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BENEDETTO MOSCA per Libero Quotidiano
Quel giorno furono più di trenta i convogli che, dalle prigioni parigine e in particolare dalla Bastiglia, portarono i condannati a morte nella Piazza della Rivoluzione (l' attuale Place de la Concorde). Tra loro un generale di Napoleone, Alexandre de Beauharnais, perché sospettato con la moglie Joséphine di avere tramato contro il Comitato rivoluzionario. Entrambi erano stati torturati e condannati nella tetra prigione di Carmes, dove Joséphine era rimasta al momento del trasferimento del marito.
Alexandre era stato condannato a morte e adesso toccava a lui essere ghigliottinato per primo. Joséphine era distrutta, perché se è vero che per 15 anni, dopo essere giunta a Parigi dalla natìa Martinica, era stata la sposa insoddisfatta e infedele di Alexandre, è anche vero che gli aveva dato due figli: Eugenio, bellissimo, futuro viceré d' Italia, e Ortensia, futura madre di Napoleone III. Nel pomeriggio del 23 luglio 1874 la testa di Alexandre de Beauharnais rotola nella cesta della ghigliottina. Passano tre giorni e, all' alba del quarto, i carcerieri svegliano Joséphine: «Preparati», le dicono, «per le otto di domani mattina è stata fissata la tua esecuzione». Per l' affascinante prigioniera tutto sembra finito. E invece, alle sei del giorno stabilito per la sua decapitazione, davanti alla sua cella scoppia un gran trambusto.
«Fuori! Tiratela fuori da qui!», urla un uomo. È un giornalista molto conosciuto, Jean-Lambert Tallien, che si è unito ai rivoluzionari e si è assunto l' incarico di organizzare le esecuzioni capitali. Tallien ispeziona le varie prigioni in cui sono chiusi i condannati a morte e, in quella di Bordeaux, è folgorato da una spagnola alta e bruna, Teresa Cabarrus, che fa liberare. Teresa è amica di Joséphine. Di lei ha soltanto notizie vaghe, ma riesce a sapere che si trova nella prigione di Carmes. «Se vuoi che io sia la tua amante», dice a Tallien, «la devi liberare». Ecco dunque perché, poche ore prima dell' esecuzione, la vedova di Alexandre de Beauharnais miracolosamente si salva. Ma non è tutto: grazie a una legge promulgata da Napoleone, torna in possesso del patrimonio del marito ghigliottinato.
L' INCONTRO DECISIVO A 31 anni appena compiuti, ricca e bellissima, Joséphine non perde un colpo. I suoi amori proibiti si seguono a ritmo vertiginoso. Diventa prima l' amante di Paul François, un politico molto influente; poi, invitata a un ricevimento a casa del generale Jean Nicolas Barras, mette a segno il colpo grosso. A Barras, infatti, Napoleone deve gran parte della sua fortuna. È stato lui, a spingerlo a eliminare tutti i sostenitori della deposta monarchia; è stato lui a guidare i soldati che hanno massacrato 300 dimostranti davanti alla chiesa di San Rocco. È stato lui a proclamare in un affollato convegno: «Con Napoleone Bonaparte nasce un' Europa più grande e migliore». È stato ancora lui, non appena accortosi che a Napoleone piaceva Joséphine, a gettargliela letteralmente fra le braccia. Al termine di una festa organizzata in casa sua, Barras ha accompagnato i due in una sfarzosa camera da letto.
E alle 7 del 10 ottobre 1795, quando, aperti gli occhi, vede al suo fianco la bellissima martinicana, il ventiseienne generale di Brigata Napoleone Bonaparte scrive: «Mi risveglio prima di te, dolce e incomparabile Joséphine, e ho la fortuna di poter comporre per te questa lettera in cui ho racchiuso la poesia che tu hai creato nel mio cuore».
Napoleone sa chi è Joséphine de Beauharnais, e conosce anche quello che si dice di lei. In un libello circolante a Parigi ha letto tra l' altro: «Nessuna prostituta di Francia, per quanto navigata, ha un decimo dell' abilità e delle conoscenze di Joséphine.
La quale ha imparato in Martinica, dov' è nata, tecniche amorose che confinano con la stregoneria e che fanno smarrire l' intelletto a qualsiasi uomo». Esagerazioni? Non sembra.
Napoleone, quasi impazzito per Joséphine, le confida in una lettera: «Quale felicità mi dai quando attingo alle tue labbra e al tuo seno la fiamma che mi fa ardere. È accaduto questa notte come tutte le altre che abbiamo passato insieme Ora però tu dei partire e fra tre ore mi dovrò privare di te. Ma nell' attesa, mio dolce amor (il futuro imperatore scrive in italiano queste tre parole), riceve un milione di baci. Ma ti supplico: non ricambiarne nemmeno uno, perché ogni tuo bacio brucia una parte del mio sangue».
Nel marzo del 1796 Napoleone sposa civilmente Joséphine. Deve però partire per la Campagna d' Italia e lei lo segue. Ecco il suo diario: «Decisa a non separarmi da lui, mi stabilisco a Milano. Che bella città! È abitata da gente magnifica, i divertimenti non mancano Ma sarei davvero bugiarda se dicessi che, a Milano, sono stata la più fedele delle mogli». E infatti già nel giugno 1796, solo tre mesi dopo le nozze, diventa l' amante di Hippolyte Charles, un aristocratico francese che l' ha raggiunta. Da parte sua, Napoleone non si tira indietro. Piccole e grandi infedeltà sono all' ordine del giorno; c' è chi ha contato fino a 27 le sue conquiste milanesi. Hanno inizio così otto anni di scontri e trasgressioni. Attorno ai coniugi c' è aria di scandalo e trasgressione; qualcuno si chiede perché mai restino assieme, ma una risposta c' è: sono uniti da una tenace speranza a cui non vogliono rinunciare, la nascita di un erede.
Eccoci ora a Parigi, nella cattedrale di Notre Dame. È il primo dicembre 1804 e Napoleone si prepara a essere proclamato imperatore e a dividere la sua gloria con la moglie Joséphine. Il popolo si è espresso con una valanga di sì (3.572.239 contro 2.569 no) per il conferimento della dignità imperiale a lui e alla sua discendenza. Da Roma, per officiare la solenne cerimonia, è giunto il Papa, Pio VII. Nella cattedrale foderata di fiori bianchi e rossi hanno preso posto 500 notabili, alle cui spalle si accalcano altrettanti invitati. Il pittore Jean-Louis David ha sistemato a fianco dell' altare il cavalletto con la tela su cui abbozzerà la scena dell' incoronazione. Completerà poi nel suo studio il grandioso quadro, uno dei più celebri dell' intera storia dell' arte.
UN' AUTENTICA BOMBA C' è stato però un grosso incidente.
Sei ore prima della cerimonia una ragazza, Pauline Bellisle, ha fatto sapere al Papa che Napoleone e Joséphine sono sposati solo civilmente. È un' autentica bomba, fatta esplodere da colei che è conosciuta come «la nuova Cleopatra» essendo stata l' amante di Napoleone durante la Campagna d' Egitto del 1898. Il Papa rimedia all'«incidente» facendo celebrare nella notte, in fretta e furia, le nozze religiose di Napoleone con Joséphine. Quando lei, poche ore dopo, entra in Notre Dame scortata da dodici damigelle che sorreggono lo strascico del suo fiabesco abito di broccato, è sfolgorante. I sei anni che ha più di Napoleone non si vedono.
Il resto della storia è meno rocambolesco e anche un po' triste. Ha scritto Joséphine: «Durante i cinque anni che ho trascorso da imperatrice ho avuto di tutto: balli e ricevimenti, viaggi e anche amori segreti; ma non sono stata felice. Non sono riuscita infatti a dare l' erede all' imperatore».
Nel dicembre 1809, anno a cui risale questa annotazione, un segretario di Napoleone le dice: «Poiché non potrete mai dare un erede all' imperatore, lui, pur con il cuore che gli sanguina, è costretto a ripudiarvi». I cinque anni successivi Joséphine li trascorrerà nel castello della Malmaison, nei cui giardini farà piantare 200 varietà di rose fra cui la Rosa Tea.
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