FLASH! - FERMI TUTTI: NON E' VERO CHE LA MELONA NON CONTA NIENTE AL PUNTO DI ESSERE RELEGATA…
Lorena Loiacono per "il Messaggero"
Le nuove regole per la quarantena stanno mandando in tilt le scuole: la procedura serve a limitare i giorni di didattica a distanza ma, di fatto, la classe ci finisce lo stesso. Mentre si contano i positivi, infatti, tra tamponi, richieste e certificati che non arrivano passano i giorni e le lezioni si fanno solo online. E i presidi, esasperati, chiedono: «Meglio tornare alla quarantena per tutta la classe».
Quest'anno tra i ragazzi delle scuole superiori, per lo più vaccinati, non si stanno verificando particolari focolai a differenza di quanto sta invece accadendo nelle scuole elementari dove i bambini, tutti non vaccinati per motivi anagrafici, passano da una quarantena all'altra. Sono loro infatti i più colpiti dai contagi, proprio come accadeva un anno fa tra gli adolescenti.
TAMPONI E QUARANTENA Lo scorso anno le scuole superiori, da inizio novembre, andarono in dad al 100% proprio perché la didattica in presenza era continuamente bloccata dalle quarantene e il tracciamento andò presto in tilt. Ora che gli adolescenti sono vaccinati, tocca ai piccoli della scuola primaria. Con buona pace delle famiglie che devono fare i conti con l'organizzazione quotidiana e il lavoro.
Il nuovo protocollo prevede infatti che al primo caso positivo in classe tutti i compagni facciano un tampone (detto T0) e, se negativi, tornano in classe per poi ripeterlo il quinto giorno (il T5). Se i positivi sono due, il testing al primo e al quinto giorno scatta solo per i vaccinati e per coloro che si sono negativizzati negli ultimi sei mesi, tutti gli altri vanno in quarantena per 10 giorni. Se i positivi sono tre, invece, parte la Dad per tutti.
La procedura dovrebbe attivarsi immediatamente, ma così non è. L'iter è decisamente più lungo: sul sito della scuola le circolari si rincorrono una dopo l'altra. E l'avviso è sempre lo stesso: la classe va in didattica a distanza. Arriva la nota sul registro elettronico e così parte la raffica di messaggi tra le famiglie e la scuola, per capire se gli alunni sono in quarantena, se devono fare il tampone immediatamente o aspettare le indicazioni della Asl.
E i dubbi sul tampone, a questo punto, sono cruciali: quale e quando si fa? Le ore passano, spesso anche i giorni, e nel mezzo ci sono il dirigente scolastico e le segreterie: presi d'assalto. La prima cosa che fanno è mandare la classe in dad, in attesa che la Asl intervenga applicando il nuovo protocollo sulle quarantene. Ma in questi giorni le scuole stanno andando in sofferenza: i contagi tra i bambini stanno aumentando e non è facile coordinare tutte le classi nello stesso momento. Tanto che i presidi chiedono di tornare alla quarantena di 7 giorni per i vaccinati e 10 per i non vaccinati.
«La circolare relativa alla nuova modalità di quarantena è in contrasto con la situazione attuale» spiega Cristina Costarelli, presidente dell'Associazione nazionale dei presidi del Lazio. «Nella premessa della circolare si legge infatti: la revisione del sistema di gestione dei contatti dei casi confermati di infezione da SARS-CoV-2 avviene anche alla luce dell'aumento della copertura vaccinale e della riduzione della circolazione di SARS-CoV-2 in comunità. Ma i dati attuali di contagio dicono invece che si sta verificando un aumento della circolazione del virus: così diventano inapplicabili le procedure indicate nella nota allegata alla circolare stessa».
I contagi che si susseguono non danno il tempo alle Asl di programmare i tamponi e la dad parte comunque, per tutti. Nel frattempo i genitori cercano di orientarsi tra i tamponi: non possono farlo in farmacia, perché non avrebbero poi il certificato del pediatra. La presenza di falsi negativi sta facendo alzare l'allerta anche sul tipo di tampone a cui sottoporsi. Le famiglie devono rivolgersi ai siti indicati dalle Asl e presentarsi con la nota inviata alla scuola. Quindi è necessario aspettare.
Se l'allarme è partito con un bambino risultato positivo ad un test rapido la classe va in dad in attesa che il caso sospetto faccia il test molecolare. Ma i tempi per l'esito del molecolare sono più lunghi: passano almeno 24 ore. Solo in quel momento viene comunicato l'esito alla Asl che mette in moto la procedura. A quel punto però sono già passati almeno due o tre giorni e così il T5 slitta al settimo o ottavo giorno. Intanto se esce un altro positivo salta tutto e partono dieci giorni di quarantena.
IL PROTOCOLLO APPLICATIVO «Si constata l'impossibilità di gestire i tamponi T0 e T5 a pochissimi giorni di distanza - spiegano i dirigenti scolastici - i due tamponi finiscono per sovrapporsi e non si riescono ad avere i rispettivi esiti in tempi opportuni». Senza contare che alcune Asl non hanno ancora inviato alle scuole il protocollo applicativo. È il caso della Asl Rm 1 che, nella Capitale, si sta facendo attendere: dovrebbe uscire la nota entro questa settimana. Intanto le scuole non possono far altro che seguire la vecchia quarantena.
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