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Letizia Tortello per “la Stampa”
Le nuove generazioni di austriaci si dividono per metà tra conservatori e nazionalisti. Si sentono più cittadini della loro regione che europei, vogliono chiudere i confini all' immigrazione illegale. Sono i millennials tra i 14 e i 29 anni, che possono studiare all' estero con l' Erasmus e vanno in vacanza in Turchia, e secondo un sondaggio diffuso dall' agenzia Apa oggi, alle elezioni per il rinnovo del Parlamento, voteranno in massa partiti di destra: l' Övp del favorito Sebastian Kurz, 31enne enfant prodige della politica d' Oltralpe, o la Fpö del partito xenofobo e antislamico di Heinz-Christian Strache.
L' erede di Jörg Haider, che potrebbe andare al governo in una coalizione «nero-blu» da vicecancelliere. Secondo il sondaggio, solo il 13% degli under 30 (in Austria si vota a 16 anni) si schiera c on i socialdemocratici di Christian Kern (Spö), partito che ha governato dal 2007 a oggi. Bisognava quasi cercarli con il lanternino, ieri i giovani, al Viktor-Adler-Markt al suo comizio di chiusura della campagna elettorale «rossa». Ma ci sono anche molti ragazzi austriaci che non sanno per chi votare o voteranno scheda bianca. Perché? In un panorama politico che sembra voler parlare soprattutto di immigrazione, non condividono nessuna delle ricette dei candidati.
La studentessa di sinistra Una di questi ragazzi è Irene Spurny, 20enne viennese, studentessa di Orientalistica, elettrice di sinistra, «o verde, non ho ancora scelto». Prova a interpretare la pancia dei suoi coetanei, elettori dell' estrema destra. «Vienna non è l' Austria. La capitale è aperta, multietnica ed è una roccaforte rossa. La ragione che porta molti ragazzi a votare Fpö o popolari è la crisi dei migranti.
Mi chiedo se gli austriaci, pur favorevoli all' integrazione, siano veramente interessati a conoscere altre culture». Eccolo il vero tema delle elezioni austriache, come ha ribadito il giornale «Standard» ieri con un sondaggio. «Il Paese è spaventato perché non vuole più mantenere i rifugiati, tanti vogliono un' immigrazione controllata», continua Irene.
L' elettore di Kern Tra questi c' è Okfay Erdem, 20 anni, sostenitore di Kern, in cappello e giacca tipica regionale, panettiere: «È un grosso problema per l' Austria se non si fanno controlli alle frontiere, tra chi entra potrebbero nascondersi terroristi, abbiamo visto i casi di Berlino o Londra». Lui sostiene il modello «australiano»: chi prova a varcare i confini illegalmente non ha più la possibilità di venire nel suo Paese. Vuole confini aperti all' interno della Ue e confini controllati fuori dalla Ue: «I rifugiati che delinquono devono essere mandati via e non devono stare nelle carceri austriache».
1996 - JORG HAIDER E ROBERTO MARONI
La frase ricorrente, tra gli adulti e tra i millennials, è che «gli stranieri devono integrarsi e pagare le tasse», e soprattutto che lo Stato, finora «generoso» con chi ha ottenuto il permesso di soggiorno o l' asilo politico, non può mantenere tutti, e la disoccupazione in Austria non deve aumentare.
L' iraniana anti-migranti «Qual è la ragione per cui le persone non vogliono restare in Italia, ma venire da noi, in Germania o in Svezia? Perché qui ricevono più soldi. Questo deve fi nire», dice Parisa Pooryazdan, 27 anni, iraniana da sette anni a Vienna. Immigrati contro migranti. Andrea Hajdu, ungherese, 28 anni, è un sostenitore di Kurz ed è felice dell' amicizia del leader dell' Övp con il primo ministro del suo Paese, Viktor Orban: «È giusto difendere i confini, abbiamo già molti problemi interni». Sebastian Kurz cavalca l' onda: «Ci sono persone che hanno pensato di trasferirsi in un altro quartiere perché si sentono estranei nelle loro strade», dice ai comizi.
L' egiziana con il velo Negli ultimi anni, «da dopo l' attentato a Charlie Hebdo - spiega Mariam Ahmed, 24enne egiziana - l' atmosfera è cambiata, la pressione politica ha improvvisamente portato un aumento della paura, dell' isolamento, delle divisioni e persino dell' odio nei confronti di noi musulmani».
Lei è laureata in Economia e lavora nel marketing. È figlia di un' austriaca e di un egiziano, porta orgogliosamente il velo. «Sono stata educata da austriaca, ma ho sempre voluto coprirmi la testa perché appartiene al mio credo. Spesso sono discriminata, mia sorella in ospedale non è stata visitata da un primario perché aveva il velo». Un vissuto simile a quello di Dina El Ganayny, 24enne anche lei, studentessa di Scienze Politiche, nata in Austria da genitori egiziani. Lei il velo ha deciso di toglierlo: «L' ho portato due anni, poi non ho ottenuto un lavoro per questa ragione e ho deciso di non metterlo mai più».
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