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Orazio La Rocca per “la Repubblica - Roma”
«Il giubileo è stato un momento di grazia per la Chiesa che ha, tra l’altro, riportato la Misericordia al centro della vita dei cristiani dopo essere stata tenuta ai margini per troppo tempo. Ma Roma ha perso una grande occasione ed i 21 milioni di pellegrini che sono arrivati alla Porta Santa di San Pietro, pur essendo stati accolti bene, hanno visto quanti sono ancora tanti i limiti operativi della città».
Parla l’arcivescovo Rino Fisichella, presidente Comitato organizzatore del Giubileo e nel bilancio non risparmia critiche alla città per la scarsa pulizia di strade e marciapiedi, la precaria manutenzione dei percorsi pedonali, il livello culturale non all’altezza di un evento internazionale come è un Giubileo.
Il gran regista dell’Anno Santo che oggi presenterà la Lettera pastorale Misericordia et Misera” (Misericordia e povertà) firmata dal Papa alla chiusura del Giubileo di «grande partecipazione e di profondo significato sulla scia di quella Misericordia, cuore del Vangelo, diventata punto di riferimento per i cristiani con positivi risvolti sociali. Valori come l’aiuto a poveri, ammalati, immigrati, carcerati, vittime di guerre, violenze e attentati, nonché il perdono reciproco, sono in sostanza i ‘doni’ di questo Giubileo che sta a noi farli fruttificare».
Eppure c’è chi parla Anno Santo flop, fallimentare?
«È sbagliato giudicare il Giubileo della Misericordia col metro dei numeri e come se fosse l’Expo di Milano. E 21 milioni di pellegrini – che non sono turisti e non sono venuti per andare a ballare in discoteca - non sono pochi, considerando che il Giubileo, per volontà del Papa, è stato celebrato in tutto il mondo, in ogni diocesi, negli ospedali, nelle carceri, per cui molti pellegrini non sono venuti. Un freno è stata anche la paura di attentati, ma per fortuna a Roma tutto è andato bene. Il flop non è stato del Giubileo, ma forse di quelli che pensavano di guadagnarci».
Ma Roma come ha accolto i pellegrini?
«Per tutto l’Anno Santo gli occhi del mondo sono stati puntati su Roma che ha risposto bene anche per il lavoro delle forze dell’ordine. La Capitale ha dimostrato sul campo di essere una città sicura e di avere presidi sanitari all’altezza (sono stati oltre 50mila gli ammalati accompagnati alle Porte Sante dai 600 volontari dell’Unitalsi, ndr), ma i 21 milioni di pellegrini hanno dovuto constatare anche i tanti limiti strutturali ed organizzativi della città».
E quali sono stati questi limiti di cui lei parla?
papa francesco apre la porta santa 3
«Limiti strutturali ed organizzativi, ma non vorrei dire di più. Del resto per tutto l’Anno Santo bastava andare intorno al Vaticano, a Borgo, in via dei Corridori per constatarne le precarietà in materia di pulizia e manutenzione. È mancata, inoltre, una dimensione culturale all’altezza degli eventi giubilari. Non sono state organizzati mostre ed eventi artistici. I pellegrini hanno visto i grandi limiti strutturali di Roma, senza tuttavia perdere di vista la dimensione spirituale del Giubileo che non è mai mancata».
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