Il magnate australiano che se le scopa tutte (con il consenso della moglie)

3 apr 2018 15:10

DAGONEWS

Un'intera flotta di macchine extralusso, una statua di Poseidone alta tre metri, i soffitti della sua villa da 3,75 milioni di dollari sulla Gold Coast australiana ispirati alla Cappella Sistina, donne ultrasexy e discinte da esibire al guinzaglio: sono solo alcuni aspetti della vita esagerata che Travers Beynon, il 46enne magnate australiano del tabacco noto su Instagram come Candyman, adora esibire sui social, come nei party milionari che organizza.

«Sono ossessionato dalla bellezza - dice Beynon - Il mio idolo Gianni Versace era ossessionato dalla bellezza delle donne. Io dalle donne, dall'arte, dalle auto e dalla moda. Sono un visionario e sono fottutamente pazzo, quindi quando per capire chi sono basta entrare a casa mia, guardarsi intorno e dare un'occhiata a tutto».

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Anche perché lo spazio per esprimersi non gli manca, nella sua casa dotata, tra l'altro, di 15 camere da letto, 19 bagni, una piscina placcata in oro, un cinema e un guardaroba chilometrico traboccante di capi e articoli di Gucci, Versace, Louis Vuitton: il tutto condiviso con la moglie Taesha, due fidanzate, quattro figli e una sfilza di donne di cui, assicura Candyman, la consorte non è gelosa. La camera da letto viene condivisa ogni notte con almeno tre donne e, assicura, non ci si annoia mai: «Le notti più folli della mia vita le ho passate qui». Parlando della condivisione del suo letto con così tante donne, aggiunge: «Al confronto, "Cinquanta sfumature di grigio" sembra un asilo nido. Mi sono addormentato, vedendo quel film: con le ragazze pensavamo: cominceranno a fare sul serio o no? ».

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Lo studio dello stile di Beynon, risposta australiana a Hugh Hefner, farebbe la fortuna di qualsiasi psicanalista. Dire che l'ambientazione che ha progettato è straboccante di lusso è forse riduttivo: fontane d'ispirazione classica, palme, un enorme mosaico di Bacco, porte d'ingresso in legno placcato in oro, statue, siepi perfettamente rifilate. Nel garage una Ferrari F40, una Lamborghini Aventador, una Rolls Royce Phantom, una Jeep e una moto spruzzata d'oro per le gite del weekend: portano tutte il suo logo disegnato su misura che recita "CM" per il suo soprannome Candyman e "TB" per Travers Beynon. «La Rolls è la mia auto di Bruce Wayne, la Lambo è la mia auto di Batman - dice Beynon, spiegando le sue due diverse personalità - Sono i due lati di una singola moneta. Da una parte c'è Travers Beynon, l'imprenditore l'uomo di famiglia. Dall'altra parte c'è The Candyman, l'intrattenitore, il playboy».

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Nella sala da cui dirige il suo impero commerciale c'è un armadio pieno di libri su leadership e management. «Dopo aver fatto il modello a Miami, New York, Londra, Parigi e Milano, sono tornato qui e mi sono messo a testa bassa a studiare per imparare tutto quello che potevo sul mondo degli affari - racconta - Ho letto il mio primo libro a 26 anni e poi tutti quelli che sono in questa libreria». Nel pavimento in legno, però ci sono pannelli di vetro per poter vedere le sue auto nel garage sottostante. «Questo ha vinto il Floor of the Year (il "Pavimento dell'anno") australiano», dice con orgoglio, indicando il certificato incorniciato sul muro.

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Al piano di sotto una sala da ballo per ospitare cene sontuose e balli in maschera, mentre la parte inferiore del tetto che si protende verso la piscina è ispirata alla Cappella Sistina. «Sono rimasto affascinato dall'arte rinascimentale quando facevo il modello in Italia: queste idee vengono tutte dalla mia testa ed è così che vedo il mondo». E per descrivere e capire il mondo di Beynon servirebbero libri interi, visto l'elenco sterminato di oggetti e particolari che costellano la villa. Su un muro, ad esempio, ci sono i poster dei suoi otto film preferiti: Il Padrino, Il cavaliere oscuro, Il lupo di Wall Street, Scarface, Rocky IV, Il grande Gatsby, Ironman e Cinquanta sfumature di grigio. «Il lupo di Wall Street, ad esempio - dice - rappresenta il mio lato selvaggio: nessuna delle parti come me. E adoro Il grande Gatsby perché non c'è nulla che mi renda felice come quando intrattengo gli ospiti».

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