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“LE FOIBE? UNA PAGINA DI STORIA CHE LA SINISTRA COMUNISTA, VERGOGNANDOSENE, TROVAVA COMODO NEGARE” – FRANCESCO MERLO: “MOLTI LIBRI DI STORIA IGNORARONO LA “PULIZIA ETNICA” DEI PARTIGIANI TITINI CONTRO GLI ITALIANI CHE VIVEVANO NELLE TERRE DI CONFINE, L’ISTRIA E LA DALMAZIA, E CHE POI NEL 1947 FURONO CEDUTE ALLA JUGOSLAVIA COME “PEGNO” DELLA SCONFITTA. LA CARNEFICINA RIGUARDÒ TUTTI GLI ITALIANI, COMUNISTI COMPRESI: UN ECCIDIO DI MASSA. IN 12 ANNI 250 MILA ITALIANI FURONO ESPROPRIATI E CACCIATI DAL REGIME COMUNISTA DI TITO”
Dalla rubrica delle lettere de “la Repubblica”
Caro Merlo, per quale motivo la tragedia delle foibe è stata accuratamente tenuta nascosta agli italiani dal 1945 al 2003? Chi sono i responsabili di questa lunga rimozione della verità?
Pietro Volpi — Lovere (Bg)
Risposta di Francesco Merlo
Molti libri di storia ignorarono la “pulizia etnica” dei partigiani titini contro gli italiani che vivevano nelle terre di confine, l’Istria e la Dalmazia, e che poi nel 1947 furono cedute alla Jugoslavia come “pegno” della sconfitta. È una pagina di storia che la sinistra comunista, vergognandosene, trovava comodo negare ammettendo solo la repressione dei fascisti che, a loro volta, si erano macchiati della «brutale politica antislava — ha ricordato il presidente Mattarella — che era stata perseguita dal regime di Mussolini».
E invece la carneficina riguardò tutti gli italiani, comunisti compresi: un eccidio di massa, non solo nei baratri carsici, “le foibe” appunto. Gli storici accreditati calcolano che in 12 anni 250 mila italiani furono espropriati e cacciati dal nuovo regime nazionalista e comunista di Tito. Un ruolo, nel nascondimento della verità o nel suo ridimensionamento, ebbe la protezione, anche culturale, di cui godette in Occidente Tito, considerato un comunista “eretico” perché antistalinista.
Del resto, anche in Italia ci fu ostilità per gli esuli che rientravano: “i banditi giuliani”. Ancora oggi questa vicenda storica è “strumento di lotta politica” tra gli eredi del fascismo e gli eredi del comunismo. Ma “nessuno deve avere paura della verità… perché solo la verità rende liberi” ha concluso Mattarella in un discorso, tutt’altro che di circostanza, bello, rigoroso e appassionato che andrebbe pubblicato per intero.
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