DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA…
Estratto dell'articolo di Massimo Gaggi per “Sette – Corriere della Sera”
LUIGI MANGIONE - FOTO LAPRESSE
«Gli occhi di un killer? Di un visionario? Occhi abbandonati dall’amore? Appannati dalla paura? Alla ricerca di un significato? Gli occhi di Luigi Mangione sono telescopi, scrutano nel profondo delle nostre anime, vanno oltre tutto ciò che è falso, vedono attraverso le maschere».
Non solo un merchandising infinito, iniziato prima ancora che si conoscesse l’identità dell’assassino del capo di United Healthcare, Brian Thompson, stampando su t-shirt, felpe, tazze, le tre parole (negare, difendere, deporre) impresse sulle pallottole trovate sul luogo del delitto.
Un fenomeno che dopo il suo arresto è esploso con free Mangione stampato ovunque, il suo volto usato anche per i tatuaggi, messaggi d’amore («mamma, mi sono innamorata di un killer»), una copertina fake di Time che diventa manifesto o viene stampata su qualunque tessuto: l’uomo dell’anno, Donald Trump, sostituito dal “giustiziere” italoamericano «rivoluzionario della salute, guida del movimento per trasformare la sanità». […]
LUIGI MANGIONE LIBERO - SCRITTA COMPARSA A TORINO
Così ora, mentre a New York vanno avanti le indagini e parte l’iter giudiziario che condurrà al processo, le autorità sono alle prese con una Mangione-mania che renderà difficile arrivare a una sentenza di condanna: per la legge americana i giurati selezionati devono essere privi di pregiudizi e la giuria, per assolvere o dichiarare la colpevolezza, deve esprimersi all’unanimità. Un solo dissenziente e cade tutto il procedimento.
Ma i timori provocati dall’onda di simpatia per Mangione vanno ben oltre le questioni processuali. Spaventano sondaggi come quello dell’Emerson College: una vasta maggioranza degli americani condanna l’assassinio ma, dividendo il campione per età emerge che se l’80% degli ultrasessantenni chiede una pena severa e il 13% giustifica il gesto di Mangione, tra i giovani (18-29 anni) le cose sono molto diverse: solo il 40% giudica inaccettabile l’assassinio, mentre per il 41% le motivazioni del “giustiziere” sono fondate.
Se, poi, ci trasferiamo nelle migliori università d’America, quelle che dovrebbero formare le classi dirigenti del futuro, le cose vanno ancora peggio: a Princeton, accademia della Ivy League, una delle più blasonate d’America, un sondaggio tra 1500 studenti si è concluso col 25% che ha definito l’assassinio «totalmente giustificato», mentre per un altro 22% Brian Thompson meritava di morire.
Non si tratta solo di preoccupazione teoriche: nelle strade di New York sono comparsi manifesti col volto di almeno due capi di altre compagnie assicurative della sanità con su scritto Wanted. Da qui la veemente reazione di Jessica Tisch, capo della polizia della città («non è ammissibile celebrare un assassinio») e del sindaco Eric Adams («voglio vedere in faccia questo individuo che è venuto a compiere un gesto così efferato nella mia città»). Ma il democratico Adams – che ha già i suoi problemi tra incriminazioni e contrasti col suo partito – non è parso la persona giusta per fermare possibili imitatori di Mangione o per risvegliare le coscienze.
Intanto sociologi e criminologi scandagliano la sua vita alla ricerca delle cause profonde di un gesto estremo che sta avendo una risonanza enorme, superiore a quella di tanti altri “lupi solitari”: gli autoproclamati giustizieri di un Paese regno dell’individualismo nel quale, assenti organizzazioni terroristiche come le Brigate Rosse, sono stati i singoli ad avere la pretesa di innescare movimenti rivoluzionari con un gesto violento.
Luigi inizialmente è passato per estremista di sinistra, anche perché tra i primi suoi scritti arrivati alla stampa c’era un elogio del manifesto di Unabomber: il genio matematico Ted Kaczynski che per quasi vent’anni, alla fine del Novecento, inviò dal suo rifugio nel Montana lettere-bomba in giro per l’America: la sua personalissima campagna contro ogni sviluppo tecnologico e per il ritorno alla natura. In realtà Unabomber era un anarchico che aveva rifiutato le ideologie di sinistra. Poi, esplorando le tracce lasciate nel web, si è scoperto che Mangione, anche se spesso critico, era un assiduo frequentatore dei siti dei grandi influencer della destra, da Tucker Carlson a Joe Rogan, a Jordan Peterson.
Anarchico anche Luigi? Secondo alcuni ad ispirarlo sarebbe stato addirittura Luigi Galleani, anarchico italoamericano di Boston che negli anni della Prima guerra mondiale scrisse un manuale per la costruzione di bombe rudimentali utilizzato da altri anarchici italiani della città per una serie di attentati. Anche Mangione aveva pensato di usare bombe, ma poi ha preferito la pistola stampata in 3D. […]
Negli altri casi non ne sono venuti fuori molti. Ma Mangione, uccidendo una sola persona, sta avendo un impatto molto superiore anche a quello di McVeigh, protagonista del più grave atto di terrorismo interno della storia americana (escludendo l’attacco jihadista di Al Qaeda dell’11 settembre 2001). Lui era in guerra contro uno Stato che aveva bollato come opprimente e voleva vendicare la strage dei seguaci della setta di David Koresh a Waco, in Texas. […]
Mangione, invece, uccidendo Thompson ha centrato un nervo scoperto dell’America: l’iniquità e l’inefficienza del sistema sanitario più costoso del mondo (brucia il 16,5% del reddito nazionale, il doppio dell’8,4% italiano) al servizio di una popolazione che è al 47esimo posto per aspettativa di vita (77,4 anni rispetto agli 83 dell’Italia), perfino dietro Cuba e Arabia Saudita. Un Paese nel quale il costo delle cure mediche è la prima causa di bancarotta e nel quale 14 milioni di cittadini sono gravati da consistenti debiti sanitari. Lasciando spazio al risentimento nei confronti di un sistema privato che, volendo garantire lauti profitti agli azionisti, tende a razionare le cure mediche garantite agli assistiti.
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