FLASH! - LA SCESA IN CAMPO DEL PARTITO DI VANNACCI E' UNA PESSIMA NOTIZIA NON SOLO PER SALVINI, CHE…
Estratto dell'articolo di Federico Fubini per www.corriere.it
Nel 1346 la peste bubbonica raggiunse la città portuale di Tana alla foce del Don, sul Mar Nero. Aveva viaggiato dalla Cina con le pulci annidate nei topi, insieme ai mercanti della Via della Seta. L’anno dopo era a Costantinopoli. Nella primavera del 1348 si stava già diffondendo in Nord Africa, in Italia e Francia […].
In varie parti d’Europa falcidiò metà della popolazione. […] Fu l’ultima volta in cui il numero degli esseri umani sul pianeta Terra diminuì. La prossima, potrebbe essere nel corso della vita di alcuni dei lettori. […] Ma questa non è la previsione di una catastrofe: semplicemente le donne e gli uomini del ventnesimo secolo […] non solo fanno molti meno figli dei loro genitori, ma anche meno di quanto ci si aspettasse qualche anno fa.
Quali cambiamenti sociali, geopolitici o produttivi riserva un mondo nel quale cresce la popolazione anziana, si riduce la forza lavoro e – forse già tra meno di trent’anni – inizia a ridursi il numero degli abitanti? E’ uno scenario completamente negativo o può riservare – anche per noi, in Italia – aspetti sorprendenti?
SVOLTA DEMOGRAFICA
[…] Di recente si è preso il centro della scena, ma in Italia lo stiamo vivendo come un’anomalia nazionale che genera ansia e vergogna. Non è il caso. Il rapidissimo declino delle nascite, il controllo crescente delle scelte riproduttive sono i fenomeni più importanti del secolo e riguardano Paesi di ogni tipo. […]
L’aggiornamento dei dati della UN Population Division mostra che l’umanità sta smettendo di espandersi. Nell’ultimo secolo e mezzo lo aveva fatto in modo esponenziale. Eravamo un miliardo e mezzo nel 1900, due e mezzo nel 1950, sei miliardi nel duemila e siamo circa otto miliardi oggi. Ma la curva sta per flettere: si invertirà. Le domande sul consumo eccessivo e la disponibilità scarsa di risorse, […] lasceranno il posto a domande su chi produrrà risorse per un genere umano che invecchia.
CHE COSA STA GIÀ ACCADENDO
Perché accadrà. Sta già iniziando ad accadere. Dalla fine dello scorso decennio, due terzi della popolazione mondiale vive in Paesi nei quali il numero di nascite per abitante è sotto ai livelli necessari a mantenere la popolazione stabile.
Secondo l’economista e demografo spagnolo Jesús Fernández-Villaverde, della Penn University, dopo il Covid-19 il genere umano nel suo complesso potrebbe già avere una fertilità sotto al “tasso di sostituzione”: quei 2,1 figli per donna che occorrono perché l’età media non aumenti sempre di più e alla lunga la popolazione non cali. Fernández-Villaverde pensa che il numero degli abitanti della Terra inizierà a calare fra 29 anni. […]
Oggi sono scesi o sono sul punto di scendere sotto la soglia di 2,1 figli per donna dei Paesi insospettabili: anche molto lontani dal benessere e dagli stili di vita laici ed emancipati che credevamo essere il contesto del controllo delle nascite e del rinvio delle scelte di procreazione.
IL DECLINO DELL’IRAN
Prendete l’Iran. Contava 6,63 figli per donna nel 1980, ai primissimi anni della rivoluzione khomeinista, mentre oggi sono scesi a 1,68 (un quarto sotto ai livelli necessari a stabilizzare la popolazione) e soprattutto è quasi un quarto di secolo che l’Iran viaggia sotto i due figli per donna. […] Ma l’Iran non è un caso isolato. Neanche in Medio Oriente o fra i Paesi a grande maggioranza musulmana. Gli Emirati Arabi Uniti contavano 6,5 figli per donna nel 1965, due volte e mezzo le medie europee, ma nel 2022 erano già scesi a 1,15: sotto ai livelli dell’Italia, che pure resta fra i Paesi meno fertili del mondo avanzato.
Alla lunga gli Emirati dovrebbero praticamente raddoppiare le nascite per mantenere stabile la popolazione senza integrare immigrati. La Tunisia […] è scesa da oltre sette figli per donna nel 1965, a due all’inizio del secolo, fino a ben sotto il tasso di sostituzione in anni recenti. Anche la Turchia ormai ha nascite di un quarto sotto ai livelli che servono a rimpiazzare tutti i genitori con i figli. Arabia Saudita, Marocco, Egitto e Libia sono più indietro, ma sembrano avviati nella stessa direzione.
IL CASO INDIA
[…] i Paesi latino-americani conoscono un declino delle nascite che va oltre qualunque previsione: in Cile meno di un figlio per donna, ma anche Argentina, Uruguay, Perù, Brasile o Colombia registrano rapidissimi cali e sono ben sotto i due figli per donna.
Il declino demografico è il presente o il destino anche dell’intera Asia, il continente più popoloso. In India, il Paese più vasto al mondo per abitanti, per la prima volta nella storia negli ultimi tre anni le nascite sono scese sotto il tasso di sostituzione. Il Vietnam sfiora ormai i cento milioni, oltre il doppio rispetto al giorno della sua vittoria sugli Stati Uniti nel 1975. Ma prima ancora di diventare ricco ha avviato il calo delle nascite a ritmi insostenibili, con 1,89 figli per donna (un livello che l’Europa vantava ancora in piena età del benessere, a metà anni ’80).
COLLASSO COREANO
Il caso più stupefacente è la Corea del Sud, ovvio. L’anno scorso era a 0,55 nati per donna, di tre quarti sotto i livelli che servirebbero a rimpiazzare le vecchie generazioni con le nuove. Un ritardo abissale. Osserva Nicholas Eberstadt dell’American Enterprise Institute, fra i primi studiosi a osservare queste dinamiche, che fra un quarto di secolo la Corea del Sud potrebbe presentare un quadro mai visto prima nella storia umana in tempo di pace: tre decessi per ogni nascita, con l’età media attorno ai 60 anni, il 40% della popolazione anziana (appena meno numerosa di quella in età di lavoro) e un quinto delle nascite rispetto al 1961. “Quel che sta accadendo lì offre un anticipo di ciò che aspetta il resto del mondo”, scrive Eberstadt.
[…] La sola regione al mondo che mantiene per ora una forte dinamica di nascite è l’Africa, peraltro ad eccezione delle popolazioni nella parte Nord e Sud del continente. […] Il quadro della catastrofe demografica cinese è qui sotto. Non solo il Paese non è mai riuscito a riprendersi dalla politica del figlio unico, ma le scelte riproduttive persino sono crollate ancora di più dopo che Xi Jinping le ha liberalizzate nel 2016 (da 1,77 a appena un solo figlio per donna). La fertilità cinese per donna è già circa un terzo sotto a quella del mondo avanzato.
GEOPOLITICA DEL RANCORE
Di qui la domanda più seria, che non riguarda le cause. Quando a queste, la maggiore accessibilità delle tecniche contraccettive, l’emancipazione, diversi modelli di vita o l’emulazione delle scelte di altri possono aiutare a capire. Ma che mondo sarà, nel declino demografico?
La Russia […] è un esempio di come potrebbe essere un mondo molto più difficile. Quel Paese si sta restringendo. Ha perso popolazione in venti degli ultimi trentun anni. E continua a farlo. […]
Praticamente da mezzo secolo non fa abbastanza figli per riuscire a stabilizzare la popolazione, senza neanche parlare del milione circa fra esuli e morti in guerra dal 2022. Un Paese in un simile declino demografico può diventare pericoloso. Può prendere la strada del rancore, del risentimento e dell’ossessione del capo che il tempo della rivincita dev’essere ora – il prima possibile – perché dopo la patria avrà sempre meno braccia per combattere e per produrre armi.
CULLA VUOTA CALO DELLE NASCITE
Questa è la risposta di Vladimir Putin al disastro demografico della Russia e nessuno oggi può garantire che non sia anche quella di Xi Jinping, un giorno, al declino della Cina. […]: lo stato di dipendenza di troppi anziani da troppo poche persone in età di lavoro può generare conflitti sociali sulla distribuzione della ricchezza; i Paesi in futuro possono entrare in conflitto fra loro non per respingere, come oggi, ma per attrarre l’immigrazione più qualificata.
Vorrei però pensare di più a due aspetti potenzialmente positivi, specie (non solo) in Paesi maturi come l’Italia. Il Giappone offre una lezione di come il declino demografico obblighi un sistema produttivo a migliorare il rendimento del lavoro, per testa e per ora lavorata, semplicemente perché ci saranno sempre meno lavoratori. Sarà una lezione da studiare per molti.
QUANDO SI DIVENTA UN «BENE SCARSO»
C’è poi l’aspetto che ricorda di più le conseguenze della peste bubbonica. Allora i braccianti sopravvissuti erano merce così rara che poterono iniziare a far valere le proprie condizioni, iniziando a incrinare il sistema feudale. Oggi e sempre di più in futuro la merce rara saranno i giovani.
Sul piano politico potrebbero essere messi in minoranza da un gran numero di elettori più anziani, ma sul piano produttivo e tecnologico la società e le singole imprese dipenderanno in modo crescente dalle loro competenze. Poiché queste saranno rare e molto ricercate, il potere negoziale dei giovani nella società dovrà crescere. […]
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