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HIPPOBUS
Parola composta da «hippo», termine greco che significa cavallo, e «bus», a indicare un calesse trainato da un cavallo con l' aiuto di una batteria elettrica. L' hippobus (o equibus) è il mezzo usato già da qualche anno per portare i bambini a scuola in un paesino francese, Vendargues nell' Herault.
A Rouen, in Normandia, l' assessore ambientalista ha promesso che in caso venga rieletto a marzo sostituirà lo scuolabus con un analogo servizio di calesse. Meno emissioni di Co2, sfruttando la forza dei cavalli.
BIMBI A SCUOLA IN CALESSE INSORGONO GLI ANIMALISTI
Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera”
L' assessore ambientalista Jean-Michel Bérégovoy è fiero della sua iniziativa e ne fa una ragione in più per essere rieletto, il 15 marzo prossimo, al comune di Rouen, in Normandia: il prossimo anno scolastico i bambini del quartiere Grieu andranno a scuola in «equibus», un calesse trainato da un cavallo con l' aiuto di una batteria elettrica.
Tre chilometri e mezzo e una ventina di minuti di percorso per divertire gli allievi e rinunciare all' autobus, riducendo almeno un po' i gas di scarico. A Vendargues nell' Herault, 900 chilometri più a Sud, il servizio di scuolabus a cavallo si chiama «hippobus» e funziona già da qualche anno.
Ma a Rouen l' idea del calesse scolastico si scontra con la protesta di due abitanti della vicina Sotteville, Manu Tritz e la sua compagna Stessy, che hanno organizzato una petizione online raccogliendo in pochi giorni 34 mila 500 firme. «Comprendiamo e condividiamo la volontà di proporre un modello alternativo di trasporto per ridurre l' inquinamento - si legge nella petizione - ma c' è un parametro che non è stato minimamente preso in conto: il benessere dell' animale».
Manu e Stessy sono due militanti anti-specisti, cioè rifiutano la gerarchia tra le specie, la superiorità di quella umana e la sopraffazione delle altre.
Quindi si oppongono al fatto che un cavallo venga fatto marciare sull' asfalto, e sia costretto a trainare un calesse con una ventina di bambini a bordo - sia pure con l' aiuto della batteria elettrica - in mezzo alle auto.
L' opposizione degli anti-specisti, e ancora di più il grande appoggio che ha ricevuto, ha sorpreso il signor Bérégovoy, che si è sentito fare una lezione di sensibilità ambientale e animalista, dopo averne impartite tante nella sua carriera di politico locale ecologista.
«Non so più cosa dire. Mi preoccupo da sempre del benessere degli animali, mi sono opposto per esempio all' uso degli animali nel circo.
Ma qui ci siamo informati, abbiamo fatto attenzione alla qualità e alla leggerezza dei finimenti, abbiamo pensato alla trazione assistita elettricamente, e al percorso dove c' è poco traffico. È vero che il cavallo viene messo al servizio dell' uomo, ma è un modo per farlo entrare nella vita quotidiana degli esseri umani. Se è questo a dare fastidio, finiremo per proibire anche i cani che aiutano i ciechi o quelli che soccorrono gli alpinisti travolti dalle valanghe?».
I militanti anti-specisti ricordano che le carrozze trainate dai cavalli sull' asfalto suscitano polemiche da tempo, che una grande metropoli come Montréal, dove venivano usate per i turisti, le ha proibite, e sostengono che l'«equibus è una falsa buona idea, in realtà solo marketing ambientalista a basso prezzo».
La disputa locale rivela una frattura filosofica più profonda sull' atteggiamento da tenere nei confronti degli animali, anche presso persone che dicono di avere a cuore il loro benessere. Gli anti-specisti sono contrari a qualsiasi tipo di sfruttamento e quindi di allevamento, e favorevoli per esempio ai numerosi esperimenti in corso in tutto il mondo per arrivare alla carne artificiale ottenuta coltivando in vitro cellule staminali di animali, senza far nascere, crescere e morire essere viventi.
Altri, come l' ex allevatrice e oggi ricercatrice agronomica Jocelyne Porcher, nemica degli allevamenti industriali, pensano che la causa animalista portata alle estreme conseguenze possa paradossalmente nuocere all' esistenza stessa di molte specie. «Gli animali sono stati addomesticati dall' uomo migliaia di anni fa, e lavorano per noi da sempre - ha detto Porcher al Figaro -. Se aboliamo il loro lavoro, non saranno più redditizi e scompariranno. Come sta accadendo in Asia, dove la fine progressiva del lavoro degli elefanti sta provocando l' estinzione della specie».
L' equibus al posto dello scuolabus a Rouen ha provocato lo scontro tra queste diverse sensibilità. Gli anti-specisti Manu e Stessy non sopportano di vedere un cavallo che fatica per il piacere dei bambini e la buona coscienza degli uomini, convinti così di inquinare un po' meno. L' assessore ambientalista Bérégovoy, e molti con lui, pensano che solo così animali come mucche e cavalli continueranno a esistere.
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