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DAGOREPORT – IN UN MESE, TRUMP HA DESTABILIZZATO L’ORDINE MONDIALE, HA RIABILITATO PUTIN E HA…
Undici arresti (7 in carcere, 3 ai domiciliari, un obbligo di presentazione alla pg), sequestrati due unità immobiliari, numerosi orologi di lusso e preziosi. Questo il bilancio del blitz antidroga compiuto questa mattina dagli agenti della polizia locale di Roma Capitale nell'ambito dell'operazione denominata «Affari di famiglia».
Ad operare i caschi bianchi dello Spe diretti dal comandante Antonio Di Maggio, il nucleo investigativo della sezione della polizia giudiziaria presso la Procura, l'unità pianificazione grandi eventi del comando generale, il Gpit, VI gruppo Torri, il nucleo cinofili. Stando a quanto ricostruito il gruppo avrebbe trasformato un appartamento all'ottavo piano della Torre 2 di via Brandizzi a Tor Bella Monaca in una centrale dello spaccio.
A presidio dell'abitazione erano state anche installate grate metalliche per non consentire l'intervento e il conseguente rinvenimento dello stupefacente da parte delle forze di polizia. Al gruppo familiare, infatti, sono contestate condotte illecite riguardanti l'approvvigionamento, la produzione, il confezionamento, la detenzione e lo spaccio di sostanze stupefacenti del tipo eroina.
Le indagini partite nel gennaio 2016 e si sono svolte anche con intercettazioni e analisi dei tabulati telefonici, nonché pedinamenti. Da ciò la conferma dei ruoli all'interno del sodalizio e dei rapporti continuativi tra alcuni dei partecipanti e altri soggetti pluripregiudicati per reati riguardanti il traffico e lo spaccio di droga, rapine e furti.
Tra i destinatari del provvedimento cautelare anche due donne. Sigilli sono stati apposti ad una villa con piscina sita all'interno del parco residenziale Prato Fiorito e un'unità immobiliare sita a Terracina. Le indagini hanno inoltre rilevato una sproporzione tra il reddito dichiarato e l'attività economica svolta, nonché le disponibilità.
Chi indaga inoltre ha rilevato il rischio di reiterazione considerata l'abitualità e costanza delle condotte criminose poste in essere dagli indagati, nonché la «spregiudicatezza» delle loro condotte, da precedenti penali che alcuni di loro hanno.
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