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Estratto dell’articolo di Tonia Mastrobuoni per “La Repubblica”
La lezione di Nordstream 2 brucia ancora. Affidare le infrastrutture strategiche a dittatori conclamati e ad autocrazie imperialiste, è sempre un azzardo. E la Germania di Olaf Scholz non vuole ripetere l’errore del passato, quando si è resa dipendente dall’energia a basso costo della Russia di Putin.
Ma negli stessi anni, ed è meno noto, l’ex cancelliera Angela Merkel ha litigato al lungo con il suo partito sulla Cina. Una fetta dei cristianodemocratici tedeschi, capitanata da Norbert Roettgen, ha chiesto e ottenuto, dopo una lunga battaglia, l’impegno futuro a un limite all’ingresso del gigante delle telecomunicazioni cinesi Huawei nelle infrastrutture telefoniche. E ora il governo Scholz, racconta l’Handelsblatt, accelera i tempi.
I colossi Deutsche Telekom, Vodafone e Telefonica Deutschland dovranno rimuovere oltre metà dei componenti attuali forniti dalle cinesi Huawei e Zte dalle reti. “Bisogna agire in fretta”, secondo una fonte governativa citata dal quotidiano finanziario.
La preoccupazione sarebbe aumentata dopo un inquietante rapporto commissionato dal ministero dell’Interno che avrebbe rivelato come nella costruzione delle infrastrutture del 5G, le aziende delle tlc si sarebbero “rese estremamente dipendenti, dal punto di vista strutturale, da Huawei e Zte”. Quanto ai legami delle due imprese con il regime di Xi Jinping e il Partito comunista cinese, “sono assolutamente evidenti”, sostiene la fonte. […]
Il governo immagina un percorso a tappe: smontare e rimontare le reti non è certo facile, e l’obiettivo è consentire ai cinesi di fornire al massimo il 25% dei componenti. Attualmente sono il 50-60%. All’interno del governo c’era anche chi chiedeva la rimozione totale dei pezzi cinesi dalle infrastrutture, temendo incursioni dell’intelligence di Pechino: ma smontare il 'sistema centrale nervoso' della Germania creerebbe dei disagi mostruosi. […]
La ‘bonifica’ partirà da Berlino. E lì sarà totale: nel cuore politico della Germania e nel confinante Brandeburgo, nei prossimi tre anni tutte le componenti cinesi dovranno essere interamente rimosse dalle infrastrutture e rimpiazzate con pezzi di fornitori non cinesi. E dal primo gennaio del 2026 i cinesi dovranno essere fuori da tutti i nodi più sensibili della rete tedesca.
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