DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
1. "A Milano corsa a prendere la pistola"
Massimo Pisa per Repubblica
«Sapeste quanti rigetti di porto d' armi ho firmato in questi 40 giorni...». Tra le tante pratiche arrivate sul suo tavolo nelle sei settimane dal suo insediamento, il questore di Milano Marcello Cardona deve anche affrontare, e curare, la voglia di pistola e di fucile dei milanesi. Si tratta, come è noto, del porto d' arma per uno caccia o sportivo, ché il rilascio del permesso per difesa personale è di esclusiva competenza delle prefetture ed ha anche disciplina e controlli diversi: su tutti, il rinnovo annuale, contro i sei anni che passano per quello da caccia o tiro sportivo.
Non uno di meno, anche se l' iscrizione a un poligono, ad esempio, è scaduta, o se le condizioni di salute fisica e nervosa del titolare, altro esempio, sono nel frattempo cambiate. Ed è forse anche per questo che Cardona, come già il suo predecessore Antonio De Iesu e l' ufficio competente - la Divisione polizia amministrativa e sociale - ha deciso per la linea dura: «Ho dato disposizioni di rigore assoluto. L' arma la deve avere chi ha il diritto normativo di averla. Gli altri no».
Le cifre confermano: nel 2015 in via Fatebenefratelli erano stati firmati e timbrati 6.120 porti d' arma, contro i 5.983 del 2016, con un calo del - 2,2%, inversamente proporzionale alla domanda. «C' è aumento di richieste enorme - conferma il questore - con un aumento dei dinieghi che supera il 100%».
italiani spaventati poligono 1
Ancora le cifre aiutano: dai 271, tra dinieghi e revoche, registrati nel 2015, ai 606 dell' anno scorso, aumento del 123%. Finché il messaggio non passerà. E tutto questo alla fine dell' ennesimo bilancio in attivo della questura milanese, come confermano i dati diffusi alla vigilia del 165° anniversario della Polizia: i reati totali calano del 6,4%, i furti del 2,3% (compresi quelli in abitazione, del 3,6%), le rapine dell' 8,8%, le violenze sessuali del 6,1%. Mentre aumentano gli arresti del 4,6%.
«Ma non ci siamo con la percezione - lamenta Cardona - che è negativa e va migliorata. È la vera partita».
Eppure, a Milano, la voglia di tenersi un' arma in casa, vera o ad aria compresaa che sia, non è nuova. In prefettura, all' indomani della sparatoria in Tribunale di due anni fa, quando l' imprenditore Claudio Giardiello fece tre morti e un ferito al termine di un' udienza, piovvero domande di porto d' arma per difesa personale da parte di decine di avvocati.
Con ovvio e conseguente diniego - ci mancava solo che in Tribunale provassero a far entrare altre pistole - che è diventata linea dura mantenuta finora. «A volte - ragiona il questore Cardona - chiederla è uno status symbol: io nella mia vita, ad esempio, non l' ho mai portata. Perché poi, come ti insegnano, la devi sapere usare bene ».
2. IL BOOM (SOSPETTO) DELLE ARMI SPORTIVE "PIÙ CHE RADDOPPIATE"
Alberto Custodero per Repubblica
È psicosi legittima difesa, in Italia. In dieci anni le persone titolari di porto d' armi a uso sportivo sono più che raddoppiate, passando da 187mila nel 2007 a 435.651 nel 2016.
La licenza "uso tiro volo" è l' escamotage più diffuso per chi vuole dotarsi comunque di un' arma, vista la estrema difficoltà di ottenere il porto d' armi per difesa personale, che è riservato a persone che svolgono lavori particolarmente rischiosi, come magistrati o gioiellieri. Nonostante queste forti restrizioni, dopo i fatti di cronaca più clamorosi che riaprono il dibattito sulla legittima difesa si registra sempre un boom di richieste per difesa personale. Ma la linea del Dipartimento di sicurezza del ministero dell' Interno - seguita alla lettera dal Questore di Milano - è quella del diniego.
Non a caso il trend è in calo: nel 2013 le persone che detenevano una pistola per la propria difesa erano 21.200, un anno fa sono scese a 17.763.
Anche le armi per uso sportivo hanno registrato una lieve flessione, passate da 470.821 nel 2015 a nel 2016.
«Ma il dato della lieve diminuzione delle armi del 2016 rispetto al boom del 2015 - osserva Enzo Letizia, segretario dell' associazione dei Funzionari di Polizia - non deve trarre in inganno. C' è il rischio che i dati del Moar, il sistema elettronico della movimentazione delle armi, non sia aggiornato a causa dei tagli al personale e alle risorse fatti dai governi negli anni scorsi».
Per fare un esempio, ricordano i sindacati, un ufficio importantissimo come il commissariato Flaminio Nuovo che gestisce tutta Roma nord e 28 comuni viaggia con grandi ritardi. Calano, va detto, anche le armi da caccia perché c' è stata una forte riduzione di cacciatori, passati da 3 milioni 20 anni fa a circa 800 mila. Ma ottenere un porto d' armi anche per il "tiro a volo" non è così facile.
«Il Far West è un' altra cosa », spiega Luca Di Girolamo, allenatore Iits, e istruttore presso il tiro a segno nazionale di Bracciano dov' è possibile ottenere il certificato di idoneità all' uso di un' arma. Documento necessario per poter chiedere poi il porto d' arma a uso sportivo.
«Noi - aggiunge - siamo i primi a togliere i grilli dalla testa alle persone che pensano di dotarsi di un' arma per sparare a qualcuno. La procedura per avere la licenza è complessa, ci vuole il certificato del medico curante che accerta che la persona non fa uso di droghe o di particolari farmaci. Poi ci vuole un secondo documento di un medico legale. La Questura infine si prende 40 giorni per verificare che attorno a chi chiede un' arma non vivano soggetti "pericolosi". A rivolgersi ai nostri centri, ultimamente, arrivano persone che credono di sentirsi più sicure con un' arma perché vivono sole, o perché già vittime di reati ».
La conferma che la corsa al porto d' armi è conseguenza del clima legato alle polemiche sulla legittima difesa arriva dagli ultimi dati del Viminale sulla sicurezza in Italia. I reati sono in calo, anche quelli predatori che più influiscono sulla percezione della insicurezza tra la gente. Il totale dei delitti, tra il 2016 e il 2015, è in flessione del 9 per cento. In particolare, sono in calo le rapine (-7 per cento), i furti in generale (-8,6 per cento) compresi quelli in abitazione (-10 per cento) e quelli di autovetture (-3,7 per cento). Diminuiscono anche le denunce per danneggiamenti (-13,4 per cento), e le violenze sessuali (-4 per cento).
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