MIGRANTI “FANTASMA” - NELLE STRADE ITALIANE CI SONO 70 STRANIERI CHE NON SONO STATI NÉ ACCOLTI NÉ ESPULSI - NEL 2014 SONO ARRIVATE 174 MILA PERSONE, E NELLE STRUTTURE DI ACCOGLIENZA, I REGISTRATI ERANO POCO PIÙ DI UN TERZO. E GLI ALTRI?

1 - QUEI “MIGRANTI-FANTASMA” CHE FUGGONO NEL NORD EUROPA

barcone di immigrati foto di Massimo Sestini per Marina Militarebarcone di immigrati foto di Massimo Sestini per Marina Militare

Flavia Amabile per “la Stampa”

 

Abderrazek aveva l’indirizzo dei cugini in Svezia. Sapeva per filo e per segno che cosa fare, anche che dopo aver superato mille difficoltà, gli sarebbe rimasto l’ultimo passo, rischioso come gli altri perché avrebbe potuto rendere vani tutti gli sforzi precedenti, doveva trasformarsi in un «fantasma» per l’Italia, uno dei tanti che spariscono subito dopo l’arrivo su una qualsiasi delle coste della penisola.

 

Di tutti gli uomini e le donne che mettono piede sul suolo italiano quasi la metà spariscono nel nulla. Negli archivi europei non ne resta traccia: né nome e cognome, né foto segnaletica, né tantomeno le impronte digitali. Poiché la Convenzione di Dublino impone a chi vuole chiedere asilo nell’Ue di farlo nel Paese dove vengono rilevate le impronte, i migranti-fantasma riescono a evitare di rimanere intrappolati all’interno di confini poco interessanti come l’Italia. A patto di sapere come fare.

 

UFFICIO IMMIGRAZIONE ROMAUFFICIO IMMIGRAZIONE ROMA

LA PARTENZA

Quando ancora era ad Homs, in Siria, un altro cugino gli aveva fatto imparare a memoria nome, indirizzo e numero di telefono dei parenti che già avevano tentato con successo la fortuna e si erano stabiliti in Svezia. I soldi li aveva trovati vendendo gli ultimi oggetti di famiglia ed era partito. Aveva 17 anni, se la Siria non fosse stata travolta dalla guerra sarebbe stato sul punto di finire gli studi e di seguire le orme del padre nella ditta di trasporti.

 

MEDICI E PAZIENTI ALL UFFICIO IMMIGRAZIONEMEDICI E PAZIENTI ALL UFFICIO IMMIGRAZIONE

Nulla di più lontano da quello che era diventato, un ragazzo senza più alternative: padre, madre e due sorelle erano morti sotto le macerie della loro casa crollata sotto uno dei bombardamenti che per quasi un mese nel 2012 avevano devastato la sua città. Non aveva più nulla, nemmeno la speranza di ritrovare una vita nel giro di poco tempo. Quindi, meglio partire. Ha superato il confine grazie al primo di tanti pedaggi. Di mazzetta in mazzetta, si è ritrovato nell’inferno della Libia.

 

L’ARRIVO IN LIBIA

I racconti non erano riusciti a rendere l’idea della devastazione di una città dove non esistono più altro che bande di criminali a caccia di aspiranti richiedenti asilo da spennare. Abderrazak era perfetto, gli hanno tolto le ultime banconote e lo hanno spedito in Italia su un gommone troppo carico.

 

LA FUGA

nave italiana recupera immigratinave italiana recupera immigrati

Nonostante le precarie condizioni, il gommone ha svolto il suo compito fino al peschereccio che li ha recuperati e portati in salvo a Lampedusa. Lì in tanti si sono lasciati prendere le impronte. Abderrazak ha approfittato di un momento di distrazione delle forze dell’ordine, si è allontanato e nessuno l’ha più visto in Italia. È riemerso dopo un lungo viaggio in treno passando per Milano senza lasciare nemmeno una traccia prima di arrivare in Svezia.

 

Un «fantasma» come tanti. Per l’Ue un problema non indifferente. Quando alla fine dell’estate scorsa nell’Eurodac, il sistema che permette all’Ue di verificare i dati dei richiedenti asilo o di chi è entrato irregolarmente da una frontiera, si scoprì che l’Italia aveva inserito i dati di circa 70 mila persone, 48 mila richiedenti asilo e 30 mila ingressi illegali, e che non c’era traccia degli altri 65 mila soccorsi con i mezzi dell’operazione Mare Nostrum, a Bruxelles si arrabbiarono.

IMMIGRATI IN ITALIA IMMIGRATI IN ITALIA

 

Da quando Mare Nostrum è stata sospesa, i fantasmi restano fantasmi per sempre. Si può solo fare riferimento al numero degli sbarchi e dire che alla fine del 2014 erano arrivate 174 mila persone, e che nelle strutture di accoglienza gli stranieri registrati erano poco più di un terzo.

 

2 - NÉ ACCOLTI NÉ ESPULSI I 70 MILA “INESISTENTI” NELLE STRADE ITALIANE

Flavia Amabile per “la Stampa”

 

Suleiman Kindo ha 33 anni, vive in Italia da sedici mesi ma per il nostro Paese non esiste. Lo Stato ha speso per lui un anno di assistenza in un centro per richiedenti asilo, la Commissione competente ha esaminato la sua pratica, ha bocciato la sua richiesta di asilo e ora lui non esiste. Durante il giorno vaga tra mense e strade, di sera dorme alla stazione Termini. Come spiega Suleiman: «Mi trovi al binario uno».

 

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Lo chiama così ma è il marciapiede di via Marsala che dopo il tramonto si trasforma in una distesa di coperte, cartoni e persone. Anche Suleiman prende la sua coperta e i suoi cartoni, li tiene nello spazio tra il palo di un segnale stradale e il muro, cerca un pezzo di marciapiede libero, apre il cartone e la coperta, prende un libro di italiano e si stende lì a studiare prima di dormire.

 

CARTONE E COPERTA

Quelli come Suleiman sono gli «inesistenti», persone che non hanno più assistenza, diritti, che per l’Italia non esistono più. Dopo il rifiuto possono fare ricorso, anche Suleiman ci ha provato, non aveva soldi per pagare un vero avvocato, si è fidato di un amico di un amico, ha perso il ricorso. E ora? «Farò un secondo ricorso», risponde. E così tutti, restando «sospesi in un limbo» come denuncia Aboubakar Soumahoro, responsabile immigrazione dell’Usb. È il limbo degli inesistenti, un popolo abbandonato a se stesso che bivacca fuori e dentro le stazioni e ovunque ci sia uno spazio per sistemare un cartone e una coperta e dormire al sicuro.

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È una popolazione in rapida crescita soprattutto da quando sono in aumento gli invii di carrette e gommoni dalla Libia carichi di persone dell’Africa subsahariana. Suleiman ha iniziato il suo viaggio molti anni fa dal Burkina Faso, in tanti fuggono dal Mali, Gambia, Guinea, Sierra Leone. «Sono Paesi in guerra ma le commissioni non ne tengono conto e rifiutano le loro richieste di asilo», spiega Aboubakar Soumahoro.

 

IMMIGRATI IN ITALIA IMMIGRATI IN ITALIA

Secondo l’ultimo rapporto del ministero dell’Interno negli ultimi tre mesi il 50% delle domande presentate hanno ottenuto una risposta negativa. A dicembre 2014, sulle 2.805 domande esaminate, i dinieghi sono stati pari al 48% (1.349 casi). Identica situazione a gennaio 2015 (1.190 rigetti su 2.503 domande) e a febbraio (1.609 su un totale di 3.301). Cifre molto più alte rispetto a quelle del 2013, quando solo il 29% delle domande aveva avuto risposta negativa.

IMMIGRATI SU UN BARCONE IMMIGRATI SU UN BARCONE

 

NUMERI IN CRESCITA

A questo ritmo si stima che il numero di inesistenti possa arrivare a circa 35mila persone entro la fine del 2015, che andrebbero ad aggiungersi ad altre decine di migliaia di persone che si sono viste rifiutare la richiesta di asilo negli anni scorsi raggiungendo la cifra di 70mila anime sospese, che a volte non possono tornare non per loro volontà.

 

I migranti in arrivo dal Mali, per esempio, si vedono quasi sempre bocciare la richiesta perché per le Commissioni competenti sono fuggiti da un Paese ormai «in via di normalizzazione» ma una circolare del ministero dell’Interno del gennaio 2014 ha bloccato i rimpatri perché la situazione non è per nulla tranquilla.

IMMIGRATO IMMIGRATO

 

Piccolezze della burocrazia italiana, sciocchezze per quelli come Suleiman o i migranti maliani e degli altri africani: prima di diventare degli «inesistenti» in Italia, quelli come loro sono innanzitutto dei sopravvissuti alla traversata dalla Libia a Lampedusa.