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Roberto Brunelli per "Agi"
Ucciso da uno sconosciuto di notte sulla terrazza di casa, e poi - da morto - coperto d'insulti sui social media, evidentemente da individui dell'estrema destra. È ancora buio fitto sull'omicidio di Walter Luebcke, esponente di primo piano della Cdu in Assia, trovato morto domenica nel suo villino in un paesino a una ventina di chilometri da Kassel con un colpo di arma da fuoco nella testa, in passato oggetto di minacce per aver voluto costruire un centro per l'accoglienza di profughi e per aver difeso la "politica delle porte aperte" targata Angela Merkel nel momento più difficile della crisi dei migranti del 2015.
Ufficialmente gli inquirenti tedeschi non si esprimono in merito ad un possibile movente politico. Però è un fatto che sia stata messa in piedi una commissione speciale di 20 investigatori per fare luce sul caso. Nel quale l'unico dato certo è che il killer gli ha sparato alla testa "a distanza ravvicinata".
Segni che l'uomo possa essersi suicidato non ve ne sono. Ma certamente non è passata inosservata l'ondata di messaggi d'odio riservate in rete a Luebcke dopo la morte. Offese e parole ingiuriose, provenienti da ambienti di estrema destra: "Il maiale ha avuto il colpo di grazia! Rispetto!", scrive per esempio tale "Franz Brandwein" su Youtube, come riferisce il sito della Tagesschau. Sullo stesso tono il messaggio di "Iceman DJ": "Un disgustoso ratto in meno. Mancano ancora gli altri".
Su Facebook qualcuno scrive: "Colpa sua, nessuna pietà. Andrà nello stesso modo anche a Merkel e gli altri. Chi vuole uccidere il popolo che lo nutre non si merita nient'altro". O ancora: "I mulini di Dio lavorano lentamente. Ma lavorano".
Le minacce di Pegida e dei Reichsbuerger
Il presidente del distretto di Kassel - sposato e padre di due figli - viene descritto come uno che "non ha mai avuto paura di dire ciò che pensava" e come un "costruttore di ponti". Ed è per questo che finì nel mirino degli ambienti di estrema destra, in seguito ad una manifestazione dell'ottobre 2015 in cui fu aggredito verbalmente da alcuni membri del gruppo xenofobo Pegida. La sua colpa era di aver dato il via libera al centro d'accoglienza. All'epoca il blog "PI-News" - noto per le sue prese di posizione razziste - arrivò a pubblicare l'indirizzo dell'esponente politico.
Molti dei commenti invitavano "a fare un salto" a casa Luebcke, avvertendo che "il buffone di Kassel presto non ci sarà più". Tra le minacce ricevute, ricorda oggi il vice di Luebcke, Hermann-Josef Klueber, anche quelle provenienti da dai cosiddetti "Reichsbuerger", gruppo-setta di estrema destra che non riconosce l'autorità dello Stato tedesco. Nel complesso, la situazione venne giudicata seria, tanto che a Luebcke fu destinata una scorta di polizia.
Il corpo di Luebcke è stato trovato dopo la mezzanotte di domenica da un familiare: vano ogni tentativo di rianimazione. Le forze di polizia e gli esperti della scientifica hanno perquisito tutta l'area intorno alla villetta dell'esponente Cdu, compreso il bosco. Da dieci anni presidente del distretto di Kassel, precedentemente deputato nel Land dell'Assia, Luebcke è descritto come un uomo dai "toni bassi", ma anche come uno capace di "usare parole chiare".
Si occupava prevalentemente di temi del traffico e di ambiente, tra cui anche una serie di progetti controversi, tra cui la realizzazione di un impianti eolico, la pianificazione di una conduttura per lo scarico di acque saline. Tutte piste sulle quali gli inquirenti stanno lavorando: ma è nell'ottobre del 2015 che Luebcke si è trovato al centro di furiose polemiche per le sue prese di posizione sui migranti. "Chi non è d'accordo con questi valori (dell'accoglienza, ndr) può lasciare il Paese in ogni momento. Questa è la libertà di ogni tedesco", aveva reagito Luebcke di fronte agli attacchi dei militanti di Pegida.
La polemica montò al punto che un autore legato agli ambienti di ultradestra, Akif Pirincci, si scagliò contro l'esponente Cdu: "Il potere ha rinunciato a mostrare paura e rispetto nei confronti del popolo, che viene invitato a lasciare il Paese se non si sottomette", aveva scritto lo scrittore. Per concludere: "Purtroppo i campi di concentramento non sono più in attività".
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