RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Alessandro Chetta per www.corriere.it
Stavolta il blitz del Banksy di Torino oltre a ghermire l’attualità, prova a prenderla di petto. Letteralmente. Nella notte seguente alla prima udienza in tribunale per la maestra d’asilo licenziata a causa di un filmato hot, sono comparsi tre poster di donne nude o seminude davanti ad altrettanti istituti scolastici cittadini.
Le ragazze effigiate (e schermate per renderle anonime) sono insegnanti. Un atto provocatorio e liberatorio contro l’odiosa pratica del revenge porn corredato dalla scritta «Teachers do sex», ossia (anche) le insegnanti fanno sesso.
E a quanti possano ritenersi offesi da un gesto tanto plateale si possono eccepire le parole di Pasolini, che di accuse bigotte in tribunale se ne intendeva: «Scandalizzare un diritto e scandalizzarsi è un piacere».
«Ho chiesto a tre insegnanti delle elementari di inviarmi dei loro selfie senza veli, come se le dovessero inviarli al loro fidanzato - spiega Andrea Villa, nickname dello street artist - Poi li ho stampati e affissi per strada. I loro corpi sono stati esposti al pubblico, così come nel revenge porn l’intimità viene violata e lasciata al pubblico ludibrio. Molto spesso le donne vengono giudicate per la loro vita sessuale privata.
Nel mondo dell’istruzione primaria vige l’ipocrisia che una donna non possa avere una sessualità, e le donne sono de-sessualizzate come individui. Una ragazza che ha partecipato a questo progetto ha detto che aveva timore ad andare a bere la sera per paura che qualcuno la fotografasse ubriaca e potesse così perdere il posto di lavoro. Spero - conclude l’artista - di poter sensibilizzare con questa affissione sui pregiudizi sociali che affliggono da tempo la percezione della sfera privata femminile».
Le immagini sono affisse nei pressi di piazza Zara e corso Sicilia, di fianco all’asilo nido Le coccinelle, l’asilo Borgnana Picco e la scuola elementare Parato. La tecnica è sempre la stessa: inserire i poster negli stalli comunali (pratica non esattamente lecita) in modo che chi osserva possa prenderli per veri e non per opere provocatorie. Il corto circuito è tutto lì.
L’azione dello street artist sarà piaciuta probabilmente alla sindaca Chiara Appendino, che settimana scorsa aveva espresso solidarietà alla maestra licenziata sottolineando l’importanza di una crociata contro la sessuofobia, partendo proprio dall’educazione sulla bellezza del sesso in piena libertà: «Forse è ora di insegnare alle nostre figlie e ai nostri figli - aveva dichiarato - che fare sesso, in maniera consapevole, consenziente e serena è una cosa bellissima».
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