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Riccardo Muti per il "Corriere della Sera"
La scomparsa di Beppe Modenese dopo quella di Piero Pinto, due persone straordinarie, è motivo di profondo dolore, sia per me sia per mia moglie Cristina: decenni di profonda amicizia ci legavano. Definire Beppe Modenese non è semplice.
Uomo raffinato, di grande cultura ed eleganza, intesa nell' accezione di arbiter elegantiarum . Il nostro, un rapporto coltivato durante i miei lunghi anni scaligeri. Beppe e Piero sempre presenti; dopo le recite ospiti nella loro casa milanese, di serate straordinarie per qualità di invitati e conversazioni, profonde e leggere, piene di ironia e humor. I ricordi sono tanti.
Soprattutto un viaggio in Turchia in caicco anche con Inge Feltrinelli e uno in Marocco. Ma anche le spensierate scampagnate a Ravenna in onore del comune amico Umberto Tirelli.
Beppe, grande signore, sempre a suo agio: con i rappresentanti delle famiglie reali come con le persone più semplici.
Grande amante della musica, non mancava mai al Ravenna Festival. Ne ricordo sorriso, ironia e la capacità di comprendere le persone con un solo sguardo. Commentare increspando un labbro. Lo fa solo chi comprende la vera dimensione umana e la teatralità dell' esistenza.
Personaggi che con la loro scomparsa portano via un concetto di esistenza che sempre più sembra retaggio del passato. Resta come eredità a Milano, a cui Beppe ha dato tanto, e ai suoi amici, la consapevo-lezza di ciò che è l' essenza dello stile.
BEPPE MODENESE
Antonella Amapane per la Stampa
È stato lui a portare nel mondo il Made in Italy. Sempre lui, negli Anni 70 riunì alla Fiera le sfilate degli stilisti. Ed è grazie a lui se Milano è diventata la capitale del fashion. Tanto che il quotidiano WWD lo ribattezzò «Primo ministro della moda».
Beppe Modenese è morto sabato notte nella sua casa milanese, dove ha sempre vissuto con il compagno, l'architetto Piero Pinto (scomparso due anni fa). Giuseppe, chiamato con affetto da tutti solo Beppe, era nato ad Alba, ma si era trasferito fin da ragazzo a Milano, dove cominciò la sua carriera dettata da un grande intuito. Alto e dinoccolato, elegantissimo (i suoi calzettoni rossi erano il tocco estroso con gli abiti sartoriali) era simpatico e spiritoso. Anche se metteva un po' di soggezione.
Aveva i modi educati di un gentiluomo colto e raffinato, capace di mettere pace a screzi e invidie che nella moda abbondano. Da qualche tempo si era ritirato dalla vita pubblica. Avrebbe compiuto 91 anni il 26 novembre e contava di festeggiarli con i nipoti Alessandro e Rinaldo (titolari dell'agenzia Modenese & Modenese), ma se è andato prima. Quando aveva solo 22 anni, e nei quattro angoli del globo si parlava unicamente di moda francese, cominciò ad avvicinarsi a questo settore facendo da assistente a Giovan Battista Giorgini, promotore delle prime sfilate a Firenze nella Sala Bianca. E lì conosce i talenti di allora.
ANNA PIAGGI - BEPPE MODENESE - ROSITA MISSONI
Da Roberto Capucci alle Sorelle Fontana, fino a Emilio Pucci e a Irene Galitzine. Quasi contemporaneamente, la Rai gli offre una rubrica di moda e di arredamento, intitolata Vetrine che terrà per 10 anni. Imprenditore, esperto nella comunicazione, ebbe un ruolo fondamentale nel fondere il settore dell'industria a quello dello stile, contribuendo alla nascita nel 1958 della Camera Nazionale della Moda, di cui poi diventò presidente (e tuttora ricopriva il ruolo di presidente onorario). Ha fatto la fortuna di decine e decine di stilisti. Aiutandoli, consigliandoli, sostenendoli. Negli Anni 70 diventa il manager numero uno della moda, quando un gruppo di creativi vuol staccarsi dalle manifestazioni fiorentine per andare a Milano e imboccare la strada del prêt-à-porter. Lui annusò che i tempi stavano cambiando e cominciò a «imbastire le basi» della futura capitale internazionale della moda.
BEPPE MODENESE E LA PRINCIPESSA IRENE GALITZINE
Il primo calendario del prêt-à-porter risale al 3 ottobre 1979 con Walter Albini, Krizia, Giorgio Armani e altri 19 nomi. Orchestrati da Beppe che negli Anni 80 fa esplodere il made in Italy nel mondo. Affabile e disponibile con tutti, ma anche molto amico di alcuni. Come Gianfranco Ferrè (sfoggiavano la spilla da balia oro sulla cravatta che Beppe creò per entrambi). Legato ai Missoni, a Krizia e in particolar modo a Laura Biagiotti.
Aveva grande stima di Sergio Galeotti e di Giorgio Armani che seguì fin dagli esordi con entusiasmo. I calendari della moda per anni sono stati messi a punto dalla sua assistente Carla Ling, alla quale ha sempre dato del lei. Beppe Modenese dà vita a tantissime realtà in questo settore. Come per esempio Idea Como, esposizione dei setaioli comaschi. Seguono il Mipel (mostra della pelletteria) e Idea Biella, manifestazione dedicata ai tessutai del biellese. Ma la lista è lunghissima.
Come è infinita, la serie di riconoscimenti ricevuti tra i quali il Cavalierato, l'Ambrogino d'Oro e la Medaglia d'Oro di Alba. Sempre all'avanguardia, alla fine degli Anni 80 Beppe si accorge che c'è bisogno di nuova linfa sulle passerelle e quindi riserva l'ultimo giorno della kermesse di Milano Collezioni ai giovani.
Ed è in quell'ambito, nella sezione Contemporary, che nell'85 emergono Dolce& Gabbana. Il resto è storia. «Modenese ha contribuito come nessuno alla nascita del sistema moda italiano - dice il presidente della Camera Nazionale della Moda Carlo Capasa -. Oggi perdiamo una figura di riferimento e un'icona». Frequentatore competente e appassionato della Scala, mai assente agli eventi cultural mondani milanesi, Beppe ha lasciato un segno indelebile di gusto e stile a tutto tondo.
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