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Una nuova pesante tegola rischia di abbattersi sul Vaticano: dopo l’esplosione del caso Zanchetta, il vicario Juan Jose Manzano torna a parlare non solo accusando la Santa Sede di essere a conoscenza degli abusi, ma puntando i riflettori sul rapporto tra il Papa e il vescovo. «Bergoglio era il confessore di Zanchetta e lo trattava come un figlio spirituale».
Il vescovo argentino Gustavo Zanchetta, che aveva lasciato la sua diocesi ed era stato nominato alla fine del 2017 assessore all'Apsa, l'ente che gestisce gli immobili in Vaticano, è stato accusato a inizio di gennaio di abusi economici, di potere e sessuali da tre sacerdoti. Ciò che emerge, a poche settimane di distanza, è che «il Vaticano avrebbe ricevuto informazioni nel 2015 e nel 2017 su di un vescovo argentino vicino a Papa Francesco che si era fatto dei selfie nudo e aveva avuto comportamenti “osceni”, tanto da finire accusato da alcuni seminaristi» ha raccontato Juan Jose Manzano all'Associated Press.
Papa Francesco aveva accettato le dimissioni di Zanchetta nell'agosto 2017, dopo che alcuni sacerdoti della remota diocesi argentina di Oran si erano lamentati del suo comportamento autoritario e l'ex vicario, il rettore del seminario e un altro prelato avevano fornito notizie al Vaticano in merito ad abusi di potere, comportamenti inappropriati e molestie sessuali a seminaristi adulti.
La decisione del Papa di permettere a Zanchetta di dimettersi quietamente, e quindi di promuoverlo in uno degli uffici più delicati del Vaticano (l'Apsa) ha sollevato nuovamente una questione: Francesco ha chiuso un occhio sulla sua cattiva condotta o ha respinto le accuse?
Manzano, ex vicario generale di Zanchetta, ha detto di essere stato uno dei primi a lanciare l'allarme sul suo capo nel 2015, inviando i selfie in Vaticano.
La nomina di Zanchetta come vescovo a Oran era stata una delle prime nomine vescovili di Francesco nel 2013. Bergoglio conosceva bene Zanchetta; era stato il sottosegretario esecutivo della conferenza episcopale argentina, che l'ex-cardinale Jorge Mario Bergoglio aveva diretto per due mandati successivi, dal 2005 al 2011. E Marzano non ha dubbi sulla loro vicinanza: «Bergoglio era stato il confessore di Zanchetta e lo trattava come un figlio spirituale».
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