
DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E…
ORIANA FALLACI ERA SEMPRE SUL LUOGO DEL DELITTO - INVESTIGO’ SULL’OMICIDIO DI JOHN KENNEDY, ANCHE GRAZIE AL SUO AMANTE, FRANÇOIS PELOU, REPORTER FRANCESE TESTIMONE OCULARE DELL’ASSASSINIO DI LEE OSWALD, CONSIDERATO IL KILLER CHE SPARO’ A JFK - BARBARA COSTA: “FALLACI È A MEMPHIS DOPO CHE IL 4 APRILE 1968 UCCIDONO MARTIN LUTHER KING. E POI CORRE A LOS ANGELES DOPO CHE IL 5 GIUGNO 1968 SPARANO A ROBERT KENNEDY” - LE TEORIE, I COMPLOTTI, LE INTERVISTE A CHIUNQUE DICESSE DI SAPERE QUALCOSA E IL SOSPETTO CHE…
oriana fallaci bob kennedy intervista con la storia
Barbara Costa per Dagospia
Ci sono donne che hanno tutte le fortune. Prendi Oriana Fallaci. Un asso del giornalismo, che nei 60s mandano ad investigare sull’ omicidio di John F. Kennedy: e lei, la fonte, ce l’ha… nel suo letto! Mica scherzo. Se la Fallaci sul caso JFK ha scritto da par suo, è perché era la Fallaci, certo, ma pure perché fino al 1973 ha amato riamata François Pelou, gran reporter francese, e pure figo, e pure testimone oculare dell’omicidio di Lee Oswald.
Non si vede ma è così: nelle immagini storiche, quelle di Oswald che, scortato, esce dalla centrale di polizia e viene colpito a morte da Jack Ruby…Pelou, il fidanzato della Fallaci, è lì! Proprio accanto a Ruby! Ruby afferra Pelou per un braccio, scansandolo, pistola in pugno: Pelou vede tutto, vede l’arma, vede lo sparo, e Oswald gli muore davanti.
Strano che un testimone così importante non sia stato udito dalla Commissione Warren… quella che ha indagato sull’omicidio JFK concludendo che l’assassino è Oswald, e basta, niente congiure… vabbè: tra un bacio e l’altro, François Pelou gliene avrà passate, a Oriana, di dritte.
Ovvio. Devi seguire il caso, c’hai il fidanzato-testimone, e non gli chiedi nulla!? (che poi più che fidanzato Pelou è amante, lui sta con Oriana ma è sposato con un’altra, un’attrice, con cui ha un figlio). E Oriana irrompe sul caso Kennedy quando Jim Garrison, il procuratore, (il protagonista del filmone "JFK" di Oliver Stone) riapre il caso perché convinto che per ammazzare il Presidente è stata messa su una congiura tra manovalanza omo e mattoide e drogata + anticastristi + mafia + petrolieri + servizi segreti + FBI + CIA che non hanno fatto il loro dovere + Oswald come povero cristo che non c’entra niente, e su fino a Washington, protetti da Lyndon Johnson che voleva il posto di JFK. Dove sta la verità?
Chi la sa? Oriana crede a tutti e a nessuno, lei intervista chiunque “dice” che “sa”. Persone finite dentro, o fuori, il Rapporto Warren: procuratori, agenti, reporter, avvocati, Mark Lane, l’auto nominatosi “avvocato difensore della memoria di Oswald”, più la madre di Oswald, Marguerite, che per ogni frase si fa ben pagare, e vende le lettere e abiti e ogni oggetto del figlio, e le spara grosse, grossissime, perché per lei, che nulla sa, “non vedeva e né parlava col figlio da anni”, l’unica cosa che conta è stare sui media, e farci più grana possibile e “comprarci la casa dei miei sogni”: “Mio figlio Lee non ha ucciso, è stato ucciso! È un eroe, e va sepolto accanto a Kennedy! Johnson mi dovrebbe ringraziare! Mio figlio ha salvato il Paese. Lui era un agente FBI! È l’FBI, no, è il Dipartimento di Stato, sì, che lo ha manovrato. Ammaestrato. E ora copre tutto!”.
robert kennedy los angeles ambassador hotel
Si intervistano amanti omo come quello di David Ferrie, tra i capi della congiura secondo Garrison: Ferrie che muore per infarto, si ammazza, o viene ucciso perché voleva parlare? Un circo di pazzi esibizionisti misti e chi qualche verità magari la sa: Jack Ruby, colui che ha sparato a Oswald, ha fatto tutto da solo, per vendetta personale, “per allucinazione mentale”, o è una pedina mossa… da chi? Dalla polizia di Dallas? Da poteri forti, marci, e innominabili? Quando Oriana arriva a Dallas Jack Ruby “sta morendo di cancro al Parkland Hospital. Lo stesso dove morì JFK. E Oswald.
C’è da tremare. Lì ci morirono 2 terzi degli strani morti di Dallas, gente per un verso o l’altro coinvolta in questa faccenda”. Ma… quello di Ruby è vero cancro? O “glielo hanno iniettato”, per zittirlo, perché vuol confessare tutto? Lo vuol dire direttamente al pres. Johnson! E solo a lui! C’è da credere a un Ruby che in carcere sbatte la testa al muro, mette le dita nella presa della corrente, e se non fa questo baciucchia foto di JFK implorando perdono? È “una recita” o è uno schizzato? Non si saprà “né oggi né domani né fra 100 anni”: Ruby muore ufficialmente di cancro, portandosi la verità nella tomba.
Affatto sazia d’un tale ginepraio, Oriana Fallaci è a Memphis dopo che il 4 aprile 1968 uccidono Martin Luther King. Ucciso dal “colpo solo, violento, come una bomba”, sparato da un “fucile Remington calibro 30, a cannocchiale, e rubato”, da un bianco che prende una camera in un hotel per neri, di fronte all’hotel dove sta King, e lo ammazza e con tutta calma “ripone il fucile, e se ne va”.
oriana fallaci francois pelou (1)
L’FBI ne ordina le ricerche “20 ore dopo i fatti”. Questo assassino, col nome falso “John Willard”, viene arrestato a Londra: il suo nome vero è James Earl Ray, e si dichiara colpevole. L’ha fatto da solo, o pure lui “è parte di una cospirazione”? Coi suoi 2 fratelli? È pedina del Ku Klux Klan? Dell’FBI? Ray è uno già condannato a 20 anni di lavori forzati per rapina. Ma nel 1967 evade “nascondendosi in un cesto” e un mese prima di uccidere King si sottopone, chissà come mai, a una plastica facciale. “L’America ha la sua seconda Dallas”, scrive Oriana, “e di certo mai sapremo la verità. Come a Dallas”.
E Oriana Fallaci corre a L.A. dopo che il 5 giugno 1968 sparano a Robert Kennedy. Chi è “quella ragazza col vestito bianco a quadri neri” accanto “a quel giovanotto che all’Ambassador Hotel andava e veniva da mezzogiorno”? Il giovanotto che “impugna la rivoltella calibro 22 che 4 anni e 5 mesi e 15 giorni dopo Dallas” ammazza “un altro Kennedy, a meno di un metro”. Ci sono stati “altri 6 colpi che hanno colpito altre persone e il soffitto e il muro”.
l europeo oriana fallaci a dallas la verita sulla morte di kennedy
La ragazza col vestito bianco a quadri neri fugge con un terzo individuo e per la Fallaci sono i complici di chi, preso, arrestato, si dichiara “John Doe”, cioè nessuno, e ha in tasca “400 dollari da biglietti da 100” e in realtà si chiama Sirhan Sirhan “24 anni, immigrato, giordano, senza lavoro fisso, residente a Pasadena, col fratello e la madre”. Sirhan ha sparato a Robert Kennedy per “fanatico odio personale”, per il sostegno di RFK a Israele, o per incarico di qualcuno? Chi? E chi è Sirhan? Fallaci intervista i suoi datori di lavoro, e non un amico “Sirhan non ne ha”, né ha mai avuto una ragazza, “ha paura delle donne”.
“Nessuno con un minimo di intelligenza o di buon senso”, scrive Oriana, “si illude che Sirhan abbia ucciso da solo”. Con lui all’Ambassador Hotel a puntare Robert Kennedy c’erano “un uomo e una donna che parlavano arabo”. Di sicuro “erano in 3. Armati. E si erano divisi le aree di azione: Sirhan aspettava nel corridoio della cucina, un secondo nella sala adiacente, e un terzo nella saletta dabbasso. È andata così”.
james earl ray martin luther king
La pistola di Sirhan aveva “8 colpi”. Ma ne sono stati sparati “12, e di più”. Che hanno colpito cose, e ferito persone, e cioè testimoni. Le conclusioni di Oriana subito dopo l’omicidio di RFK sono le stesse del (va da sé lacunoso) "Rapporto FBI sull’omicidio Robert F. Kennedy" pubblicato però a metà anni ′70, dopo la morte di J. Edgar Hoover, il gran capo FBI, e arcinemico, guarda un po’, di Robert Kennedy.
(virgolettati presi da: "Non andare a Dallas", L’Europeo, 1966. "Il cerchio si chiude", L’Europeo, 1966. "Oriana Fallaci interroga i testimoni del delitto", L’Europeo, 1968. "Oriana Fallaci interroga i testimoni dell’assassinio di Robert Kennedy", L’Europeo, 1968. "Gli assassini sono due uomini e una donna", L’ Europeo, 1968).
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