Zagarolo dove viveva con Tarallo, vero patron della casa di produzione, e incasellato come suicidio.
Gli inquirenti potrebbero acquisire i manoscritti e sottoporli a una perizia calligrafica, un esame capace di rivelare se sia stato realmente Losito a stilarli. In questo modo potrebbero essere portate alla luce eventuali incongruenze e aggiungere elementi per definire se il suo suicidio sia stato veramente indotto. È proprio questa, istigazione al suicidio, l'ipotesi di reato su cui il pubblico ministero Carlo Villani ha aperto l'inchiesta, al momento senza indagati. A dare il via agli accertamenti sono state le rivelazioni fatte lo scorso settembre nella casa del Grande Fratello Vip da Rosalinda Cannavò, in arte Adua Del Vesco, e Massimiliano Morra, entrambi volti della Ares.
Eva Grimaldi, Barbieri e Teo Losito
I due, durante una conversazione notturna immortalata dalle telecamere, avevano ipotizzato che qualcuno avesse spinto lo sceneggiatore ad uccidersi, insinuando sospetti sulla figura di Tarallo. In più avevano dipinto la Ares come una presunta setta in cui erano fortemente controllati gli aspetti della vita privata degli attori. Proprio sul punto sono stati sentiti come persone informate sui fatti cinque attori con un passato Ares: oltre a Del Vesco e Morra anche Gabriel Garko, Eva Grimaldi e Francesco Testi. Ai volti tv è stato chiesto del loro rapporto con la casa di produzione, per verificare eventuali ingerenze.
massimiliano morra adua del vesco
L'inchiesta però è legata a doppio filo all'aspetto economico: la Ares, infatti, è fallita un anno dopo il suicidio di Losito, nel febbraio 2020. Un crac da circa un milione e mezzo di euro su cui la guardia di finanza sta facendo accertamenti per capire se sia stato dovuto ad una congiuntura di mercato o se ci siano state distrazioni volontarie. In una delle lettere che Losito ha scritto a Tarallo, lo sceneggiatore ha raccontato di un suo disagio interiore proprio a causa dei conti in rosso della Ares. Una circostanza che lo avrebbe spinto al suicidio. Se lo scritto sarà passato al setaccio per accertarne la veridicità, lo stesso discorso potrebbe essere fatto anche per il testamento della vittima.
Lo sceneggiatore lo avrebbe redatto a mano nel 2007. Poche pagine in cui ha nominato erede universale Tarallo, la persona con cui per 19 anni aveva condiviso la vita e l'attività professionale: tra i beni, la villa di Zagarolo ( intestata a Losito, dunque), un appartamento a Trastevere e anche una casa a Milano. Un tesoretto da circa 7 milioni di euro. E, secondo il dominus della Ares, la vittima avrebbe devoluto a lui anche una polizza sulla vita da 300 mila euro. In realtà il fratello di Losito, Giuseppe, risulta esserne il beneficiario. La vicenda è stata portata al Tribunale civile dalla compagnia assicurativa, dove è stata depositata anche la lettera d'addio che lo sceneggiatore ha scritto al compagno.
TEODOSIO LOSITOadua del vesco e il sorriso di alberto tarallomassimiliano morra adua del vescoALBERTO TARALLO DA MASSIMO GILETTI -1massimiliano morra adua del vesco alberto taralloalberto tarallotarallo edALBERTO TARALLO DA MASSIMO GILETTI -3alberto tarallo LA VILLA A ZAGAROLO DI ALBERTO TARALLO
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