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Franco Bechis per "Libero Quotidiano"
salvatore buzzi con il quarto stato alle spalle
Che Massimo Carminati, il Nero, protagonista del nuovo romanzo Mafia Capitale, non sia uno stinco di santo, è dimostrato dalla sua lunga fedina penale. Ma dopo avere letto le migliaia di pagine di intercettazioni, e i documenti contenuti nei due cd allegati all’inchiesta, la sensazione è che non sia affatto il Re di Roma. Non il capo della Cupola. Sembra evidente dalle trascrizioni che Carminati lavori per Salvatore Buzzi, il capo delle coop sociali: il Nero lavora per il Rosso, e non il Rosso per il Nero.
Il cuore dell’inchiesta è in quella rete di pseudo coop guidate da Buzzi. Nate e cresciute ben prima che entrasse in scena Carminati. I magistrati ci sono incappati nel periodo 2010-2014, ma le coop esistevano prima. E lavoravano con il comune di Roma, i municipi della capitale e la Regione Lazio da più di 20 anni. Il loro primo appalto rilevante è del dicembre 1993: era appena stato eletto sindaco Francesco Rutelli.
Il maggiore numero di commesse (tutte quelle attuali meno una) sono arrivate alle coop di Buzzi durante gli anni in cui era sindaco Walter Veltroni. Fu in quegli anni che le coop entrarono in tutti i settori in cui sono ancora oggi: manutenzione del verde pubblico, gestione campi rom, accoglienza rifugiati, raccolta e riciclo dei rifiuti. Le commesse ricevute venivano ciclicamente prorogate. Carminati con tutta questa storia non c’entra fino al 2010. E infatti non appare.
Quando diventa sindaco, Gianni Alemanno chiude la porta alle proroghe automatiche per le coop. Queste inscenano proteste di ogni tipo, spalleggiate da Lega coop e Cgil. Buzzi manda perfino Pino Pelosi, l’assassino di Paolo Pasolini ora socio-lavoratore della 29 giugno, a minacciare il suicidio su un tetto per protesta contro Alemanno. Solo a questo punto entra in scena Carminati, chiamato da Buzzi che lo conosceva come tanti ex carcerati. Il suo compito era ammorbidire la giunta Alemanno. E lo ha fatto cercando vecchi amici della Roma Nera: Franco Panzironi, Riccardo Mancini e altri.
Naturalmente non gratis: Buzzi lo ha pagato (in nero, era il suo modo) come un consulente, e lo ha chiamato anche per piccoli lavori da fare (un cavo elettrico per i campi rom, una bonifica ambientale degli uffici e altre cose). Carminati quando lavora per le coop dice «noi», non perché sia sua proprietà.
Ma perché se un calciatore quell’anno veste la maglia bianconera dice «noi della Juve», e l’anno dopo indossando quella nerazzurra dice «noi dell'Inter». Inoltre mentre fa quelle «consulenze» per Buzzi, Carminati cerca di fare soldi con mille altri affari: percentuali sulla vendita di auto, una speculazione (primavera 2014) sull’oro grazie alla crisi ucraina, un tentativo di speculazione edilizia su un terreno alle Bahamas dove costruire villette da rivendere a ricchi americani. Ogni mese ha un affare nuovo, e si butta.
I magistrati gli addossano anche quello che palesemente non è vero. Per descriverne il potere, sostengono che il Nero abbia aiutato un amico commercialista, Marco Iannilli, a non essere massacrato di botte da Gennaro Mobkel, ottenendo in cambio la proprietà di un ristorante di lusso ai Parioli (Celestina) e una villa di Iannilli a Sacrofano dove Carminati è andato ad abitare insieme alla convivente Alessia Marini. Ma né l'una né l’altra cosa, date per scontate dagli inquirenti, sono vere. Gli azionisti del ristorante sono restati gli stessi prima e dopo l’episodio.
La villa di Iannilli a Sacrofano è abitata sì dai Carminati, ma dietro regolare corresponsione di canone di affitto. I magistrati hanno agli atti una intercettazione telefonica fra il Nero e la sua compagna nel giorno in cui Iannilli è finito in carcere per l’inchiesta Telecom Sparkle-Fastweb. Il Nero chiede alla convivente di pagare in anticipo l’affitto della villa per dare una mano alla moglie di Iannilli, che con il marito in carcere non avrebbe avuto di che vivere. Se pagava l’affitto, evidentemente non era il proprietario di casa. Ma questa intercettazione viene ignorata, per ingigantire il potere criminale di Carminati e della Roma nera. In una vicenda dove a guidare la cupola è in realtà la Roma rossa...
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