DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA…
Estratto dell'articolo di Giuseppe Scarpa per https://roma.repubblica.it/
Clienti facoltosi. Imprenditori, commercianti, professionisti. I soldi girano. Loro sono richieste. Tutti fanno la fila a Roma per ottenere un appuntamento con le giovanissime squillo. Ma i clienti non arrivano solo dalla Capitale. Da Barcellona, un uomo, con cadenza mensile fa visita ad una delle ragazze. Mille euro per una notte in un hotel a Prati. Poi la mattina, in fretta e furia, prende il taxi per Fiumicino e un aereo verso la Spagna.
Così avanti per quasi un anno. Fino a quando il grande gioco finisce. Concluso grazie a un'indagine portata avanti dagli inquirenti. Sfruttamento della prostituzione. Un reato per cui è finito incriminato un amico delle ragazze, ex compagno di classe al liceo e fidanzato di una delle 4 studentesse romane che organizzava gli incontri.
Loro sono tutte giovani, figlie di famiglie benestanti, tra i 18 e i 20 anni, che hanno deciso di fare le escort per "gioco". Per soldi. Per regalarsi alcuni costosissimi accessori che altrimenti, il padre e la madre, non gli avrebbero mai comprato: borsette griffate, scarpe di marca, abbigliamento delle più blasonate maison e cellulari di ultima generazione. […]
Il grande gioco va in scena sul litorale, dove la Capitale si specchia nel mare: all'Infernetto e a Ostia. Quartieri di origine delle 4 baby squillo. Trastevere e Prati sono le altre zone di Roma dove le ragazze, spesso, si intrattenevano con i loro clienti, soprattutto in due hotel.
Il "gioco" funziona e va oltre le aspettative. Erano tutti pazzi per le quattro. E così, in appena 12 mesi, il business messo in piedi vola. Il patto era chiaro: le giovani ci mettono il corpo, il loro amico le amicizie, la pubblicità nei posti che contano e, quindi, una clientela accuratamente selezionata.
Negli alberghi extra lusso, la stanza la paga sempre il cliente. In alcuni casi il ventenne, "manager" delle quattro, metteva a disposizione il suo appartamento all'Infernetto. Ma era un'eccezione, non succedeva quasi mai.
Anche perché chi chiedeva di passare con loro una serata era generalmente un uomo, ben sopra i 40 anni, che spesso voleva anche andare a cena con le ragazze. Persone pronte a pagare come minimo 400-500 euro per un incontro. Mai le quattro, come emerge dall'indagine, hanno avuto problemi con i loro clienti.
Nonostante ciò, il loro amico le monitorava: le giovani si erano fatte installare un'applicazione sul cellulare che permetteva al loro "manager" di geolocalizzarle quando si trovavano con i clienti. Il grande gioco, però, adesso è finito. […]
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