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Volevamo solo una bistecca con un po’ di verdure. La notte era giovane al Twins Go-Go Lounge, almeno quanto le due ragazze che sculettavano al palo della lap-dance. La luce al neon illuminava il palco, lo stereo sparava brani hip-hop come una mitragliatrice, intervallati ogni tanto da Kid Rock. Era mercoledì notte e il locale, dopo appena poche ore, sarebbe finito in un tribunale federale insieme ai suoi proprietari, due agenti della DEA.
Quando i due agenti del Drug Enforcement Agency, Glen Glover e David Polos, si sono presentati di fronte alla corte, il giudice ha detto: “Come vi siete potuti dimenticare, sotto giuramento, che eravate i proprietari di questo squallido bordello? Come avete potuto assumere donne entrate illegalmente negli Stati Uniti? Per di più a offrire sesso in cambio di soldi?”
La vicenda rappresenta proprio uno schiaffo alla dignità del Dipartimento Antidroga americano. “Non sarebbe mai dovuto capitare – sussurra un uomo nell’aula del tribunale - come agente sono mortificato. Certe volte anche le brave persone escono di testa, e fanno cazzate”.
Glover e Polo avevano già attirato l’attenzione del dipartimento nel 2011, quando, con una scusa, gli è stato chiesto di compilare un questionario. In quell’occasione nessuno di loro disse di gestire il Twins Go-Go Lounge, un nightclub dove le ballerine erano un semplice antipasto al sesso vero e proprio. Gli investigatori si sono insospettiti per una risposta ad una domanda del test: Glover diceva di aver speso 18mila dollari per un “investimento”, ma quella cifra era stata sborsata per il Twins Go-Go.
Quando poi è partita l’inchiesta, si è scoperto che quasi tutte le ballerine lavoravano illegalmente: “Molte di loro venivano senza documenti dalla Russia o dal Brasile, e tutti ne erano consapevoli”, si legge nella nota del tribunale.
Una di loro aveva anche provato a lavorare per due turni consecutivi, per pagare i contrabbandieri che l’hanno fatta entrare illegalmente nel paese. Le ragazze non guadagnavano solo ballando, dalle immagini delle telecamere piazzate nel locale dagli agenti, si vede che tra ballerine e clienti si consumavano rapporti sessuali a pagamento nelle sale sul retro.
A volte la situazione finiva fuori controllo: in un sms mandato a Glover, il manager del locale si lamentava perché un cliente si sbatteva una ragazza sopra la sedia, e questa si stava per rompere. Un lunedì mattina del febbraio 2014 poi, scoppiò una rissa fuori dal locale e un uomo investì volontariamente con la macchina due persone, lasciando la sua Mazda incidentata nel parcheggio. Se i due agenti proprietari del locale stavano cercando di tenere il loro business lontano da occhi indiscreti, beh…hanno sbagliato tutto.
Pare che Glover e Polos non fossero nemmeno bravi a portare avanti le cose. Nessuno ripuliva il pavimento del locale dai profilattici usati la sera prima, il freezer era rotto, quindi le birre erano calde, e gli incassi lasciavano sempre a desiderare. I dipendenti si dimenticavano di comprare i sandwich da Walmart, e le ragazze venivano licenziate senza nemmeno aspettare l’OK dell’altro proprietario.
Glover era quello incaricato del personale, ogni notte passava alle ragazze dai 10 ai 30 dollari extra per potare le chiappe al “Twins plus”. Una volta aveva urlato al buttafuori di non stare troppo addosso al palco, se no i clienti si spaventavano e non sarebbero andati a divertirsi con le ballerine nel retro.
Pare che nel giro si sapesse bene che i due erano agenti della DEA: Polos portava il distintivo sulla camicia e Glover aveva sempre il giubbotto anti-proiettile! A Glover piaceva anche spacciarsi come un uomo del governo, e spesso andava al locale con altri agenti raccomandandosi con lo staff di fare finta di non conoscerlo.
A cominciare dall’aspetto esterno, con la facciata scrostata, il Twins sembrava un vecchio garage, con l’ingresso illuminato da un lampione da strada. All’interno, alla luce di quattro riflettori, una o due ragazze ballavano seminude a ritmo di musica. Le altre parlavano con i clienti mentre Kenya, la barista, si assicurava che non restassero mai a secco di alcol.
Le ragazze ballavano, poi facevano un giro a caccia di clienti, tra un brano e l’altro. Molti dei frequentatori conoscevano e ragazze per nome, uno di loro chiamava Kenya per nome quando voleva da bere. C’erano due buttafuori a sorvegliare la porta sul retro: uno aveva la barba, era vestito di nero e parlava un sacco con le ragazze, aveva un plico di fogli in mano che sembravano importanti. L’altro non si muoveva mai.
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