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Gianni Giacomino per âLa Stampa'
«Addio, vi voglio bene» ha digitato su Whatsapp la studentessa 14enne. Poi ha inviato il messaggio a qualche amico e parente, verso le 2,30 della scorsa notte. Quindi è salita all'ultimo piano del palazzo di via Paganini, a Venaria, comune dell'hinterland torinese dove abitava con mamma, papà e una sorella più grande.
Daniela (nome di fantasia), ha aperto una finestra e si è lasciata cadere con i suoi sogni, le sue speranze, le sue paure. à stata trovata alle 6, nel giardino condominiale, da una donna che stava andando a lavorare. Nessun dubbio per i carabinieri di Venaria: suicidio. Ma perché?
Le indagini puntano sui social network e soprattutto su «Ask.fm», sito che garantisce l'anonimato grazie al quale i cyberbulli si accaniscono contro chi manifesta debolezze, paure, o confessa inquietudini adolescenziali. Un fenomeno che in italia ha già causato due vittime, entrambe quattordicenni, a Novara e a Cittadella, che non hanno retto agli insulti.
E sul proprio sul web la 14enne di Venaria ha navigato e scambiato opinioni con altri giovani fino all'altro giorno. Messaggi graziosi e spiritosi. La studentessa di terza media sogna una vacanza in Spagna con l'amica del cuore. Dice che non può più fare a meno di lei. Ma riceve anche pesanti insulti: «Dimostri appena 10 anni», e ancora: «Sei la vergogna delle ragazze del 2000».
Poi insulti a sfondo sessuale, bestemmie. Per questo gli investigatori, coordinati dal pm della Procura di Ivrea Giuseppe Drammis, hanno sequestrato il computer e il telefonino cellulare della vittima. Nelle prossime ore verrà nominato un perito: dovrà analizzare tutti i contenuti dei due apparecchi.
L'ipotesi più inquietante è che qualcuno, insultando la 14enne di Venaria, che aveva il complesso di non essere bella e lo ripeteva spesso a chi le faceva qualche complimento su Facebook, l'abbia istigata al suicidio. «Stiamo valutando tutti gli aspetti della vicenda - ammette Giuseppe Ferrando, procuratore capo di Ivrea -. La polizia postale effettuerà dei controlli sui blog e sulle chat nelle quali navigava la studentessa».
Distrutti il padre della vittima, un autotrasportatore e la mamma casalinga, la sorella. I professori della scuola media «Lessona», i suoi amici. Quelli che ieri hanno adagiato nel giardino di via Paganini mazzi di fiori con lettere d'addio piene di parole affettuose. Agli investigatori, comandati dal capitano Roberto Capriolo, i genitori hanno raccontato che, ultimamente, quella figlia così gracile era un po' depressa per problemi di salute al cuore e ai reni. Perché si vedeva più piccola delle sue coetanee. «E le dispiaceva non avere un ragazzo - ammette una sua amica in lacrime -. Ma noi le dicevamo che sarebbe arrivato anche quello, che adesso dovevamo solo divertirci».
Non una lettera, un sms, qualcosa per spiegare come mai, la notte scorsa, la teenager con la passione per il rapper italiano «Fedez» ha deciso di farla finita.
Resta solo una speranza: è che, nonostante «Ask.fm» sia anonimo, gli esperti riescano a risalire ai cyberbull che usano la rete.
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