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Estratto dell’articolo di Laura Berlinghieri per “La Stampa”
mestre incidente bus elettrico
Mestre Sabato sera, sono da poco passate le 20. Il pullman che sbanda, invade la corsia opposta e interrompe la sua corsa schiantandosi contro un grosso pilastro del portico di via Carducci, a una manciata di passi dal centro. Poteva essere una strage. La seconda, a Mestre, nel giro di pochi giorni.
Ancora un autobus, ancora un mezzo della società "La Linea". Un autobus elettrico, linea 13, modello Yutong E-12, per la precisione: è identico a quello che, tredici giorni fa, precipitava per oltre dieci metri dal cavalcavia Vempa, portando con sé la vita di 21 persone. Neanche un chilometro di distanza, in linea d'aria.
Poteva essere una strage anche sabato sera. Ma, per fortuna, sul marciapiede di via Carducci in quel momento non stava camminando nessuno; per fortuna, nella carreggiata opposta a quella di marcia dell'autobus non stavano transitando altre auto. Il mezzo si è schiantato contro un pilastro del sottoportico di un condominio, facendo saltare le grosse piastre di copertura in marmo. Il parabrezza è andato in frantumi.
Tredici i feriti, tra i quali una ragazzina di 12 anni e una donna incinta. Portati in ospedale (con prognosi fino a 30 giorni), sono stati quasi tutti dimessi ieri. Tranne l'autista, E. M., che rimarrà in osservazione anche oggi. «A un certo punto ho visto tutto bianco. Mi sentivo svenire e ho perso il controllo del mezzo», sono state le sue prime parole, subito dopo lo scontro.
I medici vogliono capire le ragioni del malore – probabilmente si è trattato di uno sbalzo di pressione –, che sarebbe stato all'origine dell'incidente. Questo mentre ancora si attendono gli esiti degli approfondimenti sul corpo di Alberto Rizzotto, l'autista morto nell'incidente del 3 ottobre. I primi risultati dell'autopsia hanno escluso che l'uomo avesse problemi cardiaci, circostanza che accredita l'ipotesi del guasto tecnico. Per questo, tra i primi indagati per la strage di martedì (l'ipotesi di reato è omicidio colposo) risulta anche Massimo Fiorese – amministratore delegato de "La Linea" –, assieme ai due dirigenti del Comune di Venezia Roberto di Bussolo e Alberto Cesaro. Questi due chiamati in causa eventualmente per rispondere della sicurezza della strada e, quindi, della funzione del guard rail.
Per questo, subito dopo l'incidente di ieri, il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro ha deciso di sospendere il servizio dei venti bus elettrici de "La Linea", che operano sul territorio cittadino, disponendo un'inchiesta amministrativa. […]
pullman caduto dal cavalcavia a mestreIL BUS DI MESTRE ACCARTOCCIATO DOPO LA CADUTAINCIDENTE DEL BUS A MESTRE
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