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NON SARA’ CHE GLI ALLARMI CHE ARRIVANO DALL’UCRAINA SU UN IMMINENTE ATTACCO MASSICCIO RUSSO SERVONO A SPINGERE L’OCCIDENTE A DARE PIU’ ARMI? IL DUBBIO DI “REPUBBLICA”: “NON SI SA BENE COSA ASPETTARSI, NÉ CHE VALUTAZIONE DARE A QUESTE USCITE CHE, A PRESCINDERE DALLA LORO FONDATEZZA, SERVONO A FARE PRESSIONI SULL’OCCIDENTE PER AVERE ULTERIORI ARMI E I CACCIA CHIESTI DA ZELENSKY. I SATELLITI HANNO VISTO UN CERTO RAGGRUPPAMENTO DI MEZZI RUSSI A RIDOSSO DEL CONFINE SETTENTRIONALE, MA APPARENTEMENTE NON COSÌ SOSTANZIOSO DA LASCIAR SUPPORRE UNA NUOVA ONDATA A BREVE…”
Estratto dell’articolo di Fabio Tonacci per “la Repubblica”
oleksiy reznikov ministro della difesa ucraino
Tutto ciò che è razionale, in guerra, non è detto che sia reale. Prendiamo la grande, attesa, temuta, annunciata (dagli ucraini) offensiva russa su larga scala che Mosca dovrebbe lanciare a giorni. Ci sono ragionevoli motivi per ritenere che Putin ne abbia davvero bisogno[…] Tuttavia, quando si vanno a cercare tracce e segnali della maxi operazione, si raccolgono notizie fuorvianti […]
[…] un consigliere delle forze armate ucraine, parlando al Financial Times con la garanzia dell’anonimato, rivela che entro dieci giorni la Russia darà il via a una nuova vasta offensiva. […] L’affermazione viene corretta parzialmente dal ministro della Difesa Oleksiy Reznikov che sposta la data più a ridosso del 24 febbraio […] Andriy Yusov […] spiega che il comandante delle forze di occupazione Valery Gerasimov ha promesso a Putin di impadronirsi dell’intero Donbass entro marzo.
Poi, giusto ieri, ecco Andrei Chernyak, portavoce del Gur cioè i medesimi servizi segreti militari, che dichiara: «Secondo le nostre informazioni, i comandi russi non hanno sufficienti risorse per operazioni su larga scala. Il loro principale obiettivo rimane ottenere qualche successo tattico nell’est, dove intensificheranno i combattimenti. E comunque hanno già usato l’80 per cento dei missili ad alta precisione a loro disposizione».
Non si sa bene cosa aspettarsi, né che valutazione dare a queste uscite che, a prescindere dalla loro fondatezza, servono a fare pressioni sull’Occidente per avere ulteriori armi e i caccia chiesti da Zelensky. I satelliti hanno visto un certo raggruppamento di mezzi russi a ridosso del confine settentrionale, ma apparentemente non così sostanzioso da lasciar supporre una nuova ondata a breve. I numeri che arrivano dal terreno, forniti dal governo di Kiev e da prendere con le dovute cautele, parlano poi di 1.140 militari russi uccisi nella sola giornata di ieri (record assoluto dall’inizio del conflitto) e di un parco carri armati ormai dimezzato: all’inizio Mosca ne aveva circa 3 mila operativi, ora sarebbero meno di 1.500.
Quest’ultimo dato è confermato anche dal Pentagono. E persino il capo della Brigata Wagner, quel Prigozhin amico personale di Putin e sempre in rotta col ministro della Difesa russo, stima in due anni il tempo necessario per conquistare il Donbass. Dunque? In realtà, e razionalmente, le forze armate della Federazione mostrano di essere in difficoltà in alcune zone della linea del fronte ma non sembrano allo stremo. […]
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