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Sarebbe Alfio Sanfilippo, 52 anni, un pregiudicato, ritenuto esponente della cosca Cappello-Bonaccorsi, ad avere tentato di uccidere lo scorso 23 giugno in via De Lorenzo, nel quartiere di San Cristoforo a Catania, un meccanico incensurato.
L’uomo è stato bloccato dai poliziotti della Squadra Mobile che hanno eseguito un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura di Catania.
Alfio Sanfilippo inteso “’u carruzzeri”, è anche un sorvegliato speciale che ha l’obbligo di soggiorno nel comune di residenza ed è accusato di tentato omicidio, con l’aggravante di avere agito con premeditazione e di aver commesso il fatto per futili motivi e per detenzione e porto illegale in luogo pubblico di un’arma da sparo.
Il meccanico ferito era stato soccorso e trasportato al Pronto Soccorso dell’Ospedale Vittorio Emanuele di Catania per una ferita all’emitorace sinistro e fu ricoverato in prognosi riservata.
Le indagini, coordinate dalla Procura Distrettuale etnea sono state condotte dai poliziotti della Mobile e della Polizia Scientifica. Nei pressi del luogo del delitto c’era un sola telecamere di sorveglianza e dalla visione delle immagini gli investigatori hanno subito notato che lungo la via De Lorenzo era passato pochi attimi prima della sparatoria un uomo con un borsello a tracolla, a bordo di una bicicletta di colore scuro, con portapacchi anteriore e borse laterali di colore nero.
L’uomo è stato subito riconosciuto dagli uomini della Mobile quale Alfio Sanfilippo, pregiudicato e ritenuto esponente della cosca Cappello-Bonaccorsi.
Era seguito da un’altra persona a bordo di uno scooter intestato alla figlia di Alfio Sanfilippo. Dalle immagini si nota come Sanfilippo tenesse una mano all’interno della tracolla, come se stesse impugnando una pistola.
Dopo poco tempo i due soggetti, in bici e in scooter, transitavano nuovamente, facendo il percorso inverso. I poliziotti sono subito andati a casa di Sanfilippo a San Cristoforo dove hanno eseguito una perquisizione domiciliare.
Sanfilippo è stato trovato all’interno della camera da letto dove cercava di eliminare i residui dello sparo. Sul terrazzo dell’abitazione, c’erano i capi di abbigliamento stesi ad asciugare, insieme ad un borsello di colore blue ancora gocciolante.
In una stalla deposito nella disponibilità di Sanfilippo i poliziotti hanno poi trovato 4 bossoli cal.38 e la stessa bicicletta elettrica.
Le indagini hanno poi permesso di ricostruire l’accaduto: la mattina del 23 giugno, nell’officina di riparazione motocicli della vittima si era verificata una violenta lite tra il genero di Sanfilippo che vi si era recato per riparare lo scooter della moglie, e il giovane meccanico.
La discussione, che verteva sulla riparazione di una forcella del motociclo, si era fatta sempre più accesa, fin quando i due venivano alle mani con il genero di Sanfilippo che aveva avuto la peggio riportando una ferita alla testa.
Una circostanza confermata dalla figlia e dal genero di Sanfilippo che, in effetti, presentava una ferita lacero-contusa alla testa. La figlia, in particolare, ha anche precisato di avere informato i genitori del diverbio e delle percosse subite dal marito.
E così alle 3 del pomeriggio nell’officina meccanica è giunto Sanfilippo che dopo avere schiaffeggiato il meccanico, alla sua reazione, ha estratto dalla cintola una pistola sparandogli quattro colpi, uno solo dei quali andato a segno.
Sanfilippo si è reso irreperibile ed è per questo che la Procura Distrettuale di Catania aveva emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto. L’uomo è stato scovato lo scorso 17 luglio a Brucoli, frazione di Augusta, nei pressi della locale casa di reclusione dove stava per costituirsi. Sanfilippo è stato rinchiuso nel carcere di Siracusa. Il fermo è stato convalidato dal gip del tribunale aretuseo.
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