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Paola Di Caro per il Corriere della Sera
È un endorsement in piena regola, accompagnato da un' offerta concreta quello che Luigi Di Maio, con un post sul blog del M5S, fa al movimento dei gilet gialli che da settimane sta violentemente manifestando in Francia contro il presidente Macron.
Un' uscita a sorpresa e irrituale ma che pare meditata e che mette altra benzina in questo inizio di campagna elettorale per le Europee, alle quali i Cinque Stelle si preparano con uno slogan postato ieri dallo stesso vicepremier riunito con tutto lo stato maggiore: «Rivoluzioneremo l' Europa».
Il sostegno ai gilet gialli sconcerta l' opposizione, fa prendere le distanze all' alleato Matteo Salvini ma soprattutto scatena la reazione del governo francese: «La Francia si guarda bene dal dare lezioni all' Italia. Salvini e Di Maio imparino a fare pulizia in casa loro», scrive in un tweet la ministra per gli Affari europei Nathalie Loiseau, mentre il premier Edouard Philippe, parlando in tivù, non cita l' Italia ma annuncia 80 mila poliziotti in strada per sabato e misure dure contro i violenti: «Coloro che minacciano le istituzioni, saccheggiano, bruciano, non avranno l' ultima parola. Faremo come contro gli hooligans negli stadi».
Diventa quindi un caso diplomatico l' uscita del leader del M5S. «Gilet gialli, non mollate!», è l' incitamento, perché il M5S «è pronto a darvi il sostegno di cui avete bisogno». Di Maio precisa che «come voi, anche noi condanniamo con forza chi ha causato violenze durante le manifestazioni», ma «possiamo mettere a vostra disposizione alcune funzioni del nostro sistema operativo per la democrazia diretta, Rousseau» come «il call to action per organizzare eventi sul territorio o il sistema di voto» per scegliere programma e candidati.
C' è chi nell' opposizione, per FI Deborah Bergamini, vede a rischio le relazioni tra Italia e Francia, chi come il pd Andrea Romano chiede se il ministro degli Esteri Moavero condivide, mentre Matteo Renzi e Maurizio Martina criticano il sostegno a un movimento che usa la violenza «nei palazzi delle istituzioni e contro poliziotti». Ed è proprio su questo punto che Matteo Salvini si dissocia dall' alleato: «Sostegno ai cittadini perbene che protestano contro un presidente che governa contro il suo popolo ma assoluta, ferma e totale condanna di ogni episodio di violenza che non serve a nessuno. Una cosa sono i cittadini che educatamente fanno presente a Macron che prima va a casa e meglio è, altra la violenza. Un conto è protestare contro il caro benzina, altro è sfasciare vetrine».
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