DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Estratto dell’articolo di S. I. per il "Corriere Della Sera"
Un abbraccio con il «genero» Matteo alla fine del colloquio, poi Denis Verdini è stato riportato dagli agenti della polizia penitenziaria di Sollicciano in una cella singola. È questa la sistemazione dove l’ex senatore rimarrà altri tre giorni. Una fase «cuscinetto», prima di entrare nel carcere vero e proprio.
L’ala in questione si chiama «polo di accoglienza», un reparto di passaggio, giusto il tempo necessario per effettuare le visite mediche e il colloquio di routine con lo psichiatra. Ma una volta nel carcere «vero», le condizioni di detenzione si annunciano ben diverse. Non quelle, insomma, in cui Verdini trascorse il primo periodo di reclusione in pieno Covid nel carcere di Rebibbia, a Roma, nell’ala dove sono detenuti i «colletti bianchi».
Sollicciano, aperto nel 1983, è ritenuto uno dei più problematici penitenziari d’Italia. I numeri parlano chiaro: nella sezione giudiziaria i detenuti sono 569 su una capienza di 500. Ma il sovraffollamento è solo una delle drammatiche criticità di una struttura ritenuta invivibile, dove negli ultimi due anni si sono suicidati sette detenuti e dove ogni mese si registrano decine di gesti di autolesionismo.
Il tutto in una struttura che necessiterebbe di essere demolita e ricostruita ex novo, in quanto monolite in cemento armato che d’estate diventa un forno e d’inverno una sorta di ghiacciaia.
MATTEO SALVINI VA IN CARCERE A TROVARE DENIS VERDINI
Il ministero delle Infrastrutture, guidato proprio da Salvini, nel novembre scorso aveva approvato un finanziamento da 166 milioni di euro per ristrutturare 20 carceri italiane. […]
Tra le carceri da riammodernare figura anche Sollicciano, dove sta per partire la costruzione di un nuovo edificio grazie a circa mezzo milione arrivato dallo Stato. La visita a Verdini ha sollevato qualche perplessità nel Sappe, uno dei sindacati della polizia penitenziaria.
«Abbiamo da sempre considerato positivamente e incoraggiato le visite di parlamentari nelle carceri — dice il segretario Aldo Di Giacomo — auspicando che servano sia per verificare le condizioni dei detenuti sia quelle di lavoro del personale penitenziario». E poi: «Ci auguriamo che la visita del ministro Salvini al padre della sua compagna abbia avuto questo scopo e non si sia limitata a constatare le condizioni del quasi congiunto».
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