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Luca Monaco per “la Repubblica - Edizione Roma”
«Quei pazzi erano drogati. Li per lì non ho capito che mi avevano tagliato l'orecchio. Sentivo solo i colpi dietro la testa. Poi sono svenuto. Adesso non ho paura per me, ma tremo per le mie figlie». Muhammad è stato appena dimesso, con 21 giorni di prognosi, dal policlinico di Tor Vergata. È scosso. Sente dolore. Le bende gli coprono l'orecchio destro, mozzato nella parte del lobo superiore, da uno degli esponenti del clan Casamonica che la sera di Pasqua, armato di coltello, l'ha aggredito alle spalle insieme a due parenti in via Flavia Demetria, uno dei fortini del clan mafioso radicato nel quadrante sud di Roma.
Muhammad, un cuoco 59enne residente a Roma da 30 anni, viaggiava a bordo della sua auto insieme alla moglie Jazmine, 30 anni, alle loro figlie di 9 e 10 anni. «Eravamo stati a trovare dei nostri amici - aggiunge Jazmine - stavamo tornando a casa, dall'altra parte della città». Andavano piano. «Mi hanno suonato, mi sono accostato sulla destra per farlo passare, ma quell'uomo ha iniziato a insultarmi - ricorda il 59enne - Mi ha detto: "Coglione, ho mia figlia che sta male"». Quell'uomo, lo chef, non l'aveva « mai visto prima ».
Incassati gli insulti, Muhammad riprende a guidare. La strada è a senso unico. L'aggressore lo precede a bordo della sua auto nera. Viaggia insieme a una ragazza che tiene in braccio una neonata di pochi mesi. «A un certo punto si è fermato - riprende Muhammad - ha messo la macchina di traverso sulla strada ed è venuto a discutere con me. Sono sceso dalla macchina, gli ho detto: "Non voglio litigare, non mi fai paura. Fammi andare via».
Intanto la compagna dell'aggressore era andata a citofonare ai parenti. Dal cancello escono immediatamente due ragazzi. «Uno era a petto nudo, con un coltello in mano - dice Jazmine - si è avventato alle spalle di mio marito, mentre discuteva con l'automobilista. Gli ha tagliato l'orecchio, poi ha iniziato a colpirlo sul collo e l'ha tagliato ancora». Muhammad mostra le ferite.
Mentre i due Casamonica lo pestavano, un complice assisteva alla scena con una mazza in mano.
«A un certo punto mio marito è svenuto, si è accasciato in terra. Ho chiamato la polizia - ricorda ancora Jazmine - mi hanno tenuta al telefono finché non è arrivata la prima pattuglia. È stata una salvezza, non sapevo cosa fare».
Quando capiscono che la donna sta chiamando le forze dell'ordine, i Casamonica scappano. «Prima di montare in auto e andarsene - riprende la 30enne - si sono rivolti a mia figlia maggiore e gli hanno detto: "Hai visto? È Pasqua, ho tante armi a casa, posso picchiare anche te». I membri del clan sono scappati quando hanno visto la moglie di Muhammad chiamare la polizia k Le ville L'interno di una delle ville confiscate al clan Casamonica.
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