DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
1 - IL TESTAMENTO DI RATZINGER IL RICORDO DI PADRE GEORG IL LATO UMANO " LE DIMISSIONI GLI ABUSI
Estratto dell’articolo di Domenico Agasso per “la Stampa”
[…] «Erano circa le 3 della mattina del 31 dicembre. Ratzinger non era ancora entrato in agonia, e in quel momento i suoi collaboratori e assistenti si erano dati il cambio». Con lui, in quel momento, «c'era solo un infermiere che non parla il tedesco. "Benedetto XVI - racconta commosso il suo segretario, Gänswein - con un filo di voce, ma in modo ben distinguibile, ha detto, in italiano: 'Signore ti amo!' Io in quel momento non c'ero, ma l'infermiere me l'ha raccontato poco dopo. Sono state le sue ultime parole comprensibili, perché successivamente non è stato più in grado di esprimersi"».
JOSEPH RATZINGER GEORGE GANSWEIN - FOTO GENTE
[…] In un intervento per il quotidiano tedesco Bild, Gaenswein difende il Vescovo emerito di Roma da varie critiche: «Non era un Papa attore e ancor meno un insensibile automa papale. Era e rimase pienamente umano anche sul soglio di Pietro». Benedetto XVI è stato «assolutamente occidentale», e ha incarnato la ricchezza della tradizione cattolica dell'Occidente come nessun altro, sostiene Gaenswein (come riporta l'agenzia Sir): «Allo stesso tempo ha aperto così audacemente la porta a un nuovo capitolo nella storia della Chiesa togliendosi il suo Anello del Pescatore (simbolo pontificale, ndr) di suo libero arbitrio. Non c'era mai stato un passo come questo prima d'ora e non deve sorprendere, quindi, che alcuni lo vedessero come rivoluzionario, mentre altri vedessero il papato come demitizzato - o semplicemente più umano». […]
2 - PADRE GEORG "IN VATICANO IL DIAVOLO HA AGITO CONTRO DI LUI"
Estratto dell’articolo di Ezio Mauro per “la Repubblica”
benedetto xvi ratzinger e georg gaenswein 3
Monsignor Georg Gänswein, lei ha 66 anni, da 38 è al servizio della Chiesa, oggi è Prefetto della Casa Pontificia ma soprattutto è stato segretario privato del Papa emerito Benedetto XVI, gli è stato accanto fino al momento della morte, e prima nel giorno dell'elezione e in quello della rinuncia che ha stupito il mondo.
[…] Lei quando ha saputo della scelta del Papa?
«Il Papa me lo ha detto a Castel Gandolfo. Era fine settembre del 2012».
[…] Gli ha detto che non poteva farlo?
«Sì, sì, l'ho detto direttamente, così come parlo con lei adesso. Santo Padre, no. Si deve e si può pensare a ridurre gli impegni, questo sì. Ma lasciare, rinunciare è impossibile.
Papa Benedetto mi ha lasciato parlare. E poi ha detto: lei può immaginare che ho pensato bene a questa scelta, ho riflettuto, ho pregato, ho lottato. E ora le comunico una decisione presa, non una tesi da discutere. Non è una quaestio disputanda, è decisa. La dico a lei, e lei adesso non deve dirla a nessuno».
benedetto xvi ratzinger e georg gaenswein 2
C'era già stato tutto il travaglio dentro di lui, dunque, prima della scelta: lei se n'era accorto?
«Io mi ero accorto all'inizio di luglio che il Papa era molto chiuso, molto pensieroso. E pensavo che fosse concentrato sul terzo volume su Gesù, che stava finendo. Quando poi a fine settembre mi ha rivelato la sua scelta ho capito che stavo sbagliando: non era il libro che lo preoccupava, ma era la lotta interna di questa decisione, una sfida».
[…] Tutto cambia il 19 Aprile 2005, alle 17 e 56, quando la fumata bianca trasforma Joseph Ratzinger in Benedetto XVI, 265esimo successore di Pietro. Lei dov' era quel giorno?
«Nell'aula che collega la Cappella Sistina e la Cappella Paolina, la Sala Regia. Dopo un'ora, scoppia un applauso forte. Si poteva sentire da fuori, dov'ero io. Ma i cardinali non applaudono, il conclave non è un concerto. Allora l'unica spiegazione è che hanno scelto, e che il prescelto ha accettato. Poco dopo ricordo "Bum, Bum, Bum", la grande porta che si apre di colpo e il più giovane cardinale che esce di fretta, dicendo "Abbiamo deciso, c'è il nuovo Papa". Nient' altro».
benedetto xvi ratzinger e georg gaenswein 1
[…] Ma immediatamente prima del Conclave c'era stata quella frase di Ratzinger sulla pedofilia tra i sacerdoti, quando dice "quanta sporcizia nella Chiesa". Questa denuncia davanti ai cardinali era una specie di programma di governo?
«Non deve dimenticare che da Prefetto era stato il primo, o uno dei primi, a venire a contatto con questa brutta piaga degli abusi. È ovvio che una tale esperienza non può non essere presente nella Via Crucis 2005».
Poi c'è la prima omelia all'inizio del pontificato, quando il nuovo Papa dice pregate per me, perché io non fugga per paura davanti ai lupi. Di quali lupi parlava?
«Qualcuno mi ha chiesto se potevo fare qualche nome. Chiedete al Papa stesso, ho risposto, io non so se ha pensato a qualcuno, ma non lo credo. Certamente quell'immagine vuol dire non è facile anche essere coerente, controcorrente, e mantenere questa direzione se molti sono di un'altra opinione».
Però si capisce da queste parole che lui aveva la percezione che non sarebbe stato un papato di tranquillità, ma di lotta: se lo aspettava?
«Chi crede che ci possa essere un papato di tranquillità credo che abbia sbagliato la professione».
Però forse non immaginavate che questa lotta sarebbe nata proprio all'interno del Vaticano, con scandali sessuali, morali, economici. Una crisi più pesante del previsto?
georg e joseph ratzinger col coro di ratisbona
«La parola scandalo certamente è un po' forte, ma vero è che durante il pontificato ci sono stati molti problemi, Vatileaks, poi lo Ior. Ma è ovvio che, come direbbe Papa Francesco, il cattivo, il maligno, il diavolo non dorme. È chiaro, cerca sempre di toccare, di colpire dove i nervi sono scoperti, e fa più male».
Sta dicendo che ha sentito la presenza del diavolo in quegli anni?
«L'ho sentito in realtà molto contrarie, contro Papa Benedetto».
Vatileaks è uno scandalo enorme, fa il giro del mondo. D'altra parte, pensiamo, documenti riservati rubati direttamente dalla scrivania del Papa, dal suo maggiordomo. Com' è stato possibile?
georg e joseph ratzinger ratisbona
«Qui devo fare una piccola correzione. I documenti non sono stati rubati dalla scrivania di Papa Benedetto, ma dalla mia. Purtroppo me ne sono accorto molto, molto più tardi, troppo tardi. Io ho parlato con Benedetto, chiaramente, gli ho detto Santo Padre, la responsabilità è mia, me la assumo. Le chiedo di destinarmi a un altro lavoro, io mi dimetto. No, no, mi ha risposto: vede, c'era uno che ha tradito persino nei 12, si chiama Giuda. Noi siamo un piccolo gruppo, qui, e rimaniamo insieme».
Lei sa che c'è chi pensa che il Papa abbia abdicato sotto una specie di ricatto dopo il furto dei documenti. D'altra parte noi conosciamo le carte che sono state rese pubbliche, ma non sappiamo quali altre carte sono state lette, carpite, quali magari sono state esibite come una minaccia davanti a Benedetto. Cosa risponde a un'ipotesi del genere?
BERGOGLIO SALUTA RATZINGER AL SUO ARRIVO AL CONVENTO MATER ECCLESIAE DIETRO GEORG GANSWEIN
«Lo escludo totalmente. Non c'era nient' altro di peso».
Papa Benedetto recentemente è stato chiamato in causa per una vicenda di abusi sessuali del 1980, quando era arcivescovo di Monaco. Lui un anno fa ha scritto una lettera per scusarsi del suo comportamento, dicendo che forse doveva investigare di più, farsi più domande, però al tempo stesso respinge categoricamente l'accusa di aver detto delle bugie. È il sentimento della colpa?
PAPA RATZINGER PADRE GEORG PAOLO GABRIELE jpeg
«C'è stato un errore da parte uno dei nostri collaboratori, perché abbiamo dovuto leggere 8.000 pagine della documentazione, e la persona che ha letto le carte ha detto che in quella famosa riunione del 15 gennaio 1980, il Cardinal Ratzinger non era presente».
Perché questa bugia?
«Il nostro collaboratore ha sbagliato le date, una cosa brutta. Quando io ho detto Santo Padre, qui abbiamo sbagliato, Benedetto ha deciso di scrivere una lettera personale, così nessuno può dire che non abbia risposto in prima persona».
Naturalmente la questione è se questi scandali hanno influito sulla rinuncia di Ratzinger. Lei dice di no, cito le sue parole: non è fuggito dai lupi, ha semplicemente e umilmente ammesso di non avere più la forza per reggere la chiesa di Cristo. Di nuovo i lupi. Le domando, quei lupi il Papa li ha incontrati?
«Io ho parlato una volta di questo con Papa Benedetto, ma tutti questi scandali, come vengono chiamati, non erano anche un motivo per lasciare? No, ha risposto, la questione non ha influito sulla mia rinuncia. L'11 febbraio 2013 ho detto i motivi: mi mancavano le forze e per governare. Per guidare la Chiesa, oggi, servono le forze, altrimenti non funziona».
Però Benedetto veniva dopo un Papa come Giovanni Paolo II, che ha vissuto in pubblico la sua malattia e quasi ha offerto la sofferenza del corpo come testimonianza della sua fede, anche in coerenza col suo motto papale: Totus tuus. Come si è confrontato Benedetto con la scelta del suo predecessore?
«Lui mi ha detto una volta: non posso e non voglio copiare il modello di Giovanni Paolo II nella malattia, perché io devo confrontarmi con la mia vita, con le mie scelte, con le mie forze. Ecco perché il Papa si è permesso di fare questa scelta. Che secondo me richiede non soltanto molto coraggio, ma anche moltissima umiltà».
Questa scelta pone anche una domanda al teologo Ratzinger, e cioè la tentazione dell'umano di deviare il disegno divino che l'ha portato sulla cattedra di Pietro: l'uomo può farlo?
«L'uomo deve prendere la decisione che in quel momento secondo lui è giusta».
[…] Mi racconta il mattino dell'11, il giorno della scelta?
«L'11 febbraio, la Madonna di Lourdes. Abbiamo celebrato la Santa Messa, recitato il breviario, fatto la prima colazione, il Papa si è preparato per il Concistoro. L'ho aiutato a indossare la mozzetta con la stola, poi l'ho accompagnato con un piccolo ascensore dall'appartamento alla seconda loggia. Non abbiamo parlato, niente. Cioè il silenzio era assoluto, perché non era il momento delle parole. Alla fine del Concistoro il Papa dice: Signori cardinali, rimanete qui, devo ancora dirvi una cosa importante per la vita della Chiesa».
Ha un foglietto in mano, lo ha scritto lui?
«Sì, direttamente in latino. Io ho chiesto perché, e lui mi ha risposto che un annuncio così si deve fare nella lingua della Chiesa, la lingua madre. Così ha letto quelle parole sono diventate la dichiarazione della rinuncia».
[…] Perché Benedetto ha scelto per sé la formula di Papa Emerito, sollevando discussioni?
«Ha deciso così lui, personalmente. Penso che davanti a una decisione così eccezionale tornare cardinale sarebbe stato poco naturale. Ma non c'è nessun dubbio che c'è stato sempre un solo Papa, e si chiama Francesco». […]
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