DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Estratto dell’articolo di Manuela Galletta per www.lastampa.it
La notizia è di quelle che fa rumore, perché Francesco Schiavone detto “Sandokan” non è un malavitoso qualunque. Capo dei Casalesi, è stato protagonista di un pezzo di storia criminale sanguinaria e feroce. […]
Settant’anni compiuti a inizi marzo, Francesco Schiavone è passato a collaborare con la giustizia da diverse settimane. La notizia, riportata dal quotidiano locale “Cronache di Caserta”, è stata confermata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Ed è una notizia che nella malavita organizzata casertana è destinata a creare smottamenti e tensioni, perché […] Schiavone è ancora riconosciuto come il dominus della potente cosca e perché, sul territorio, c’erano anche alcuni dei suoi figli, eredi del suo impero criminale […].
Nei fatti bisognerà capire quanto peserà il suo pentimento e che contributo potrà realmente offrire ‘Sandokan’ alla magistratura inquirente nella risoluzione di vecchi casi e misteri irrisolti. Schiavone, non va dimenticato, è detenuto da un pezzo: è entrato in carcere l’11 luglio del 1998. All’epoca era latitante. Si nascondeva in un bunker sotterraneo ricavato in un appartamento ubicato nel suo paese natale. Dopo 13 ore di demolizioni per cercare di arrivare al nascondiglio, Schiavone uscì fuori con in braccio una delle figlie. Fu l’ultimo scampolo di liberà.
[…] sarà Schiavone a spiegare se effettivamente sia riuscito a preservare il legame con i suoi parenti e a mettere l’ultima parola sui business che contano. Così come sarà Schiavone a dover fare luce su alcuni vecchi misteri, a cominciare dalla sorte toccata ad Antonio Bardellino, il malavitoso al quale lui e Mario Iovine si ‘ribellarono’ dopo essere stati al suo fianco nello scontro con la Nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo.
Bardellino fu ucciso in Brasile nel 1998, nel suo villino a Buzios, località vicina a Rio de Janeiro, almeno così raccontò il pentito Carmine Schiavone. Il cadavere del boss non fu mai trovato e questa circostanza ha alimentato negli anni tante leggende, spingendo di recente la Dda di Napoli a riaprire il caso perché il sospetto è che Bardellino sia morto in un’epoca successiva e in circostanze diverse da quelle riferite da Carmine Schiavone.
Ecco, Francesco Schiavone detto “Sandokan” che ordinò quel delitto potrebbe dire come sono andate le cose. Potrebbe dire se l’allora suo pari gradi nella cosca, Mario Iovine (deceduto da un pezzo), abbia davvero ammazzato Bardellino in quel 1998.
Da “Sandokan” ci si aspetta anche la ricostruzione dettagliata dell’eventuale rete di collusione all’interno del mondo della pubblica amministrazione: rapporti magari antichi, e non più ‘attivi’, che potrebbero però dare la misura della forza della cosca e della capacità di controllare e influenzare apparati dello Stato.
Infine gli omicidi: Schiavone sta già scontando l’ergastolo per alcuni delitti, ma potrebbe allargare il quadro dei fatti di sangue da lui ordinati quando è assurto alla reggenza dei Casalesi o dai lui materialmente commessi quando ancora non aveva i gradi del boss.
Fatti antichi, che non necessariamente potrebbero tradursi in arresti o incriminazioni: c’è la possibilità che eventuali protagonisti del narrato di Sandokan siano morti o che sia impossibile trovare riscontri a episodi troppo risalenti nel tempo. […]
Schiavone […] è malato di tumore dal 2018 e di recente è stato trasferito nel carcere dell’Aquila per consentirgli di ricevere l’adeguata assistenza al suo caso. Un fatto che rievoca gli ultimi mesi di vita del mafioso Matteo Messina Denaro. E chissà che proprio il suo stato di salute non abbia dato a Francesco Schiavone detto “Sandokan” la motivazione per avviare il dialogo con la Direzione distrettuale antimafia di Napoli. […]
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