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DOPO 125 ORE DI PRIGIONIA, IL RISTORATORE ABRUZZESE PANFILO COLONICO E’ STATO LIBERATO IN ECUADOR DAI SUOI RAPITORI: “HO PAGATO UN RISCATTO DI 200 MILA EURO. MI MINACCIAVANO DI TAGLIARMI UN ORECCHIO O UN DITO E HO DOVUTO PAGARE PERCHÉ NON MI FACESSERO DEL MALE” - MA CHI CONOSCE GLI AFFARI DI COLONICO SOSTIENE CHE L'IMPRENDITORE NON FOSSE IN GRADO DI PAGARE ALCUN RISCATTO, PERCHÉ NON NAVIGA NELL'ORO…
Estratto dell'articolo di Patrizio Iavarone per “il Messaggero”
La tensione si scioglie alle 4,30 di ieri, ora italiana: a Guayaquill, in Ecuador, sono le 21,30 e dopo 125 ore di prigionia Panfilo Colonico, 49 anni imprenditore originario di Sulmona, varca nuovamente la porta del suo ristorante "Il sabore mio", locale aperto a novembre scorso nella zona nord della "Perla del Pacifico". Qui, venerdì scorso era stato portato via sotto la minaccia delle armi da cinque finti poliziotti. Un sequestro tanto comune in Ecuador (ce ne sono stati 55 dall'inizio dell'anno) quanto anomalo nei suoi sviluppi. Tant'è che le indagini non sono finite e per tutta la giornata di ieri l'imprenditore italiano è stato interrogato in caserma dagli inquirenti.
Panfilo Colonico, conosciuto in Ecuador come Benny, è tornato sulle sue gambe a casa, «dopo aver pagato un riscatto di 200mila euro» dice.
IL TAXI Solo allora, secondo il suo racconto, i sequestratori lo avrebbero lasciato al casello sulla costa, da dove avrebbe preso un taxi per tornare al suo ristorante e poi chiamare la polizia. Barba incolta, visibilmente dimagrito, con un'ecchimosi sul volto, ma sostanzialmente in buona salute: «Non è stato un film dice mi hanno tenuto chiuso in tre locali diversi, mi minacciavano di tagliarmi un orecchio o un dito e ho dovuto pagare perché non mi facessero del male. Poi si sono stancati e mi hanno lasciato libero quasi vicino al ristorante. Perché anche se paghi non è scontato che ti rilasciano vivo. A me è andata bene».
La svolta c'è stata due giorni fa, proprio mentre montava la paura per il ritrovamento di un cadavere non identificato fatto a pezzi: la Unased (Unidad anti secuestro), reparto speciale della polizia ecuadoriana, ha arrestato due dei suoi rapitori. Sentitisi braccati, forse, i banditi hanno deciso di liberare Colonico senza condizioni. Un terzo rapitore, poi, è stato ucciso in uno scontro a fuoco con la polizia, così sostiene almeno il ministro degli Interni ecuadoriano, Juan Zapata, che però parla della liberazione di Colonico seguita ad un'operazione di polizia.
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Secondo alcune persone che ruotano intorno agli affari di Colonico, però, l'imprenditore non sarebbe stato in grado di pagare alcun riscatto, perché non sembra navighi nell'oro: i dipendenti non ricevono gli stipendi da due mesi e un addetto alla sicurezza l'altro giorno aveva addirittura pensato di fare da sé, sorpreso a portare via un televisore e delle bottiglie di alcolici a mo' di risarcimento per i salari non ricevuti.
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