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Ilaria Sacchettoni per il "Corriere della Sera"
Green pass falsi venduti nel dark web a cifre fra i 150 e i 500 euro. La polizia postale, coordinata dai pm delle Procure di Roma e Milano e dai colleghi della Procura minorile di Bari, ha denunciato 4 persone, due trentenni e due diciassettenni che erano riusciti a fare affari su Internet. Ne è venuta fuori l'ultima truffa online, un raggiro dai contorni inquietanti: cedendo una serie di dati fra i quali il proprio codice fiscale e altre informazioni sensibili era possibile ottenere una copia del Qr code che attestasse l'avvenuta certificazione.
Gli indagati, accusati di truffa e falso, gestivano sulla piattaforma digitale Telegram un mercato di falsi pass vaccinali a riprova che l'emergenza Covid-19 ha moltiplicato pulsioni affaristiche sul web. E questo dimostra come non solo sia possibile portare a casa presunti vaccini o terapie immunizzanti ma perfino quei certificati che, scaricati, permettono di accedere in sicurezza a una serie di attività. Il sistema messo in piedi dai truffatori consentiva di acquistare la certificazione (in bitcoin o buoni acquisto per lo shopping online) e scaricarla.
Ma poi si scopriva che non era utilizzabile perché incompatibili con l'applicazione VerificaC19 che valida il pass. Qualcuno forse lo avrebbe potuto utilizzare per entrare in qualche locale dai controlli non accurati. Ma per il resto, nulla. Tuttavia a chi, resosi conto dell'inutilizzabilità del pass «tarocco» chiedeva indietro il compenso, il gestore del canale minacciava di rivelare i suoi dati ben sapendo che il cliente, in quel caso, rischiava una denuncia all'autorità.
La promessa di ottenere quel pass avrebbe convinto almeno un centinaio di persone a cedere le proprie credenziali a sconosciuti: una scorciatoia per la vacanza estiva oppure per l'appuntamento social con buona pace della altrui sicurezza, perché chi sonda la Rete in cerca di soluzioni del genere poco si cura di infettare il prossimo. Il varo dell'obbligatorietà ha prodotto un'impennata di richieste.
manifestazioni no green pass 3
L'indagine nasce dall'attività di monitoraggio del dark web, come spiega Ivano Gabrielli direttore del Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche (Cnaipic), che sottolinea: «Non c'erano remore a consegnare dati sensibili a criminali informatici che avrebbero potuto usarli per catturare codici dei conti corrente o altro».
Il monitoraggio ordinario degli specialisti ha portato a rilevare un aumento di truffe online esponenziale nell'ultimo anno e mezzo. Un rischioso fai-da-te che potrebbe costare ai clienti dei 4 denunciati un deferimento all'autorità giudiziaria perlomeno per falso ideologico.
manifestazioni no green pass 2
Il green pass originale «non può essere falsificato o manomesso poiché ogni certificazione viene prodotta con una chiave privata del ministero della Salute che ne assicura l'autenticità» dice ancora Gabrielli. Il triplice rischio corso dagli utenti - vedersi truffati senza ottenere un pass utilizzabile, cedere dai sensibili a criminali informatici e ritrovarsi con una denuncia all'autorità giudiziaria - non sembra però averli scoraggiati.
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